Abstract
Introduzione
Metodi

Risultati

Discussione
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©Crown copyright 2019. Questo articolo contiene informazioni  per il settore pubblico autirizzate dalla Open Government Licence v3.0(http://www.nationalarchives.gov.uk/doc/open-government-licence/version/3/). Adv Nutr 2019;10:S144–S153;

DOI: doi.org/10.1093/advances/nmy083

GuillermoMena-Sánchez,1,2 Nerea Becerra-Tomás,1,2 Nancy Babio,1,2 e Jordi Salas-Salvadó1,2
1Universitat Rovira i Virgili, Departament de Bioquímica i Biotecnologia, Unitat de Nutrició Humana, Institut d’Investigació Sanitària Pere Virgili, Hospital Universitari Sant Joan de Reus, Reus, Spagna; e 2CIBER de Fisiopatología de laObesidad y la Nutrición (CIBEROBN), Instituto de Salud Carlos III, Madrid, Spagna

Abstract

Le meta-analisi condotte in precedenza hanno associato i prodotti lattiero-caseari ad un minor rischio di sindrome metabolica (MetS). In seguito, sono stati pubblicati nuovi studi riguardanti questo campo che valutano non solo i latticini totali ma anche diverse sottocategorie. L’obiettivo del presente lavoro era quello di effettuare una review sistematica e meta-analisi di studi epidemiologici riguardanti le associazioni tra il consumo dei prodotti lattiero-caseari totali e delle sottocategorie (latte, yogurt e formaggio) e l’incidenza di MetS. Gli studi pertinenti sono stati identificati attraverso i database Medline e Cochrane. Gli studi ritenuti idonei erano rappresentati da studi prospettici di coorte che esaminavano l’esistenza di una associazione tra il consumo di prodotti caseari e/o di diverse sottocategorie di prodotti caseari e il rischio di MetS. Sono stati assegnati modelli ad effetto random o ad effetto fisso per calcolare le stime pooled del RR con un IC del 95%. Partendo da 2994 articoli identificati, ne sono stati inclusi 12 per la sintesi qualitativa e 11 per la sintesi quantitativa. Dopo aver confrontato le categorie con il più alto consumo con quelle con il consumo più basso, il consumo di latticini totali è stato inversamente correlato al rischio di MetS (9 studi a confronto; RR: 0.73; IC 95%: 0.64, 0.83). Il consumo di latte a basso contenuto di grassi e il consumo di yogurt totale sono stati inversamente associati al rischio di MetS (latte a basso contenuto di grassi: 2 studi a confronto; RR: 0.77; IC 95%: 0.65, 0.91; consumo di yogurt totale: 4 studi a confronto; RR: 0.74; IC 95%: 0.66, 0.82). Il RR lineare per 1 porzione di yogurt/d era 0.77 (IC 95%: 0.60, 1.00). Lo yogurt magro e lo yogurt intero sono stati inversamente correlati al rischio di MetS (yogurt magro: 2 studi a confronto; RR: 0.72; IC 95% 0.62, 0.84; yogurt intero: 2 studi a confronto; RR: 0.81; IC 95%: 0.70, 0.94). Il consumo di latte totale è stato inversamente correlato al rischio di MetS (6 studi a confronto; RR: 0.79; IC 95% : 0.64, 0.97). Il consumo di latte intero non è stato associato al rischio MetS. I nostri risultati suggeriscono che il consumo di latticini totali e di quelli a basso contenuto di grassi, di latte e yogurt è inversamente correlato al rischio di sviluppare la MetS. Il protocollo dello studio è disponibile all’indirizzo https://www.crd.york.ac.uk/PROSPERO/ come CRD42018082480. Adv Nutr 2019;10:S144-S153.

Parole chiave: latticini, sindrome metabolica, latte, yogurt, formaggio

Introduzione

La sindrome metabolica (MetS) raggruppa ≥ 3 diversi fattori di rischio cardiovascolare, tra cui l’obesità addominale, la pressione sanguigna, il glucosio e le concentrazioni sieriche di colesterolo HDL e TG in un intervallo considerato patologico (1). Questa sindrome è direttamente associata a 2 delle malattie più diffuse al mondo: il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari (2). La percentuale di casi di MetS è aumentata negli ultimi decenni in tutto il mondo, andando ad interessare quasi un quarto della popolazione adulta totale (3). L’eziologia del MetS non è ben nota. Tuttavia, diversi fattori di rischio modificabili, come l’attività fisica, il consumo di sigarette, il consumo di alcol e di una dieta sana, sembrerebbero influenzare il rischio di questa complessa patologia metabolica (4). Da un punto di vista nutrizionale, le prove a nostra disposizione suggeriscono che diversi modelli dietetici sani e alcuni gruppi di alimenti in particolare, come i latticini, potrebbero avere potenziali effetti benefici sulla prevenzione della MetS (3). Un numero crescente di studi ha riportato l’esistenza di una associazione inversa tra il consumo di latticini totali e il rischio di sviluppare la MetS. Due meta-analisi condotte in precedenza hanno riassunto i risultati mostrando una diminuzione del rischio di incidenza di MetS del 14% (RR: 0.86; IC 95%: 0.79, 0.92) e del 15% (RR: 0.85; IC 95% : 0.73, 0.98) mettendo a confronto le più alte categorie di consumo di latticini totali con le categorie di consumo più basse (5, 6). Tuttavia, ci sono differenze significative nella composizione delle sottocategorie di latticini, che potrebbero esercitare ruoli diversi nella prevenzione MetS. Secondo le nostre conoscenze, nessuna meta-analisi condotta in precedenza ha preso in considerazione questo aspetto. Pertanto, abbiamo condotto una review sistematica e una meta-analisi di studi prospettici di coorte per valutare l’esistenza di eventuali associazioni tra il consumo di latticini totali e delle diverse sottocategorie di latticini e la prevenzione della MetS.

Metodi

Per condurre la presente review sistematica e la meta-analisi è stato utilizzato il Cochrane Handbook for Systematic Reviews of Interventions. Inoltre, per riportare i risultati è stata utilizzata la Meta-analysis of Observational Studies in Epidemiology (MOOSE). Il protocollo dello studio è disponibile all’indirizzo www.crd.york.ac.uk/PROSPERO/ (numero di registrazione: CRD42018082480).

Strategia di ricerca e fonti dei dati

Fino al 28 novembre 2017 è stata effettuata una ricerca completa in 2 banche dati (Medline e la Cochrane Library), limitata a studi condotti sull’uomo e senza alcuna restrizione linguistica. La tabella supplementare 1 mostra la strategia di ricerca completa.  A completamento  della ricerca elettronica, è stata effettuata una revisione manuale di tutti i riferimenti provenienti dagli articoli recuperati.

Selezione dello studio

Il primo passo nella selezione dello studio è stato quello di rimuovere i duplicati sulla base dei riferimenti degli articoli. In secondo luogo, i criteri di ammissibilità degli studi sono stati valutati tramite uno screening completo di tutti i titoli e degli abstract. I criteri di inclusione erano i seguenti: studi prospettici di coorte con ≥1 anni di follow-up condotti su soggetti adulti (con età superiore ai 18 anni), l’esposizione a prodotti lattiero-caseari totali e/o diverse sottocategorie di latticini (latte intero o latte magro; latte, latte intero o latte a basso contenuto di grassi; yogurt, yogurt intero o a basso contenuto di grassi; e formaggio) e la MetS come esito con i resoconti delle stime degli effetti (OR o RR e IC al 95%) per le categorie di consumo di prodotti lattiero-caseari. Quando abbiamo identificato più articoli effettuati all’interno della stessa coorte, abbiamo deciso di includere quello con la dimensione del campione maggiore o con il periodo di follow-up più lungo (7). Gli atti pubblicati e gli abstract non sono stati inclusi.

