Il latte è una materia prima che viene utilizzata dall’industria lattiero casearia per produrre una gamma piuttosto articolata di prodotti. Dalla fine del 2014 ad oggi, per le ragioni più complesse, il prezzo del latte alla stalla ha subito un vero e proprio crollo giustificato dall’industria con argomenti che vanno da una produzione superiore a quanto il mercato riesce ad assorbire, ciò dovuto al lungo strascico della crisi economica del 2008 che si concretizza nel calo degli acquisti, all’embargo Russo del 2014. Questo calo del prezzo del latte sta avendo gravi ripercussioni negative soprattutto negli allevamenti dove la disponibilità finanziaria e la gestione non sono ottimali. Come sempre avviene c’è chi dalle crisi trae vantaggi economici a volte molto consistenti. Proviamo ad analizzare le performance dell’ importante operatore italiano Sterilgarda alimenti S.P.A. di Castiglione delle Stiviere (Mantova), società attiva dal 1988 e con una capitale azionario posseduto da Ferrari Primo (35.8%), Ferrari Gian Paolo (20%), Sassi Lia (20%), Sarzi Fernando(13.7%), Sterilgarda Alimenti S.P.A.(9.4%) e Ghisini Luigi (1%). Il modo più oggettivo di misurare le performance è analizzare il “Bilancio Ordinario d’Esercizio” documento pubblico liberamente consultabile. Il bilancio d’esercizio, in economia aziendale, è l’insieme dei documenti contabili che un’impresa deve redigere periodicamente, ai sensi di legge, allo scopo di perseguire il principio di verità ed accertare in modo chiaro, veritiero e corretto la propria situazione patrimoniale e finanziaria, al termine del periodo amministrativo di riferimento, nonché il risultato economico dell’esercizio stesso. Prendiamo come primo esempio Sterilgarda perché è un’azienda italiana di grandi performance economiche e finanziarie che vanta nella sua comunicazione, e utilizza in etichettatura volontaria per la produzione lattiero casearia, il claim “Latte 100% italiano”. Quest’azienda ha chiuso l’esercizio 2015 con un fatturato di euro 313.830.266 rappresentato per l’82% da prodotti a base di latte. Seppur in calo di euro 16.881.072 rispetto all’esercizio 2014, Sterilgarda ha mostrato un risultato d’esercizio migliore di 1.327.207 euro con un utile di ben 20.001.131 che rappresenta il 6.4% dei ricavi netti di vendita. Nel 2014 era del 5.6% e nel 2013 dell’1.4%. Tutto questo nonostante un dividendo nel 2015 ai soci di circa 10.000.000 di euro che si aggiunge ai 750.000 euro di emolumenti agli amministratori. Accanto ad una gestione estremamente efficiente con impiego contenuto di personale (2 dirigenti, 61 impiegati e 213 operai) dal costo complessivo di 19.575.619 euro, pari al 6.2% dei ricavi totali, e una situazione finanziaria tale da non necessitare del ricorso a mezzi terzi (banche) quello che ha concorso significativamente è stato il calo del prezzo d’acquisto delle materie prime ossia, principalmente, del latte. Il consumo totale di merci, che comprende oltre il latte, il materiale di confezionamento e le materie prime vegetali, è sceso progressivamente dai 241.322.163 euro del 2013, ai 231.116.629 del 2014 fino ai 212.529.954 del 2015. Nel 2013 a fronte di un simile ricavo di vendita di 317.297.252, a confronto con i 313.830.266 del 2015, l’incidenza percentuale del costo delle materie prime è passata rispettivamente dal 76.1% al 67.7%, permettendo a Sterilgarda di fare un utile importante anche a fronte di un calo del fatturato. Nella “Relazione del consiglio d’amministrazione sulla gestione al 31/12/2015 agli azionisti” ci sono alcune considerazioni che meritano essere riportate testualmente.

