L’ambiente d’allevamento, ovvero l’insieme degli elementi esterni che interagiscono con l’animale influenzandone l’aspetto psico-fisico, il metabolismo, il comportamento e la produzione, rappresenta uno degli aspetti di maggiore rilevanza per il benessere e la salute delle bovine da latte.

Fra questi elementi esterni occorre ricordare:

  • il sistema d’allevamento (in regime stallino, all’aperto, al pascolo);
  • la tipologia di stabulazione (singola o collettiva, fissa o libera);
  • la conformazione e la distribuzione delle superfici d’allevamento (zona di riposo, zona di alimentazione, zona di esercizio, zona di mungitura);
  • lo spazio vitale attribuito ad ogni capo (superficie libera disponibile);
  • il tipo di pavimento (pieno, fessurato, con lettiera, in piano, in pendenza);
  • il sistema di alimentazione (tipo di alimentazione, dimensione e forma delle attrezzature per la somministrazione dell’alimento, collocamento dei punti di alimentazione)
  • il sistema di distribuzione dell’acqua di bevanda;
  • il microclima (temperatura, umidità, velocità dell’aria), la concentrazione di gas e polveri e il rumore;
  • le condizioni igieniche e l’ambiente microbico.

Di seguito, vengono approfonditi alcuni degli aspetti relativi all’ambiente d’allevamento che incidono maggiormente sul benessere animale.

Tecniche di stabulazione

Relativamente al benessere animale, la stalla a stabulazione libera rispetto a quella fissa presenta i seguenti vantaggi:

  • migliori condizioni di vita per le vacche, che possono muoversi liberamente usufruendo dei benefici effetti della ginnastica funzionale e che hanno maggiori possibilità di scelta circa il microclima d’allevamento, potendosi collocare nelle zone della stalla con caratteristiche più vicine a quelle della zona di benessere;
  • migliore evidenziazione dei calori e maggiore facilità al parto.

Nella stabulazione libera, in base al tipo di zona di riposo, possiamo distinguere stalle a lettiera permanente o inclinata e stalle a cuccette.

Nella stalla a lettiera permanente la zona di riposo è organizzata in aree collettive a pavimentazione piana nelle quali vengono aggiunti, con frequenza settimanale o bisettimanale in funzione del periodo climatico, cospicui quantitativi di paglia (mediamente dai 5 ai 7 kg/capo per giorno), per mantenere la lettiera sufficientemente asciutta; l’asportazione dell’intera lettiera può avvenire ogni 3¸6 mesi, in relazione alle esigenze colturali di ogni azienda. La superficie di stabulazione coperta è pari a 9¸12 m2/capo, di cui almeno 6¸7 m2/capo in zona di riposo.

Rispetto alle altre soluzioni a stabulazione libera, la stalla a lettiera permanente presenta maggiori pericoli di schiacciamento delle mammelle e peggiori condizioni microclimatiche in zona di riposo, specialmente durante i periodi estivi (umidità, gas tossici e calore provenienti dalla lettiera).

La stalla a lettiera inclinata può essere considerata una evoluzione della tipologia a lettiera permanente, dalla quale differisce principalmente per il fatto che la pavimentazione è a un livello più alto rispetto a quella delle zone limitrofe ed è, inoltre, pendente. In zona di riposo devono essere aggiunti, con frequenza giornaliera, quantitativi di paglia pari a 3¸5 kg/capo; in questa soluzione la superficie di stabulazione coperta è pari a 7¸10 m2/capo, di cui almeno 5¸5,5 m2/capo in zona di riposo.

In relazione al benessere degli animali, la lettiera inclinata presenta rispetto alla soluzione a lettiera permanente i seguenti vantaggi:

  • minori problemi per i gas tossici e la polvere;
  • facile controllo delle vacche dalla corsia di foraggiamento.

Per contro, rispetto alle altre soluzioni a stabulazione libera, presenta il maggior rischio di cadute degli animali, in particolare con pendenze elevate del pavimento, e il peggioramento grave delle condizioni igieniche, nel caso di “blocco” della lettiera.

La stalla a cuccette è caratterizzata dal fatto di avere una zona di riposo suddivisa in posti singoli, in cui ciascuna vacca ha a disposizione un’area ben delimitata nella quale appartarsi per riposare. L’aspetto innovativo della soluzione consiste, perciò, nell’avere separato nettamente le aree destinate al riposo da quelle destinate agli spostamenti (corsia di smistamento e passaggi di collegamento intercalati alle cuccette).

I vantaggi che ne conseguono, nei confronti delle tipologie a lettiera, si possono così riassumere:

  • maggiore tranquillità per gli animali;
  • eliminazione delle lesioni da schiacciamenti;
  • maggiore pulizia della superficie di riposo e, conseguentemente, animali più puliti a livello dell’apparato mammario.

Per contro, rispetto alle lettiera, presentano anche alcuni svantaggi:

  • maggiore difficoltà di adattamento per le manze gravide provenienti dalle lettiere (meglio mettere anche questi soggetti in cuccetta);
  • maggiore disturbo arrecato agli animali dalla presenza di gradini e attrezzature di contenimento;
  • minore tolleranza nei confronti di errori di progettazione e/o di realizzazione: se si sbaglia si rischiano numerosi inconvenienti (traumi agli animali, scarsa frequentazione delle cuccette, scarse condizioni igieniche).

Passaggi trasversali fra le cuccette

Nelle stalle a cuccette il collegamento fra la zona di riposo e le altre aree della stalla (alimentazione, eventuale paddock) avviene mediante passaggi trasversali intercalati alle cuccette. La loro larghezza varia in base al tipo di passaggio; si distinguono le seguenti tipologie di passaggio:

  • senza abbeveratoi, con larghezza di 0,9¸1 m nel caso di transito di una vacca per volta, e di almeno 1,8 m nel caso di due vacche per volta;
  • con abbeveratoi su un lato, con larghezza minima di 3 m;
  • con abbeveratoi su due lati, con larghezza minima di 5 m.

Corsie di stabulazione

Nelle corsie di stabulazione i parametri fondamentali da considerare per il benessere degli animali sono la larghezza e il tipo di pavimento.

Per la zona di alimentazione la larghezza consigliata è pari a 4¸5 m, con una larghezza minima di 3,3 m, mentre per la corsia di smistamento fra le cuccette la larghezza consigliata è pari a 2,5¸3,5 m, con una larghezza minima di 2,2 m.

Il pavimento delle corsie deve essere facile da pulire, non scivoloso, non abrasivo, privo di bordi aguzzi o protuberanze, resistente, di lunga durata ed economico.

Nel caso di pavimento pieno, assume notevole importanza la rigatura della superficie. Nel caso di pavimento fessurato sono importanti le dimensioni ottimali di fessure e travetti. In questi ultimi anni si sta assistendo alla diffusione nelle stalle italiane delle pavimentazioni deformabili in gomma; tali rivestimenti vengono installati con lo scopo di migliorare la deambulazione degli animali e limitare le problematiche podali. Sono disponibili rivestimenti in gomma sia per pavimenti pieni che per pavimenti fessurati.

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Foto 1 – Passaggio trasversale fra le cuccette con abbeveratoi su un lato

Foto 2 – Corsia di alimentazione a pavimento pieno con gomma