E’ stato pubblicato dal CREA un articolo intitolato “Carne bovina: facciamo chiarezza su siccità e consumi di acqua” dove questo tema, estremamente attuale, viene analizzato in maniera dettagliata riportando diverse evidenze scientifiche. 

Si parte dall’oggettiva considerazione che l’impronta idrica della carne bovina, stimata in circa 15.000 litri per kg di prodotto,  la posiziona tra le produzioni zootecniche più impattanti, come si evince nella tabella riportata:

Essendo quindi l’alimento che utilizza più acqua a parità di peso, viene da pensare che, mangiandone meno, si contribuisca alla salvaguardia delle risorse idriche. Questa pubblicazione del CREA ci dimostra, invece, che questa conclusione non è esatta perché, se si sostituisce parte della carne con verdura e frutta, che derivano da colture irrigue, il consumo complessivo di acqua nella dieta non varia in modo sostanziale.

Un esempio interessante è il riferimento allo studio di Cambeses-Franco et al. svolto nel 2022, che evidenzia che non ci sono differenze nel consumo di acqua per la dieta EAT-Lancet con porzioni ridottissime di carne (meno di 100g a settimana) e la dieta Mediterranea (300g di carne a settimana). Il dato ancora più sorprendente che emerge è che la dieta italiana con 500 g di carne a settimana impatta meno sul consumo di acqua a causa di un cospicuo uso di pasta.

Dunque non è con la nostra dieta che possiamo influire sul risparmio idrico dell’acqua, ma piuttosto utilizzando le indicazioni che derivano da un calcolo corretto dell’impronta idrica, per indirizzare le scelte politiche, economiche e soprattutto sviluppare nuove tecnologie nel settore agrifood.

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Fonte: CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria