L’unifeed è normalmente somministrato agli animali da latte perché fornisce in un’unica soluzione tutti i nutrienti di cui la vacca ha bisogno. La volatilità delle materie prime alimentari, sia in termini di disponibilità e che di prezzo, sta mettendo sempre più sotto pressione gi allevamenti da latte. Per ottenere risultati di livello ottimale, occorre fornire all’animale alimenti di alta qualità, appetibili e ben equilibrati da un punto di vista nutrizionale.
Ogni spreco alimentare rappresenta un costo notevole per il produttore, in modo diretto e indiretto (manodopera per rimuovere l’alimento avanzato, minore produzione). È quindi indispensabile garantire che la miscela sia effettivamente mangiata dalle vacche. Ma come si riesce a mantenere la qualità nutrizionale dell’unifeed (TMR) specialmente durante i mesi estivi più caldi?
Jan-Hendrik Puckhaber, esperto di unifeed (TMR), ha risposto a questa domanda forte delle proprie conoscenze e dell’esperienza accumulata durante le innumerevoli visite negli allevamenti situati nella zona di Brescia e Mantova la scorsa primavera. In particolare, in questa intervista Jan-Hendrik ci parla dei problemi che le temperature calde possono causare a TMR e insilati, e degli interventi di prevenzione che si possono attuare.
Quali sono i più comuni problemi di nutrizione che rileva negli allevamenti?
«L’ingestione di sostanza secca è la chiave per evitare la maggior parte dei problemi nutrizionali. Bisogna stabilizzare l’ingestione soprattutto in condizioni climatiche caratterizzate da temperature e umidità elevate. Se non si stabilizza l’unifeed, si rischia di surriscaldare il foraggio e di ridurre la qualità dell’alimento ottenendo un forte calo nell’ingestione di sostanza secca.»
Perché le temperature elevate dei mesi estivi costituiscono un problema quando si somministra l’unifeed (TMR)?
«Quando le temperature si alzano, il tempo che passa fra l’esposizione dell’insilato all’ossigeno e la crescita di lieviti e muffe è molto più breve rispetto ai periodi invernali più freddi. I “microrganismi nocivi” praticamente raddoppiano la propria velocità di crescita quando la temperatura si alza di 10 gradi. Lo vediamo nell’insilato meno stabile e l’unifeed: un unifeed stabile in inverno o primavera si scalda velocemente in estate. Parlando di riscaldamento dell’unifeed, il clima e l’umidità dell’ambiente in stalla sono fattori determinanti.»
Cosa provoca l’aumento della temperatura dell’unifeed (TMR) durante la somministrazione?
«Fuori dall’insilato, l’alimento è esposto all’ossigeno e passa improvvisamente da uno stato anaerobico a uno aerobico. Questo consente ai microrganismi sgraditi e indesiderati, come lieviti, muffe e enterobatteri, di crescere in modo esponenziale. Questi microrganismi sono velocissimi a raddoppiare il loro numero! Quando ce ne sono abbastanza, come prima cosa l’insilato inizia a perdere il sapore (e le vacche lo capiscono molto alla svelta) e poi si surriscalda. Se all’unifeed (TMR) si aggiunge dell’alimento appena tiepido o già rovinato (contaminato), si accelera il processo perché il raddoppio parte da numeri già molto alti.»
Come si fa a individuare il riscaldamento secondario nell’unifeed (TMR)? Quali sono i segnali principali da cercare?
«Le vacche dicono la verità! Anzitutto, eviteranno di mangiare nelle ore precedenti alla distribuzione della TMR fresca. Perché mangiare una TMR dal sapore cattivo quando sai che nel giro di 3-4 ore ne arriverà una fresca? Questo porta però a una maggiore variazione del livello di pH nel rumine a causa del comportamento di alimentazione “a lumaca”. Quando la situazione peggiora, le vacche riducono la loro ingestione di sostanza secca (DMI)! Inoltre, gli animali sanno dove si trovano i “punti critici” della mangiatoia – e ci staranno alla larga.»
Esistono strumenti o nuove tecnologie per una diagnosi dei problemi con gli alimenti?
«I misuratori termometri ci aiutano, ma a volte si perdono i punti caldi o non si riesce a verificare la superficie di una trincea quando è troppo alta. E poi c’è il grosso rischio di infortuni per eventuali caduta improvvisa nell’area di alimentazione. Quando la trincea è alta, non si dovrebbe andare troppo vicino perché la parte frontale potrebbe crollare senza alcun preavviso. Per questo motivo, la tecnologia con telecamere termiche si è dimostrata un potente strumento per controllare le zone di insilamento e le trincee.»
Esistono tecniche di gestione da attuare rapidamente per aiutare a prevenire il riscaldamento secondario dell’unifeed (TMR)?
«Prima di tutto: non date mangime e alimenti che non siano buoni al 100%!” Aggiungere insilato caldo o alimenti di altro tipo alla materia fresca per diluirla è una pratica scorretta perché diventa un “inoculante negativo” andando a infettare l’intero unifeed.
Somministrare l’alimento due volte al giorno fornisce all’unifeed un minor tempo di esposizione all’ossigeno riducendo il tempo di sviluppo dei lieviti. È essenziale poi l’igiene della mangiatoia; l’unifeed vecchio infetterà infatti quello nuovo. Anche con del buon insilato dobbiamo essere sicuri di prevenire la proliferazione di microrganismi indesiderati. Lo possiamo fare aggiungendo acidi – in polvere o in forma liquida – all’unifeed.»
In quale altro modo si può prevenire il riscaldamento? Esistono additivi da poter usare per ritardare il processo?
«È stato provato che gli acidi organici come ProMyr™ TMR o Cool sono validi strumenti per inibire lieviti e muffe. Impediscono infatti la proliferazione veloce ed esponenziale di questi microrganismi che ritardano il riscaldamento dell’unifeed. Questo offre alle vacche più tempo per consumare sostanza secca ottimale senza paura che si riscaldi nell’unifeed prevenendo problemi metabolici ed il mantenimento delle performance più avanti.»
Che consigli può dare agli allevatori dell’emisfero settentrionale mentre ci avviciniamo ai mesi più caldi dell’anno?
«Non aspettate finché vedete un unifeed bollente! I danni alla vostra filiera saranno immensi se aspettate di patire il caldo. Di fatto, se sentite il caldo, il danno al bestiame è già fatto. Dare degli alimenti “cattivi” anche solo per due giorni può causare problemi per parecchie settimane alle vostre vacche. Dovete lavorare in modo proattivo prevenendo il gran caldo il più a lungo possibile. La perdita di assunzione di alimento e il calo della produzione di latte inizia quando l’unifeed inizia a scaldarsi! Iniziate la protezione dell’unifeed con i gruppi più vulnerabili della mandria nella fase di transizione. Il secondo gruppo più importante sono le vacche in mungitura, seguito dalle manze più giovani.
Come regola generale, nel momento in cui si iniziano a indossare le magliette a maniche corte, bisognerebbe applicare un conservante alla TMR per fermare il riscaldamento!».
Se avete domande, contattateci via mail all’indirizzo animal.nutrition@perstorp.com
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