Le micotossine spesso contaminano gli alimenti destinati ai ruminanti domestici creando problemi sanitari e riproduttivi e, come avviene per l’aflatossina B1, l’impossibilità di commercializzare il latte.

Le opinioni su come utilizzare al meglio i binder, ossia i catturanti, sono contrastanti. C’è chi consiglia una tipologia ben precisa, chi dice di utilizzarli solo se serve oppure chi consiglia di inserirli costantemente nei mangimi e nelle razioni.

Per capire meglio questo spinoso argomento abbiamo chiesto alle aziende della community di Ruminantia il loro parere.

L’opinione di Veronesi

Relativamente alla questione in oggetto (binder) il mio consiglio è l’utilizzo di clinoptiolite/bentonite solo quando sono presenti micotossine da controllare in alimenti contaminati e contenuti nella dieta delle bovine. Nel mio caso esprimo un’opinione in merito al settore vacche da latte, e raccomando un uso non continuativo e di sostituire l’alimento contaminato il prima possibile.

Come azienda mangimistica, Veronesi mangimi nello specifico, la nostra strategia è un controllo molto serrato delle materie prime potenzialmente pericolose attraverso una rigorosa e certificata procedura di campionamento e certificazione di prodotto nei confronti delle micotossine normate per legge.

Luciano Bertocchi, servizio tecnico vacche da latte Veronesi (luciano.bertocchi@veronesi.it)

L’opinione di Albitalia

Albitalia crede nella selezione e nel controllo in ingresso delle materie prime. Tuttavia, l’utilizzo di uno specifico captante, come una bentonite registrata 1m558, rappresenta un aiuto concreto nella lotta contro le aflatossine. È utile includere nella formulazione un captante sia a scopo preventivo che come prodotto da intervento nel caso di un’effettiva contaminazione. Per esperienza dei nostri clienti i risultati nell’abbassamento dei valori di aflatossina M1 nel latte sono stati rapidi e concreti.

Tommaso Iacolare, Technical Sales Albitalia (tommaso.iacolare@albitalia.com)

L’opinione di Sepron

Fino ad ora li abbiamo impiegati solamente a seguito di provato rischio nei confronti sia dell’Aflatossina B1 che anche delle tante altre micotossine spesso presenti nei foraggi, nei sottoprodotti e nei concentrati.

Oggi, riuscendo ad impiegare nelle linee produttive il carbone vegetale, tendiamo ad includerli quotidianamente viste le loro molteplici attività, fra cui spicca la fortissima capacità di adsorbire non solo le micotossine ma anche le enterotossine che si sviluppano a livello intestinale.

Giorgio Lombardini, P.M. Sepron (giorgio.lombardini@sepron.it)

L’opinione di Akron

Per raggiungere maggiori livelli produttivi, sia quantitativamente che qualitativamente, Akron unisce questi minerali ai suoi microrganismi probiotici quali: LAB (batteri lattici), batteri sporigeni (come Bacillus spp.), muffe come Aspergillus Oryzae e lieviti (Saccharomyces spp.). La scelta di una superficie legante permette maggior stabilità nel tempo, conservando inalterati i metaboliti, rispetto ad altre formulazioni, anche nel transito nell’organismo, e fornisce supporto fisico alle attività microbiche.

I benefici della combinazione derivano soprattutto dalle proprietà fisico-chimiche dei minerali, da cui la capacità di formare legami ionici.

Questa coniugazione favorisce negli animali:

  • I processi digestivi, migliorando la produttività.
  • Una maggiore continuità delle attività della flora ruminale.
  • La rimozione dell’acqua in eccesso dal tubo digerente, la modificazione del pH, la stimolazione dell’attività dell’epitelio ciliato, favorendo l’assorbimento intestinale.
  • Il mantenimento della microflora enterica ottimale per l’assorbimento delle sostanze nutritive.

Inoltre, esercita un’azione antagonista nei confronti di patogeni, dannosi per lo stato di salute intestinale. La funzione protettiva è data anche dalla capacità di sequestrare le tossine presenti, neutralizzandole.

Sylwia Bochenska, Direttore tecnico Akron (sylwia.bochenska@akronbio.com)

L’opinione di ADD-CO Nutrition

La gestione delle micotossine è fondamentale per preservare l’efficienza della mandria.

