Risoluzioni 7-00280 Spena, 7-00281 Cenni e 7-00284 Ciaburro: Misure per il lavoro e l’imprenditoria femminile in agricoltura.

PROPOSTA DI RISOLUZIONE UNITARIA

  La XIII Commissione,
premesso che:
l’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (Onilfa) è stato istituito presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il 13 ottobre del 1997 su proposta delle rappresentanti femminili delle organizzazioni professionali agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri) al fine di creare uno specifico organismo che si occupasse del ruolo delle donne nel settore agricolo italiano. La finalità principale dell’Onilfa era, infatti, quella di approfondire la conoscenza della realtà imprenditoriale e del lavoro femminile in agricoltura, collaborando con le pubbliche amministrazioni, raccogliendo dati e promuovendo iniziative pilota nel settore dell’imprenditoria agricola al femminile;
con l’articolo 12, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 6 luglio 2012, convertito dalla legge n. 135 del 7 agosto 2012, venne previsto che le attività svolte dagli organismi collegiali operanti presso le pubbliche amministrazioni sarebbero state trasferite ai competenti uffici delle amministrazioni presso le quali gli organismi operavano. Pertanto, con tale misura, le attività di promozione dell’imprenditoria femminile in agricoltura, precedentemente di competenza dell’Osservatorio nazionale per il lavoro e l’imprenditoria femminile in agricoltura, vennero trasferite all’ufficio DISR II (Direzione generale dello sviluppo rurale – Programmazione sviluppo rurale) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;

considerato che:
le donne svolgono un ruolo fondamentale e da lunga data nelle aziende agricole senza che questo, in molti casi, sia riconoscibile in termini di titolarità dei diritti, di responsabilità gestionali e di garanzie giuslavoristiche loro accordate;
i dati Eurostat sulla forza lavoro del 2016, riferiti all’Unione europea a 28 Stati (UE-28) certificano che le donne rappresentano il 35,1 per cento della forza lavoro agricola; tale percentuale risulta di 10 punti percentuali inferiore alla quota di donne sul totale della popolazione lavorativa, che si attesta a circa il 45,9 per cento;
in Italia, i dati dell’Istat sulle forze lavoro del 2016 contano il 27 per cento delle donne occupate in agricoltura; la presenza femminile pesa per il 3 per cento del totale delle donne occupate, rispetto al 14 per cento nell’industria e all’83 per cento nei servizi;
il contributo femminile è, quindi, fondamentale per lo sviluppo sostenibile del comparto agroalimentare, un settore strategico per l’Italia, che rappresenta il 14 per cento del PIL con 219,5 miliardi di euro, compresa la ristorazione;
le imprenditrici agricole esprimono assolute eccellenze in molti campi, a partire dal settore vitivinicolo, e si caratterizzano per una forte propensione alle pratiche biologiche ed ecosostenibili, all’agricoltura sociale e all’innovazione;
a livello nazionale ed internazionale si assiste in misura crescente alla creazione di reti e di associazioni di donne del settore volte alla valorizzazione della biodiversità agricola, allo scambio di esperienze e alla cooperazione;
tale vivacità ed eccellenza non è sempre supportata e rappresentata a sufficienza nei vertici delle organizzazioni di settore, così come nei servizi pubblici e privati del comparto agricolo;
numerosi studi ed indagini da anni hanno approfondito gli aspetti organizzativi, sociali ed economici dell’agricoltura al femminile, rimarcando strette connessioni tra la presenza di donne attive in agricoltura e l’attenzione per la diversificazione economica aziendale (agriturismo, attività didattiche, vendita diretta, agricoltura sociale e altro) per gli aspetti ambientali (in particolar modo per ciò che concerne lo sviluppo di modelli produttivi sostenibili come l’agricoltura biologica e l’agricoltura familiare) e per una maggiore capacità di resistere alle avversità del mercato;
l’Onu ha messo in campo da anni una serie di azioni, dal coinvolgimento delle donne nei processi decisionali che possono influire sul clima a livello locale e globale, alla promozione finanziaria e tecnologica di iniziative imprenditoriali femminili;
valutato che:
nell’ambito dell’impresa familiare occorrerebbe prevedere, come del resto già prefigurato la scorsa legislatura nell’ambito dell’esame delle proposte di legge per il settore ittico, una specifica disposizione che riconosca a livello civilistico la figura del familiare che svolge la propria attività nell’ambito dell’impresa agricola e alla quale riconoscere ogni diritto lavorativo previdenziale ed assistenziale di cui godono gli altri lavoratori;
risulta, altresì, necessario che, anche nell’ambito degli enti pubblici chiamati ad operare per il settore agricolo, venga prevista un’adeguata rappresentanza di genere nell’ambito delle cariche direttive;
occorre, inoltre, prevedere che ogni rilevazione statistica per il settore, ivi comprese le attività di monitoraggio e di valutazione delle politiche agricole e rurali, includa una differenziazione per genere così da avere un quadro reale e costantemente aggiornato al fine di meglio programmare e configurare ogni intervento necessario;
risulterebbe fondamentale istituire presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e negli enti controllati, servizi di sostegno all’imprenditoria ed al lavoro femminile in agricoltura, a partire da una lettura di genere dei dati di settore;
la Fao ha stimato che se le donne avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini, la produzione agricola potrebbe aumentare fino al 30 per cento. E poiché in molti Paesi poveri l’agricoltura è la principale occupazione delle donne, questo potrebbe far sì che 150 milioni di persone potrebbero nel prossimo futuro uscire dalla loro condizione di insicurezza alimentare. È per questo che uno dei Global Goals della Fao individua nell’uguaglianza di genere e nell’emancipazione femminile uno dei principali, e, peraltro, tra i più difficili obiettivi da raggiungere;
considerato che durante le audizioni svolte dalla Commissione Agricoltura della Camera dei deputati sono state sottolineate alcune criticità, a partire dalle difficoltà di molte imprenditrici nell’accesso al credito, nel rientro nell’attività di impresa dopo la maternità, nell’accesso ad una adeguata formazione e nell’internazionalizzazione della propria attività, mentre, per le lavoratrici donne, è stata rilevata una differenza salariale a parità di prestazioni lavorative, difficoltà nell’accedere al riconoscimento previdenziale, un quadro di maggiore sfruttamento e violenza per le donne dentro al già pesante fenomeno del c.d. Caporalato,

