Nell’articolo pubblicato su Ruminantia dal titolo “Governo, fai qualcosa di concreto per tutelare il nostro latte”, abbiamo suggerito allo Stato di intervenire in maniera tecnica sul prezzo del latte bovino alla stalla, indicizzando i costi di produzione con altre azioni che potrebbero essere utili allo scopo. In coda all’articolo abbiamo riportato qualche esempio.

Per fare in modo che i cittadini di questo Paese abbiano a disposizione i prodotti del latte italiano, secondo noi non serve prendere provvedimenti protezionistici ma fare in modo che essere allevatori di bovine da latte sia un’attività remunerativa. Questo può impedire la chiusura massiva degli allevamenti e salvaguardare la zootecnia delle aree non vocate senza la necessità di continui sussidi economici fini a se stessi.

Nelle ultime righe di chiusura abbiamo fatto riferimento a quanto il governo inglese sta facendo. In questo nuovo articolo riportiamo invece nel dettaglio cosa avviene in Israele, uno stato che ritiene d’interesse strategico nazionale garantire ai cittadini un approvvigionamento costante di latte e prodotti lattiero-caseari.

Nel corso del viaggio studio che un gruppo di allevatori israeliani ha fatto in Italia nel periodo compreso tra il 15 e il 21 maggio 2023, accompagnati dal veterinario Benny Sharir, ho chiesto loro se lo Stato d’Israele interviene in qualche modo sul prezzo del latte alla stalla e come.

Di seguito, riportiamo la risposta del Dott. Sharir in esclusiva per Ruminantia.


La gestione del target price o prezzo obiettivo (definito come il livello di prezzo che un investitore solitamente intende raggiungere in un determinato orizzonte temporale al momento dell’acquisto di un titolo) per il latte in Israele:

  1. Prezzo minimo. È il prezzo che i trasformatori di latte sono obbligati a pagare ai produttori per il latte prodotto all’interno della quota, che rispetta gli standard e le normative di qualità.
  2. Quote latte. Il comitato delle quote è nominato dal ministro dell’Agricoltura. Il presidente del comitato è l’amministratore delegato dell’Israel Dairy Board (IDB) e ne fanno parte due rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura. Un rappresentante dell’organizzazione dei produttori funge da osservatore. L’assegnazione delle quote in conformità con i regolamenti emanati dal Ministro dell’Agricoltura avviene previa consultazione con l’IDB.
  3. Per il latte prodotto al di sopra della quota, si ottiene un prezzo ridotto conformemente alle decisioni della IDB.
  4. Il prezzo obiettivo viene utilizzato, tra l’altro, per fissare i prezzi massimi della polvere di latte scremato e del burro industriale e per fissare i prezzi dei prodotti lattiero-caseari soggetti a supervisione da parte del governo.
  5. Il prezzo obiettivo è per il latte alla stalla.
  6. Il prezzo si riferisce al latte normalizzato in termini di percentuale di solidi (proteine e grassi) e SCC. In pratica il prezzo effettivo tiene conto degli adeguamenti della proporzione dei componenti del latte fornito dalle aliquote normative.
  7. Il prezzo è obbligatorio e il meccanismo fa parte del Dairy Farm Programming Act 2011.
  8. Lo scopo del meccanismo è enunciato negli obiettivi della legge: “per assicurare un approvvigionamento regolare di latte e prodotti lattiero-caseari, garantendo prezzi adeguati per i produttori …”.
  9. Nell’ambito della legge si determina cos’è un prezzo adeguato: un prezzo che incorpora i costi di produzione.
  10. Determinazione del paniere di input del prezzo obiettivo. Ogni due anni viene condotta un’indagine sugli input in un campione di allevamenti che producono oltre 800 mila litri di latte. L’indagine è affiancata da un comitato direttivo il quale è nominato dal Direttore Generale del Ministero dell’Agricoltura e comprende: 3 rappresentanti del Ministero dell’agricoltura, uno dei quali è il presidente, un rappresentante del Ministero delle Finanze, un economista che rappresenta gli stabilimenti di trasformazione del latte, un economista che rappresenta l’organizzazione dei produttori di latte, un economista che rappresenta l’IDB. I risultati del sondaggio vengono applicati due anni dopo l’anno del sondaggio (i risultati del sondaggio del 2019 si applicano a gennaio 2021).
  11. Ogni trimestre i risultati dell’indagine vengono aggiornati in base ai prezzi degli input stimati nell’indagine e viene calcolato il prezzo obiettivo. L’aggiornamento dei prezzi degli input vine effettuato secondo gli indici ufficiali pubblicati dall’Ufficio Centrale di Statistica o indici alternativi determinati dal Comitato direttivo. Questo processo è svolto da un comitato di attuazione nominato dal CEO dell’IDB. Il comitato comprende un rappresentante del Ministero dell’Agricoltura (presidente), da un rappresentante del Ministero delle Finanze, un rappresentante dell’organizzazione dei produttori e un rappresentante dell’IDB.
  12. Le componenti normative di proteine e grassi sono aggiornate ogni due anni secondo i valori medi dell’anno di rilevazione.
  13. I rapporti di prezzo tra proteine, grassi e liquidi nel latte crudo sono fissati dall’IDB, un’organizzazione di cui fanno parte il governo, i produttori di latte e gli stabilimenti di trasformazione del latte.
  14. Si riportano di seguito le voci di costo stimate nell’indagine e aggiornate ai sensi della normativa: alimentazione, servizio veterinario, inseminazione artificiale, lettiera, automezzi agricoli, varie, materiali e manutenzione, assicurazioni sugli edifici, elettricità, acqua, smaltimento deiezioni, spese amministrative e d’ufficio, costo del lavoro, ammortamenti e interessi.
  15. Dalle spese menzionate al punto 12 si detraggono ricavi legati al valore delle vacche in uscita per la carne, al valore dei vitelli a una settimana di età e al valore della selezione delle manze prima del parto.
  16. Il costo netto è compensato da un coefficiente di efficienza dello 0,5% per il trimestre in maniera cumulativa (dopo due anni raggiunge il 2%) ,ulteriori riduzioni nel quadro degli accordi settoriali tra il governo e gli allevatori e la IDB (al momento 2.15 agora per litro). Inoltre, le differenze vengono aggiunte o sottratte a causa delle variazioni dei prezzi degli input verificatesi durante il trimestre precedente.
  17. Al totale dei costi si aggiunge come costo il prelievo della IDB (come prescritto dalla legge), al produttore è indifferente il prelievo perché è una spesa riconosciuta nel calcolo del prezzo del latte, e per i trasformatori caseari esso viene aggiunto alla spesa per il latte.

Trovate un riepilogo di quanto scritto fino ad ora nella tabella di seguito.

Ecco i prezzi medi (agora per litro) nel 2020 e nel 2021 (sulla base del Normative Milk Survey 2019 (3,83% di grassi e 3,43% di proteine).