Brucellosi, antichissima malattia mediterranea

Nel 2010, in una giara affiorata durante gli scavi della tomba di Ptahmes, un alto funzionario vissuto durante il regno del faraone Seti I e del suo successore Ramesse II, è stato trovato del materiale che, studiato con la moderna proteomica biomolecolare, si è dimostrato essere un prodotto lattiero-caseario ottenuto da latte misto di ovicaprino e vaccino prodotto da animali infetti da brucellosi. La tomba, situata nella necropoli di Saqqara in Egitto, presso la Piramide di Unas, è stata costruita nel XIII secolo a.C. durante la XIX dinastia del Nuovo Regno e risale a 3200 anni fa. La presenza di Brucella melitensis è stata attestata da uno specifico peptide che fornisce una ragionevole evidenza biomolecolare diretta della presenza dell’infezione da brucella nel periodo Ramesside, per la quale erano state sinora fornite solo prove paleopatologiche indirette (Enrico Greco, Ola El-Aguizy, Mona Fouad Ali, Salvatore Foti, Vincenzo Cunsolo, Rosaria Saletti, Enrico Ciliberto – Proteomic Analy-ses on an Ancient Egyptian Cheese and Biomolecular Evidence of Bru-cellosis – Anal. Chem., 90, 16, 2018, pag. 9673–9676).

La brucellosi è un’infezione presente in tutta l’area mediterranea che colpisce l’uomo ed è nota anche con le seguenti denominazioni: melitense, febbre di Malta o maltese, febbre di Cipro, febbre di Gibilterra, febbre mediterranea, febbre ondulante, melitococcia, setticemia di Bruce e pseudotifo. Si trasmette all’uomo dagli animali domestici, soprattutto ruminanti (caprini, ovini, bovini), nei quali la brucellosi causa aborto e mastite. La brucella prende il nome da David Bruce (1855 – 1931), un medico dell’esercito britannico che fu incaricato dalla Royal Society di Londra di studiare la febbre maltese e che fu il primo ad isolare il batterio nel 1886, dandogli il nome di Micrococcus melitensis. Nel 1895 il medico veterinario Bernhard Lauritz Frederik Bang (1848 – 1932) identificò il bacillo responsabile dell’aborto contagioso nei bovini e lo denominò di Bacillo di Bang; questo fu poi fu rinominato successivamente con il nome di Brucella abortus.

Brucellosi, problema attuale

La brucellosi, ancora oggi, è una delle principali malattie che nel Mediterraneo ed in tutto il mondo colpisce gli animali e l’uomo (zoonosi) e che necessita di una particolare attenzione, recentemente ribadita anche da Aristarco Semenis e collaboratori (Seimenis A., Araj G. F., Moriyón I., Tabbaa D. – Brucellosis prevention and control in the Mediterranean & Middle East Regions_A guidance towards approaching the targets – J Med Liban; 67 (1), 2019, pag.52-61). Nell’uomo la malattia, spesso priva di sintomi patognomonici, può essere facilmente confusa con altre condizioni febbrili, soprattutto nei paesi tropicali dove potrebbe essere diagnosticata erroneamente come malaria resistente ai farmaci e come febbre tifoide. Negli animali l’infezione colpisce bovini, bufali, pecore, capre, suini, cammelli, alcuni mammiferi marini e altri animali, provocando aborti e ridotta fertilità (fino ad arrivare alla sterilità) negli animali infetti, ma anche le popolazioni umane rurali e urbane sono a rischio continuo di contrarre la brucellosi. Oltre a avere un importante impatto medico e sociale, la brucellosi è causa di un pesante onere economico a livello familiare e nazionale. Nei paesi sviluppati l’infezione negli animali è controllata o è stata eliminata attraverso campagne di sensibilizzazione dei mass media, sorveglianza epidemiologica sistematica, vaccinazioni di massa, politiche di test e macellazione, indennizzo degli agricoltori e altri incentivi, portando a una riduzione se non scomparsa dei casi di malattia nell’uomo. Tuttavia, nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, come quelli del Mediterraneo Meridionale e del Medio Oriente (SMME), la brucellosi rimane spesso non identificata. La diagnosi negli animali e nell’uomo avviene principalmente in fase avanzata, comportando malattie e disabilità prolungate e croniche. La persistenza della brucellosi nei paesi SMME costituisce inoltre un grave pericolo per gli Stati che, come l’Italia, hanno rapporti con i paesi dove l’infezione è ancora presente.