impegna il Governo:

1) ad attivare un programma di interventi organici tesi a rimuovere differenze di genere in agricoltura sia nella dimensione di impresa che nel lavoro agricolo, investendo sulle risorse e sulle potenzialità femminili come indicato dagli indirizzi globali ed europei per lo sviluppo rurale e la sconfitta della povertà;
2) ad adottare iniziative normative per meglio delineare, anche a livello civilistico, il sostegno alla crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura, la tutela del lavoro agricolo femminile e la partecipazione delle donne nell’ambito dell’impresa agricola familiare, in modo da riconoscere un’autonoma soggettività e distintività al lavoro ivi svolto;
3) ad adottare iniziative normative per prevedere adeguata rappresentanza di genere nell’ambito degli enti pubblici che operano nel settore dell’agricoltura, negli eventi principali di settore e nel mondo della rappresentanza agricola;
4) ad istituire un apposito ufficio presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con il compito di monitorare, accompagnare e valutare trasversalmente le politiche e gli interventi che impattano direttamente o indirettamente sulle condizioni di vita e di lavoro delle imprenditrici e delle lavoratrici agricole;
5) ad adottare iniziative per ricostituire presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali l’Osservatorio per l’imprenditoria ed il lavoro femminile in agricoltura (Onilfa), utilizzando le possibilità offerte dalle norme vigenti in materia di pari opportunità e nell’ambito della dotazione organica e delle risorse disponibili, con le funzioni previste dal decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali 13 ottobre 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 8 aprile 1998, n. 82 e con eventuali ulteriori compiti che potranno essere individuati dal tavolo di lavoro di cui si richiede l’istituzione presso il Ministero al fine di individuare linee adeguate di intervento, concertate anche con le Regioni, anche in vista della prossima programmazione dei Fondi legati alla PAC e ai PSR;
6) a sostenere l’imprenditoria femminile in agricoltura prevedendo specifiche iniziative di formazione o di supporto in relazione alle specifiche problematiche di volta in volta individuate;
7) a trasmettere al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione delle politiche in favore dello sviluppo del lavoro e dell’attività imprenditoriale delle donne in agricoltura;
8) ad attuare ed implementare le politiche relative al sistema infrastrutturale e dei servizi nel territorio agricolo, in modo particolare nelle aree interne, rivolte alle imprese femminili e alle donne, già disciplinate dalla normativa dell’Unione;
9) a creare, anche per il tramite dell’Osservatorio, un portale telematico, in continuo aggiornamento, che informi le aspiranti imprenditrici agricole riguardo alla normativa in vigore, all’iter per l’accesso ai finanziamenti e alla pubblicazione di bandi;
10) a creare ed implementare una «banca della solidarietà», sempre per il tramite dell’Osservatorio, nell’ambito della quale sia possibile far dialogare e mettere a frutto le esperienze e le conoscenze delle agricoltrici italiane con quelle europee e quelle dei Paesi in via di sviluppo;
11) ad istituire una giornata nazionale del lavoro femminile in agricoltura, durante la quale, tramite iniziative ed eventi, si possano informare i cittadini circa l’importanza sociale e la qualità dell’imprenditoria e del lavoro agricolo femminile;
12) ad istituire una sede permanente partecipata da rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali ed associative delle donne impegnate a vario titolo nel mondo agricolo ed agroalimentare al fine di valutare l’impatto di genere delle principali azioni e delle politiche pubbliche del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Da qui, è possibile scaricare il documento della seduta.

 

Fonte: Camera dei Deputati