Secondo i dati Nielsen, nel 2015, le vendite di latte in Italia sarebbero diminuite, a volume, rispetto all’anno precedente di una entità attorno al 7%, non certo compensata dagli aumenti(anche se percentualmente rilevanti) fatti segnare dai prodotti ad alta digeribilità (latte”delattosato”) o di origine vegetale(latte di soja, di riso,ecc.). La nostra società non si è differenziata, nella sostanza, dall’andamento generale, tant’è che il calo quantitativo registrato nel comparto latte(e sui prodotti derivati) è risultato attorno all’8% circa, ma è stato controbilanciato da aumenti percentuali ben più consistenti nei comparti dei succhi di frutta e delle bevande della c.d. linea “verde”(soja,ecc.).In termini complessivi il calo si quantifica nell’ordine di neppure mezzo punto percentuale. Assai più significativa appare, invece, la contrazione in termini di fatturato, giacchè i prezzi di tutti prodotti-senza eccezione alcuna-sono risultati in decisa flessione, con un dato medio finale prossimo al 6%, quale conseguenza del raffronto tra il volume d’affari di euro 330 milioni circa del 2014 e quello minore, pari ad euro 313 milioni circa, che ha concluso l’esercizio 2015. La suddivisione per aree del fatturato aziendale vede una live modifica dei macro dati che avevano caratterizzato gli anni precedenti e si quantifica così: l’82% circa imputabile ai ricavi derivanti dal settore di gran lunga preponderante rappresentato dal latte vaccino e di prodotti di origine lattiera, ed il restante 18% ripartito a sua volta tra il settore dei succhi di frutta, the e passata di pomodoro(12%circa) e quello del “green”, rappresentato cioè da bevande di origine vegetale(latte,yougurt e budini di soia) che sale al 6% in confronto al 4% dell’anno precedente. Fortunatamente per la nostra azienda, come d’altronde, per tutti gli operatori del settore, la diminuzione nei prezzi di vendita dei prodotti lavorati è avvenuta a seguito di un andamento assolutamente corrispondente nei costi delle materie prime; risultati in decisa flessione rispetto a quelli del precedente esercizio 2014”. Il saldo di tali variazioni-misurato nell’arco complessivo dell’anno-ha dunque consentito al primo margine (differenza tra ricavi di vendita e costi d’acquisto della materia prima) di migliorare addirittura i livelli conseguiti nell’anno 2012………………. In questo scorcio d’ anno la presenza di una offerta che permane abbondante nel comparto delle materie prime favorisce il perdurare dei  prezzi in acquisto ad un livello assolutamente contenuto…. I rischi connessi al mercato: il mercato in cui la società opera e soggetto al rischio delle variazioni di prezzo sia delle materie prime (in relazione alle quali può subire condizionamenti da parte delle organizzazioni dei produttori agricoli……    

Conclusioni

La lettura del bilancio di Sterilgarda per ora lascia per certi versi esterrefatti, soprattutto in considerazione della grave situazione economica e finanziaria in cui versano gli allevamenti. Ancor più irritante è che si parli di “materia prima latte” a “prezzi contenuti” proprio da una azienda che dichiara di utilizzare “solo latte italiano”, riferito ad un paese in cui la produzione di latte vaccino è evoluta dai 10.586.000 del 2013, ai 10.673.700 del 2014, fino ai 12.429.300 di tonnellate del 2015 e che importa il 32% di latte dall’estero per far fronte alle sue esigenze di lavorazione. Paese in cui la maggior parte dell’industria lattiero-casearia utilizza come claim sulle confezioni e sulla comunicazione la dicitura “con latte italiano” per aumentare vendite e prezzo al pubblico e in cui nè politica nè organizzazioni di categoria hanno provveduto a chiedere agli organismi competenti (ICQRF, AGCM, NAS e quant’altro) di accertarne la veridicità, preferendo gli innocui e inconcludenti proclami da piazze gremite utili solo a far vedere ai politici quanto si conta.

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