Contaminazioni da Aflatossine e Zearalenone sono facilmente gestibili con un catturante, e risulta fondamentale la procedura di preparazione del carro. Contaminazioni da Fumonisine, Deossinivalenolo, Ocratossine e Tricoteceni richiedono l’utilizzo di soluzioni più complesse in quanto l’uso del solo catturante non sarebbe sufficiente a gestirle. Queste micotossine hanno un elevato bypass e si deve lavorare anche a livello “metabolico” per contrastarne gli effetti negativi.

E’ fondamentale usare catturanti che non interferiscano con macro e microelementi.

Daniele Carli, responsabile tecnico-commerciale ruminanti ADD-CO (d.carli@addco.it)

L’opinione di Biochem

Le moderne vacche da latte hanno un’eccezionale potenziale genetico per un’enorme produzione di latte e una buona fertilità. Oltre a una accurata gestione, alimentazione e salute, le micotossine e altri fattori quali le endotossine possono interferire con tale produttività. Se da un attento monitoraggio in stalla e in campo sulla qualità degli alimenti si riscontra una situazione dove la capacità di detossificazione del microbioma ruminale è compromessa è importante attivare tempestivamente, e mantenere per periodi sufficientemente lunghi, una strategia di mitigazione mediante l’utilizzo di additivi che neutralizzino le tossine, e supportino la funzionalità epatica e la capacità detossificante del microbioma ruminale. Il tutto mantenendo un monitoraggio efficace sull’insorgenza di possibili malattie metaboliche.

Davide Bertarelli, Technical sales manager Italy Biochem (bertarelli@biochem.net)

L’opinione di Trouw Nutrition Italia

L’imprevedibilità dei raccolti, lo stoccaggio degli alimenti non sempre ideale, la difficoltà nel campionare le materie prime ed i limiti dei sistemi di analisi (inefficaci verso micotossine mascherate ed emergenti) espongono sempre più spesso i ruminanti domestici ad un’intossicazione cronica dovuta alla presenza di più micotossine contemporaneamente. Riteniamo quindi essere efficace un approccio che comprenda il sequestro delle micotossine per polarità, fondamentale verso l’AfB1, il rafforzamento della parete intestinale al fine di impedire l’assorbimento delle tossine, e la modulazione della risposta immunitaria.

Stefano Vandoni, Technical Sales Manager Feed Additives Trouw Nutrition Italia (Stefano.vandoni@trouwnutrition.com)

Tancredi Fumagalli, Technical Sales Advisor Feed Additives Trouw Nutrition Italia (Tancredi.fumagalli@trouwnutrition.com)

L’opinione di Agrolabo 

Per essere efficienti occorre comprendere l’esatta situazione in ogni allevamento. Imprescindibile un’analisi accurata delle tossine presenti da effettuare su campioni che risultino essere davvero rappresentativi, quindi ottenuti tramite un corretto protocollo di campionamento. La nutrizione di precisione richiede di tenere in considerazione la possibile interferenza di alcuni binder sull’assorbimento di nutrienti essenziali per il benessere dei nostri animali, pertanto consigliamo di utilizzare adsorbenti altamente specifici, formulati appositamente per questo scopo.

Giovanni Minelli, tecnico alimentarista Agrolabo (giovminelli@gmail.com)

L’opinione di DSM

Le micotossine sono presenti nel 60-80% delle colture in tutto il mondo (Eskola et al., 2020). Le micotossine hanno strutture diverse tra loro e per contrastarle è necessario impiegare strategie specificheadsorbimento per le tossine planari quali ad esempio l’Aflatossina B1, e tecnologie microbiche ed enzimatiche per le tossine non planari come Tricoteceni e Zearalenone. Inoltre, le micotossicosi acute sono solo la punta dell’iceberg del problema, mentre è l’ingestione quotidiana di piccole quantità di più micotossine che compromette le performance dei nostri animali. Il nostro consiglio è l’impiego preventivo a basso dosaggio di prodotti ad ampio spettro d’azione (Mycofix® DSM PERFORMANCE SOLUTIONS).

Vincenzo Freddi, Ruminant expert DSM (vincenzo.freddi@dsm.com)