Estrazione dei dati

Il testo completo degli articoli che hanno superato il processo di idoneità è stato attentamente esaminato in maniera indipendente da 2 ricercatori (NBT e GM-S). Per ciascuno degli studi inclusi è stata compilata una proforma predefinita al fine di estrarre le informazioni rilevanti: autore (o autori); anno di pubblicazione; rivista; titolo dell’articolo; scenario; nome dello studio (se fornito); follow-up; dimensione del campione; caratteristiche dei partecipanti; esposizione; valutazione della dieta; numero di casi; esito; metodo di valutazione; RR, OR o HR; IC 95% o SE; analisi statistiche; risultati. Ulteriori informazioni ritenute rilevanti sono state richieste ad alcuni autori (8). Quando necessario, le discordanze tra i ricercatori in termini di estrazione dei dati sono state risolte raggiungendo l’unanimità o discutendole con un terzo autore (JS-S).

Valutazione del rischio di bias (qualità)

La Scala Newcastle-Ottawa è stata utilizzata per valutare il rischio di bias negli studi di coorte prospettici recuperati (9). Questo strumento consiste in una scala di valutazione da 0 a 9 punti che viene data sulla base di 3 domini: selezione della popolazione (da 0 a 4 punti), valutazione dell’esito (da 0 a 3 punti) e comparabilità dei gruppi (da 0 a 2 punti). Uno studio veniva considerato di alta qualità quando il punteggio totale era ≥ 7 punti.

Analisi statistiche

Il metodo della varianza inversa con effetti random (quando erano disponibili ≥ 5 confronti) o modelli ad effetti fissi (quando erano disponibili confronti < 5) è stato utilizzato per raggruppare il log naturale di RR, OR e HR trasformati, confrontando le estreme categorie di consumo di prodotti lattiero-caseari. Durante questa analisi, abbiamo considerato gli HR e gli OR come equivalenti al RR, come è stato fatto da altri (10). Le relazioni dose-risposta lineari e non lineari sono state valutate utilizzando modelli di stima generalizzata e curve spline (procedura MKSPLINE) quando erano disponibili >2 confronti (latticini totali, yogurt totale e latte totale). Questa procedura richiede un consumo medio o mediano di ≥ 3 categorie, il numero di casi di MetS, quello dei partecipanti o il numero di persone/anno per categoria e le stime degli effetti. Per gli studi che non riportavano alcuni dei dati sopra citati abbiamo, quando possibile, effettuato una stima di queste variabili seguendo il metodo di imputazione descritto da Bekkering et al. (11) e da Becerra-Tomás et al. (12). Pertanto, abbiamo incluso nell’analisi solo quegli studi che riportavano tutte le informazioni necessarie. Durante queste analisi, i grammi di latticini totali, yogurt e latte sono stati convertiti in porzioni/giorno, considerando 1 porzione di 200, 125 e 200 g rispettivamente, a meno che gli autori non specificassero diversamente la dimensione della porzione. L’eterogeneità fra gli studi è stata stimata utilizzando la statistica Q di Cochran e quantificata da I2. Un P value <0.10 e un I2 ≥ 50% indicavano un’eterogeneità significativa. Per testare l’influenza di ciascuno studio sulle stime di rischio riassuntive, abbiamo eliminato uno studio alla volta e ricalcolato le stime di rischio pooled. Tutte le analisi dei dati sono state effettuate utilizzando Review Manager (RevMan) versione 5.3 e Stata versione 15 (StataCorp).

Risultati

Selezione dello studio

In totale sono stati individuati 2993 studi potenziali utilizzando la strategia di ricerca indicata nella tabella supplementare 1. Inoltre, abbiamo aggiunto uno studio proveniente dalla ricerca manuale dei riferimenti di altri studi. Prima di effettuare lo screening di 2591 studi tramite revisione dei  titoli e degli abstract, abbiamo rimosso 402 articoli che erano in duplice copia. Successivamente, 31 studi sono stati sottoposti a revisione completa e, alla fine, per le sintesi qualitative e quantitative sono stati inclusi 12 e 11 studi, rispettivamente (Figura 1).

Figura 1 Diagramma di flusso della ricerca in letteratura.

