Secondo i dati BDN, aggiornati al 31 dicembre 2023, con 15 allevamenti registrati la Sicilia è la quattordicesima regione d’Italia per numero di aziende bufaline, e la settima per numero di capi con un totale di 2.485 presenze. Di queste circa 1.000 afferiscono all’Azienda Agricola Magazzè di Giuseppe Dinatale e figli, che dal 2005 ha scommesso sull’inserimento di questa specie nel territorio siculo. Ma facciamo un passo indietro e scopriamo dalle parole di Giuseppe come è iniziata quest’avventura.

«La nostra azienda è stata fondata da mio nonno, un allevatore di bovini di razza Modicana, tipica di questi luoghi dato che ci troviamo a cavallo di due comuni, quello di Ragusa e quello di Santa Croce Camerina, tra il castello di Donnafugata e la spiaggia di Punta Secca. Con mio padre, poi, sono state introdotte le Frisone che abbiamo allevato per produrre latte fino al 2006. Gli inizi del nuovo millennio sono stati, infatti, caratterizzati da numerose problematiche, legate soprattutto alla situazione delle quote latte il cui prezzo aumentava continuamente, a differenza di quello del latte che non veniva né mantenuto né salvaguardato. Per questo motivo, essendo ormai subentrato io nella gestione, ho voluto tentare una svolta convertendo l’azienda all’allevamento bufalino

Giuseppe, perché proprio le bufale?

«Innanzitutto il comparto bufalino era estraneo a quelle dinamiche di mercato cui accennavo, poi ho pensato che la mozzarella di bufala era un prodotto decisamente poco diffuso nella nostra terra ma estremamente amato da tutti, e a distanza di quasi 20 anni devo dire che le persone hanno risposto molto bene alla mia idea di produrlo localmente. Il 31 marzo del 2005 sono arrivati i primi capi, 130 per l’esattezza, e per un anno abbiamo avuto una compresenza di vacche e bufale. In quel periodo abbiamo realizzato il caseificio aziendale e cominciato a trasformare circa 150 litri al giorno di latte. Sono andato poi per un breve periodo in provincia di Latina ad affiancare un casaro esperto, e ho cercato di affinare un po’ la tecnica, seppur il tempo a mia disposizione fosse poco. E da lì è partita la produzione, per quanto vi confesso che non è stato affatto facile imparare a fare la mozzarella».

Come ha risposto il mercato a questa vostra proposta?

«Devo dire che il mercato ha risposto subito in maniera molto positiva, anzi sono iniziate ad arrivare tante richieste per poter degustare i prodotti in azienda, perché oltre alla trasformazione del latte abbiamo intrapreso anche la commercializzazione della carne di nostri bovini e degli insaccati sia di bufala che di suini, dato che abbiamo introdotto anche un gruppo di maiali Neri dei Nebrodi allo stato brado, ai quali somministriamo il siero delle lavorazioni. Così nel 2008, sollecitati proprio dai nostri clienti, abbiamo aperto anche l’agriturismo, inizialmente con circa 70 posti a sedere, ricavato dal fienile ristrutturato. Successivamente, nel 2018, è partita l’attività di Campagna Amica e mi è stato richiesto di partecipare con la mia attività, e quindi, supportato dai miei tre figli, Giovanni, Simona e Davide, abbiamo deciso di avventurarci anche nel mondo dei mercati contadini».

Una scelta decisamente impegnativa avendo già caseificio aziendale, punto vendita e agriturismo. Ritieni sia valsa la pena riorganizzarvi e coinvolgere nuovo personale per intraprendere quest’ulteriore attività?

«Bisogna sempre andare avanti. Nel momento in cui pensi di aver terminato il tuo percorso hai già fallito, a me piace l’idea di migliorare e di migliorarci continuamente; perciò, abbiamo accolto questo invito con entusiasmo e ne siamo pienamente soddisfatti a distanza di 6 anni. Ma proprio per il concetto cui accennavo, nel 2021, durante il lockdown, abbiamo voluto crescere ancora un po’ aprendo un punto vendita a Ragusa città, che si trova a 18 km da qui. Per completare la filiera ci mancano i posti letto, ma ho un progetto in essere che spero di realizzare a breve, e nel frattempo, quando abbiamo avviato l’attività di agriturismo, abbiamo attrezzato anche una zona ad agricampeggio, con piazzole, servizi igienici e corrente elettrica per chi vuole intanto sostare. Altre attività inserite in questi anni sono state l’organizzazione di eventi, le visite didattiche con scuole e università».

Beh, sicuramente le idee e la voglia di fare non vi mancano! Ci sono state delle criticità particolari che avete dovuto affrontare nel costruire la vostra filiera a km 0?

«C’è stato tanto da faticare. I figli ancora erano piccoli, non sapevo se le bufale si sarebbero adattate bene davvero alle condizioni climatiche, io non ero adeguatamente preparato all’inizio sulla tecnica casearia, perciò, ho dovuto migliorarmi tanto, facendo tesoro delle critiche costruttive che ricevevo da chi avevo intorno. Però il territorio ha risposto decisamente bene e la mozzarella di bufala locale è entrata a far parte della dieta delle famiglie delle nostre zone. Se devo pensare ad un momento difficile forse sono proprio questi ultimi anni, dal Covid alla guerra in Ucraina c’è stata un’escalation di prezzi e tanta speculazione, aggravata da tre anni di siccità che ci sta veramente mettendo a dura prova. Senza acqua le produzioni sono calate tantissimo e, se non vogliamo abbattere gli animali, dobbiamo necessariamente acquistare foraggi e mangimi per mantenerli.  Questo incide moltissimo sui costi di produzione, e ritengo sia  la criticità più grande che ci si è presentata davanti negli ultimi 20 anni».

Nonostante questo, come si presenta oggi la vostra azienda?

«Ad oggi abbiamo oltre 1.000 capi bufalini e 40 dipendenti, l’agriturismo ha raggiunto i 200 posti e produciamo circa 6 quintali di mozzarella al giorno, che in estate arrivano quasi a 10. Nel 2023 abbiamo introdotto un impianto da 100 kWh con pannelli fotovoltaici installati sui tetti e quest’anno lo amplieremo per raddoppiarne la potenza.»

La vostra è quindi una filiera cortissima e una realtà aperta a chiunque voglia vederla da vicino, secondo lei questa strategia ripaga? Aprirsi al pubblico, partecipare agli eventi e farsi conoscere, sono attività che hanno un reale ritorno d’immagine, e quindi economico, per il produttore?

«Direi che sono la carta vincente! Innanzitutto, bisogna puntare alla qualità, che all’inizio sembra non premiare, ma a lungo andare fa parlare di te. Se a questa si aggiunge un pizzico di struttura accogliente, un bel sorriso per i clienti, che non guasta mai, e tanto impegno dedizione e perseveranza, i risultati arrivano. Noi ci siamo fatti conoscere piano piano, il passaparola sul territorio è stato fondamentale, e adesso abbiamo turisti che vengono a trovarci in azienda non solo da tutta Italia ma anche dall’estero: Spagna, Francia, Germania e Malta! Ma voglio sottolineare che c’è un ulteriore ingrediente essenziale in questa ricetta, senza il quale non sarebbe stato possibile raggiungere tanti risultati, ed è la squadra dei collaboratori che seguono con passione e dedizione ogni aspetto dei servizi che forniamo. Ecco, a loro e a tutta la clientela che ci sceglie e ci dà fiducia, va il mio più grande e sentito ringraziamento!»

Per chi volesse approfondire la conoscenza dell’azienda Magazzè è disponibile sia il sito internet (QUI) che la pagina Facebook (QUI)!