Nel giorno dell’anniversario dell’alluvione in Romagna (leggi anche “16 maggio 2023: la Romagna travolta da un’onda nera“) il maltempo torna a colpire le regioni del nord, interessando in particolare il Veneto e la Lombardia.

Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia questa mattina insieme all’Assessore regionale alla Protezione Civile e a tutti i tecnici della regione ha incontrato la stampa per fare il punto della situazione sugli effetti della violenta perturbazione che da ieri si sta abbattendo sul Veneto. “Siamo di fronte a fenomeni di precipitazioni eccezionali, che si sono abbattuti soprattutto nel vicentino, nel veronese e nel padovano. L’apertura dei bacini di laminazione ha permesso di evitare un disastro. Abbiamo attivato tutti i bacini del vicentino – Montebello, Caldogno, Trissino, Orolo e Viale Diaz – e anche uno nel veronese, quello della Colombaretta. È stato il primo reale collaudo per alcuni di questi. In poche ore dal tardo pomeriggio di ieri l’ARPAV e la Protezione Civile del Veneto hanno registrato precipitazioni record: nella zona Pedemontana Vicentina e Veronese c’è stata una media 180 mm d’acqua, con punte di 229 mm, in sei ore. Nella serata di ieri abbiamo attivato l’Unità di Crisi. Questa mattina ho firmato il decreto per la dichiarazione dello Stato di emergenza per avversità meteo. Bombe d’acqua simili a maggio, in Veneto, non si erano mai viste”.

Anche in Lombardia le vasche di laminazione hanno svolto un ruolo chiave nella gestione dell’emergenza, come si evince dalle dichiarazioni dell’ Assessore al Territorio e Sistemi verdi Gianluca Comazzi che ieri ha dichiarato: “Grazie all’attivazione delle vasche di laminazione, già realizzate da Regione Lombardia, che limitano le piene del Lambro, stiamo fronteggiando una situazione davvero difficile e contenendo impatti ancor più pesanti su tutti i comuni a valle, in particolare Milano, Monza e Cinisello Balsamo. La preoccupazione, però, non è finita e l’attenzione resta altissima”. Ad oggi si sta attuando un graduale svuotamento delle aree di laminazione che agiscono sul fiume Lambro, riempitesi nelle scorse ore e sono, inoltre, in corso sopralluoghi nelle aree interessate, nel tentativo di prevenire ulteriori ondate di maltempo.

Nel frattempo, invece, in Sicilia la Giunta Regionale ha richiesto lo stato di emergenza per la siccità, ottenuto lo scorso 6 maggio, dal Consiglio dei ministri  per una durata di 12 mesi, con uno stanziamento dei primi 20 milioni di euro, al fine di incrementare le risorse in tempi brevi già nel corso dell’attuazione dei primi interventi.  Il governo siciliano ha già trasmesso a Roma tutta la documentazione necessaria, stilando una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge. Le soluzioni proposte dalla cabina di regia, guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione civile regionale, sono differenziate in base ai tempi di realizzazione. Tra quelle di rapida attuazione: l’acquisto di nuove autobotti nei Comuni in crisi e la sistemazione di altri mezzi in un centinaio di enti locali; circa 130 interventi tra rigenerazione di pozzi esistenti, trivellazione di pozzi gemelli e riattivazione di quelli abbandonati, oltre al revamping di una trentina di sorgenti; il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte; la realizzazione di nuove condotte di interconnessione e bypass. Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio dei dissalatori di Porto Empedocle, nell’Agrigentino, e di Trapani, operazioni che richiederanno tempi e procedure di gara più lunghe, non essendoci deroghe sostanziali in materia ambientale e di appalti sopra soglia comunitaria. Nello stesso tempo, il dipartimento regionale di Protezione civile ha istituito nove tavoli tecnici negli uffici del Genio civile dei capoluoghi di ogni provincia, con rappresentanti del dipartimento delle Acque, dei Consorzi di bonifica, e dell’Autorità di bacino. I tavoli hanno individuato e selezionato gli interventi secondo priorità e poi procederanno al monitoraggio delle fasi realizzative.

Su questo tema ISPRA lo scorso 10 maggio ha pubblicato uno studio intitolato “Lo stato di severità idrica a scala nazionale” (consultabile QUI) dal quale si evince l’allarmante situazione della Sicilia, ma anche della Sardegna e di una vasta zona dell’Italia Centro- Meridionale.