Esiste probabilmente un contrasto disarmante tra la semplicità di questa domanda e il modo in cui ci complichiamo la vita per cercare una risposta. C’è chi si affida alle stime, chi al sentito dire, chi alla contabilità del cassetto (conto corrente a inizio anno versus conto corrente a fine anno), chi ai guru e ai discorsi da bar, ma in sostanza, esattamente come succede per l’allevamento della vacca da latte, non usciamo dall’impiccio fino a quando non la smettiamo di cercare scorciatoie.

Nel mare magnum del web poi se ne sentono di tutti i colori.

Facciamo un po’ di ordine. In Italia alleviamo circa 400.000 capi bufalini in meno di 2700 allevamenti e buona parte della produzione di latte è destinata alla produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP, che nel nostro paese è la quarta DOP come quantità, dopo il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il Gorgonzola, ma la terza come valore. Le rilevazioni dicono che il settore è in costante crescita, ma da qualche tempo a questa parte molti allevamenti dichiarano forti difficoltà ad affrontare il mercato.

Ripartiamo proprio da qui. L’allevamento, così come qualsiasi altra forma di impresa che non sia una ONLUS, basa la sua sussistenza proprio sull’ottenimento di un profitto. Il suo obiettivo deve essere la ricerca del reddito.

Come possiamo sapere se il nostro allevamento è redditizio oppure no?

I guru del pressappoco di cui sopra ci diranno che dipende dalla produzione per capo, dall’età al primo parto delle manze, dall’interparto, dal costo della razione, oppure, peggio ancora, dal mercato delle materie prime o dal prezzo del latte che ci viene riconosciuto. Dalle performance tecniche, oppure da variabili su cui la stalla non ha alcun potere.

Il gioco cambia solo quando ci rendiamo conto che lo strumento che ci serve per rispondere all’atavica domanda “rende o non rende” esiste eccome, è semplicissimo e non rappresenta nemmeno una novità epocale, visto che è stato inventato e disciplinato circa 80 anni fa. Si chiama Conto Economico.

Il ragionamento da fare, così, non è più basato su indici indiretti che “grosso modo” ci dicono che, in teoria, siamo sopra o sotto la linea di galleggiamento. La base diventa il numero, la contabilità, la fredda verità che azzera i “mi sembra” e non guarda in faccia nessuno. Posso avere le migliori performance tecniche o il più basso costo delle materie prime, ma se non utilizzo la contabilità rimango sempre al punto di partenza.

Sto guadagnando o sto perdendo? Quanto mi costa produrre un litro di latte? Qual è il mio punto di break-even?

E ancora, mi conviene ampliare la mandria per diluire i costi fissi? Meglio affittare più terreno per aumentare l’autoproduzione dei foraggi o comprare il fieno dall’azienda del vicino? Come valuto l’idea di costruire un caseificio aziendale?

La contabilità deve seguire un principio di divisione in rami d’azienda. Tipicamente, avrò una campagna che coltiverò con i relativi addetti e i relativi fattori di produzione. Questa venderà, o, meglio, trasferirà i suoi prodotti alla stalla delle bufale, che a sua volta sosterrà i costi per i relativi fattori di produzione, quindi trasferirà il suo prodotto, il latte, ad un caseificio interno oppure lo venderà all’esterno. Abbiamo appena descritto i primi tre comparti della cosiddetta catena del valore. Ognuno di essi deve essere considerato stagno, come avulso dagli altri. La somma dei risultati dei 3 comparti, o rami d’azienda, darà il risultato finale.

Dite che mettere in fila i ricavi e i costi, e soprattutto, farlo in modo intelligente ed intellegibile, sembra complicato o impossibile?

Certo, è vero, partire da zero può essere difficile. Ma per chi ha avuto la pazienza di arrivare fino a qui, ecco una buona notizia. Esistono software che permettono di fare tutto questo. Chi scrive se ne occupa in prima persona all’interno della piattaforma €rgo.

Le considerazioni che si possono trarre da una buona redazione del proprio conto economico conducono a decisioni di vitale importanza per l’impresa ed il suo futuro.

Coraggio dunque, per affrontare il futuro si parte dai numeri!