Le aziende montane lavorano generalmente in condizioni più difficili ed onerose rispetto a quelle situate in altri territori, e spesso i loro prodotti non hanno prezzi competitivi sul mercato. Questa situazione ha innescato negli anni un processo di spopolamento con il conseguente abbandono dell’attività agricola e del suo ruolo di preservare il paesaggio e mantenere la biodiversità. Per contrastare questo fenomeno è necessario avvalersi di sistemi di allevamento che risultino economicamente sostenibili ed interessanti per l’allevatore. L’Associazione Ager – Agroalimentare e ricerca, ha ritenuto importante sostenere la ricerca scientifica su progetti di rivitalizzazione e rilancio delle aree montane, uno di questi è stato il progetto IGral, svolto tra il 2018 e il 2021, sotto il coordinamento dell’Università di Torino, in collaborazione con l’Università di Sassari, il Cnr e Agris Sardegna.
L’obiettivo è stato proprio quello di studiare innovativi sistemi di allevamento al pascolo di bovini da carne delle razze rustiche Highland e Sarda, in quattro aree delle Alpi piemontesi e delle montagne della Sardegna. In particolare ci si è concentrati sulla valutazione dell’efficacia di diverse modalità di pascolamento e dei loro effetti sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici. E’ stato indagato inoltre l’aspetto legato alle caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche delle carni delle suddette razze ottenute al pascolo, rispetto a quelle di animali allevati in modo convenzionale e alimentati prevalentemente con cereali.
I risultati emersi sono estremamente interessanti. Ne abbiamo parlato con il dr. Marco Acciaro, agronomo esperto di alimentazione dei ruminanti e ricercatore di Agris Sardegna, in questa intervista della rubrica di Ruminantia TV “10 minuti con l’esperto“.
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