Caratteristiche degli studi

Le caratteristiche degli studi di coorte inclusi sono riportate nella Tabella 1.

Tabella 1  Caratteristiche degli studi prospettici di coorte che valutano la correlazione tra il consumo di prodotti lattiero-caseari e l’incidenza di MetS1

 

1ALT, alanina aminotransferasi; FTO, Fat Mass and Obesity-Associated gene; MetS, sindrome metabolica; NOS, scala Newcastle-Ottaw

In totale abbiamo identificato 12 studi prospettici che riportavano una correlazione tra i latticini totali, le sottocategorie di latticini e il rischio di MetS; 8 per i latticini totali, 2 per i latticini a basso contenuto di grassi e per i latticini interi, 3 per lo yogurt totale, 2 per lo yogurt a basso contenuto di grassi e per lo yogurt intero, 5 per il latte e 2 per il formaggio. Tutti gli studi sono stati pubblicati tra il 2002 e il 2017. Dal punto di vista geografico, sono stati condotti 2 studi in Spagna (13, 14), 1 in Brasile (15), 1 in Francia (16), 3 in Corea (8, 17, 23), 1 in Australia (18), 2 negli Stati Uniti (19, 20), 1 nei Paesi Bassi (21) e 1 a Taiwan (22). I partecipanti avevano tutti un’età ≥18 anni, compresi uomini e donne. Il periodo di follow-up variava da 2.8 a 10 anni. Per la valutazione dei prodotti lattiero-caseari, il 92% degli studi ha impiegato un FFQ convalidato. Per quanto riguardava la definizione di MetS, 3 studi utilizzavano criteri armonizzati aggiornati (13, 14, 17), 3 utilizzavano i criteri del National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel III (8, 15, 23), 1 utilizzava i criteri della International Diabetes Federation (18), 1 uno seguiva le linee guida dell’American Heart Association (19), 1 non utilizzava alcuna definizione ufficiale (20) e 1 studio riportava informazioni provenienti da 2 diverse definizioni di MetS (16) (National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel III e International Diabetes Federation). Il punteggio medio sulla valutazione della qualità per tutti gli studi è stato di 7.1 (range: 6-9). Due studi hanno ricevuto un punteggio pari a 6 che denotava scarsa qualità (18, 22), 8 studi hanno ricevuto un punteggio di 7 (8, 14-16, 19-21, 24), e 2 studi hanno ricevuto un punteggio pari a 8 (13) e 9 (17), indice di buona qualità.

