La vera scoperta di Jocelyne Porcher, ed è forse questo l’assunto più importante, è che la sofferenza degli animali è anche la sofferenza degli allevatori, essendo il loro rapporto con gli animali fondato, oltre che sulla resa economica ovvia e legittima, su una dimensione empatica di dono e restituzione del dono. Nell’allevamento, in effetti, gli animali mantengono una individualità, il più delle volte hanno un nome. Certo sono destinati a finire nei nostri piatti. Ma nel frattempo, in cambio, sono ospitati, nutriti, curati e amati.  O ancora, come sostiene Jocelyne Porcher, partecipano consapevolmente, e con zelo, al lavoro comune.