Brucellosi nel mondo

La brucellosi è un’infezione che crea significativi problemi medici, sanitari, sociali ed economici in più di 120 paesi, soprattutto in via di sviluppo, senza trascurare il fatto che infezioni da diverse specie del genere Brucella sono ritenute dal CDC (Centers for Disease Con-trol and Prevention) capaci di creare problemi di biosicurezza e di bioterrorismo patogeno. Nella maggior parte dei paesi, tra le tredici specie di Brucella, la B. melitensis presenta il rischio più elevato per l’uomo attraverso il contatto con bestiame infetto e soprattutto mediante l’ingestione di latte crudo, panna e formaggio a pasta molle prodotti con il latte di pecore e capre infette, che costituiscono il principale serbatoio d’infezione. La prevenzione ed il controllo della brucellosi potrebbero rappresentare un prototipo caratteristico del concetto di One Health da adottare, in particolare, quando l’eliminazione della brucellosi rimane inverosimile soprattutto tra i paesi SMME in cui la malattia è ancora endemica. Questo concetto comprende il coordinamento degli sforzi non solo tra le autorità sanitarie pubbliche e animali, ma anche tra le agenzie private e nazionali nei paesi ed i loro leader, nonché il coordinamento di collegamento con le organizzazioni internazionali. Pertanto, accettare e adottare gli approcci forniti, come prerequisiti e misure di collaborazione orizzontale e verticale, porterà sicuramente a un programma di prevenzione e controllo della brucellosi efficace ed efficiente in qualsiasi paese che ne abbia bisogno. Tuttavia, nell’attuale situazione di deterioramento, conflitti, sfollamenti delle popolazioni, interruzione delle attività e dei programmi di salute pubblica e animale di alcuni paesi dello SMME, l’attuazione di una particolare attività di prevenzione e controllo di malattie trasmissibili come la brucellosi rimane irragiungibile. Solo quando si realizza la pace, tali attività di controllo possono essere gradualmente ristabilite per il benessere dei paesi.

Zoonosi e commerci internazionali

Nella regione del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente, le interazioni tra esseri umani, animali ed ambiente circostante sono spesso vicine. Questo fatto si manifesta principalmente negli ambienti agricoli tradizionali (da comunità sedentarie, semi-sedentarie e nomadi) e dove è stata introdotta l’intensificazione del bestiame. Una combinazione di fattori complessi in questi contesti (ad esempio sfide nelle infrastrutture nazionali e collaborazione/coordinamento intersettoriale, abitudini tradizionali, scarsa informazione sociale, ecc.) contribuisce all’emergere e, occasionalmente, al modello endemico delle zoonosi. La grande crescita dei viaggi e del commercio internazionale, lo spostamento della popolazione e gli insediamenti non igienici hanno aumentato la velocità e la facilità con cui agenti patogeni e vettori possono attraversare continenti e causare epidemie ed epidemie. In diversi paesi della regione sono stati attuati programmi per la prevenzione ed il controllo delle zoonosi; tuttavia, i risultati attesi non sono sempre stati realizzati. I conflitti ed i disordini civili che hanno colpito alcuni paesi della regione nell’ultimo decennio, insieme allo sfollamento di massa di persone in cerca di rifugio, hanno provocato gravi impatti epidemiologici e sociali. Le zoonosi e le relative malattie di origine alimentare sono, infatti, una sfida mondiale, la cui prevenzione e controllo dipendono principalmente dalle azioni delle autorità nazionali. Una volta stabilita la pace in quest’area, le autorità dovranno affrontare l’onere delle malattie attraverso la mobilitazione delle risorse, l’attuazione dell’orientamento tecnico delle agenzie internazionali e la collaborazione internazionale.

 

Giovanni Ballarini, dal 1953 al 2003 è stato professore dell’Università degli Studi di Parma, nella quale è Professore Emerito. Dottor Honoris Causa dell’Università d’Atene (1996), Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione della Repubblica Italiana, è stato insignito dell’Orde du Mérite Agricole della Repubblica Francese. Premio Scanno – Università di Teramo per l’Alimentazione nel 2005, Premio Giovanni Rebora 2014, Premio Baldassarre Molossi Bancarella della Cucina 2014, Grand Prix de la Culture Gastronomique 2016 dell’Académie Internationale de la Gastronomie. 

Da solo e in collaborazione con numerosi allievi, diversi dei quali ricoprono cattedre universitarie, ha svolto un’intensa ricerca scientifica in numerosi campi, raggiungendo importanti e originali risultati, documentati da oltre novecento pubblicazioni e diversi libri. 

Da trenta anni la sua ricerca è indirizzata alla storia, antropologia e in particolare all’antropologia alimentare e anche con lo pseudonimo di John B. Dancer, ha pubblicato oltre quattrocento articoli e cinquanta libri, svolgendo un’intensa attività di divulgazione, collaborando con riviste italiane, quotidiani nazionali e partecipando a trasmissioni televisive. Socio di numerose Accademie Scientifiche è Presidente Onorario dell’Accademia Italiana della Cucina e già Vicepresidente della Académie Internationale de la Gastronomie.