Meta-analisi di studi di corte prospettici

La figura 2 mostra l’associazione tra il consumo di latticini totali e il rischio d’incidenza della MetS. L’analisi pooled di 9 confronti ha generato un RR complessivo di 0.73 (IC 95% : 0.64, 0.83), con una eterogeneità sostanziale (P < 0.001, I2 = 62%) quando sono stati messi a confronto le più alte categorie di consumo di prodotti lattiero-caseari con le categorie di consumo più basse. L’esclusione di uno studio alla volta non ha modificato l’associazione. Tuttavia, l’eliminazione dello studio condotto da Kim sulle donne (23) (I2 = 38%, P = 0.13) chiariva la maggior parte dell’eterogeneità fra gli studi (Tabella supplementare 2). Sette studi sono stati inclusi nelle analisi dose-risposta del consumo di latticini totali e del rischio di incidenza di MetS (8, 13, 17, 19-21, 23.). Il rischio pooled ha mostrato un’associazione non lineare tra il consumo di 1 porzione di prodotti lattiero-caseari /d e il rischio di MetS (P per la deviazione della linearità = 0.046) (Figura Supplementare 1). La Figura 2 supplementare mostra l’associazione tra il consumo di prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi e il rischio di MetS dopo aver raggruppato i risultati di 2 studi. C’era una significativa associazione inversa tra il consumo di latticini a basso contenuto di grassi e il rischio di MetS quando si confrontavano le categorie con il più alto consumo con quelle con il più basso consumo (0.77; IC 95%: 0.65, 0.91), evidenziando una sostanziale eterogeneità (P = 0.002, I2 = 89%). La Figura 3 supplementare mostra l’associazione tra il consumo di latticini interi e il rischio di MetS. L’analisi comprendeva 2 studi che mostravano un RR pooled di 0.93 (IC 95% : 0.79, 1.08), con l’evidenza di sostanziale eterogeneità (P = 0.002, I2 = 89%). La figura 3 mostra l’associazione tra il consumo di yogurt totale e il rischio di MetS dopo aver raggruppato i risultati provenienti da 4 studi. L’analisi pooled ha mostrato una diminuzione del 26% del rischio d’incidenza di MetS confrontando le categorie di consumo più alte con quelle di consumo più basse (0.74; IC 95%: 0.66, 0.82), senza alcuna evidenza di eterogeneità (P = 0.64, I2 = 0%). L’esclusione di uno studio alla volta non ha modificato né l’associazione esistente tra il consumo di yogurt totale e il rischio di sviluppare la MetS, né l’eterogeneità fra gli studi (Tabella supplementare 2). Tre studi sono stati inclusi nell’analisi dose-risposta riguardante il consumo di yogurt totale e il rischio di MetS (13, 14, 24). Il rischio pooled ha mostrato l’esistenza di un’associazione lineare tra il consumo di 1 porzione di yogurt totale/die e il rischio di MetS (0.77; IC 95%: 0.60, 1.00; P = 0.046; P per la deviazione della linearità = 0.556) (Figura supplementare 4). La Figura supplementare 5 mostra l’associazione tra il consumo di yogurt a basso contenuto di grassi e il rischio d’incidenza di MetS. Le analisi pooled di 2 confronti hanno generato un RR complessivo di 0.72 (IC 95% : 0.62, 0.84), senza alcuna sostanziale evidenza di eterogeneità (P = 0.60, I2 = 0%) quando venivano messe a confronto le categorie di consumo più alto con le categorie di consumo più basso. Per quanto riguarda lo yogurt a basso contenuto di grassi, il RR complessivo è stato di 0.72 ( IC 95%: 0.62, 0.84), senza alcuna eterogeneità (P = 0.60, I2 = 0%). La Figura 6 supplementare mostra l’associazione tra il consumo di yogurt intero e il rischio di incidenza di MetS. Il RR pooled era 0.81 (IC 95%: 0.70, 0.94) per i 2 studi inclusi, senza alcuna evidenza di eterogeneità (P = 0.26, I2 = 20%). La figura 4 mostra l’associazione tra il consumo di latte totale e il rischio di MetS. Dopo aver raggruppato 5 studi (6 confronti), è stata identificata un’associazione inversa tra il consumo di latte totale e il rischio di MetS quando venivano messe a confronto le categorie di consumo più alto con le categorie di consumo più basso. Il RR pooled era 0.79 (IC 95%: 0.64, 0.97), con evidenza di eterogeneità (P = 0.01, I2 = 66%). L’eliminazione di uno studio alla volta non ha modificato l’associazione. Tuttavia, la rimozione dello studio condotto da Lin et al. (22) (I2 = 39%, P = 0.16) giustificava la maggior parte dell’eterogeneità fra gli studi (Tabella supplementare 2). Tre studi sono stati inclusi nell’analisi dose-risposta relativa all’esistenza di una correlazione tra il consumo di latte totale e il rischio di incidenza di MetS (13, 15, 24). Il rischio pooled ha evidenziato l’esistenza di una associazione non lineare per 1 porzione di latte totale consumata/die e il rischio di MetS (P per la deviazione della linearità = 0.01) (Figura supplementare 7). Abbiamo identificato uno studio di coorte prospettico che analizzava l’associazione tra il consumo di formaggio, classificato in terzili, e il rischio di MetS (13). Di conseguenza, non è stata effettuata una meta-analisi che mettesse a confronto le categorie di consumo più elevato con quelle di consumo più basso, perché per l’analisi era disponibile solo uno studio. Invece, nello studio Prevención con Dieta Mediterránea (PREDIMED), è stata riportata l’esistenza di una associazione positiva tra il consumo di formaggio e l’incidenza della MetS (RR: 1.31; IC 95%: 1.10, 1.56; confrontando il terzo con il primo terzile). Per contro, nello studio Data from the Epidemiological Study on the Insulin Resistance Syndrome (DESIR), è stata osservata una diminuzione del rischio d’incidenza di MetS (RR: 0.82; IC 95%: 0.71, 0.95) in seguito all’aumento del consumo di formaggio passando da una categoria all’altra.

Figura 2 Correlazione tra il consumo di latticini totali e il rischio di incidenza di MetS. Il diamante rappresenta la stima del rischio pooled. L’eterogeneità fra gli studi è stata testata utilizzando la statistica Q di Cochrane (χ2) ad un livello di significatività di P < 0.10 e quantificata tramite I2. MetS, sindrome metabolica

Figura 3 Correlazione tra il consumo di yogurt totale e il rischio di incidenza di MetS. Il diamante rappresenta la stima del rischio pooled. L’eterogeneità fra gli studi è stata testata utilizzando la statistica Q di Cochrane (χ2) ad un livello di significatività di P < 0.10 e quantificata tramite I2. MetS, sindrome metabolica.

Figura 4 Correlazione tra il consumo di latte totale e il rischio di incidenza di MetS. Il diamante rappresenta la stima del rischio pooled. L’eterogeneità fra gli studi è stata testata utilizzando la statistica Q di Cochrane (χ2) ad un livello di significatività di P < 0.10 e quantificata tramite I2. MetS, sindrome metabolica.

Discussione

Abbiamo condotto una review sistematica e una meta-analisi di studi prospettici di coorte per indagare la correlazione tra il consumo di latticini totali, di diverse sottocategorie di prodotti caseari e il rischio di sviluppare la MetS. Sulla base dei risultati ottenuti dall’analisi, mettendo a confronto le categorie con il più alto consumo di latticini con quelle con il consumo più basso, abbiamo riscontrato un’associazione inversa tra i latticini totali, i latticini a basso contenuto di grassi, lo yogurt (totale e sue differenti tipologie) il latte totale e l’incidenza della MetS. Comunque, il latte intero non viene associato al rischio di MetS. I risultati dell’analisi dose-risposta hanno mostrato una diminuzione del rischio di sviluppare MetS per ogni porzione in più di yogurt al giorno. I nostri risultati relativi ai prodotti lattiero-caseari totali sono in linea con quelli di 2 precedenti meta-analisi (5, 6), anche dopo l’inclusione di nuovi studi pubblicati, e supportano la nostra ipotesi che il consumo di latticini sia inversamente associato al rischio di sviluppare la MetS. Tuttavia, le precedenti meta-analisi avevano come limitazione l’inclusione nell’analisi di studi che avevano come esposizione diverse sottocategorie di latticini, invece dei latticini totali. Di conseguenza, i risultati non potevano essere attribuiti al consumo di prodotti lattiero-caseari totali. Secondo le nostre conoscenze, questa meta-analisi è la prima a tener conto di questo aspetto, mostrando un rischio inferiore al 27% di sviluppare la MetS associabile al consumo di latticini totali. Per quanto ne sappiamo, questa è la prima volta che viene eseguita una meta-analisi che valuta l’esistenza di una correlazione tra le diverse sottocategorie di latticini, come yogurt e latte, e il rischio di MetS. È importante notare che sono stati inclusi pochi studi per l’analisi delle sottocategorie di latticini, il che evidenzia la necessità di indagare l’associazione tra specifici prodotti caseari e l’incidenza di MetS, tenendo conto anche del contenuto di grassi. Soltanto 2 studi valutavano i latticini a basso contenuto di grassi, i latticini interi, le diverse tipologie di yogurt e l’incidenza della MetS, e solo uno studio riportava informazioni riguardanti la messa a confronto della categoria con il più alto consumo di formaggio versus la categoria con il consumo più basso. Inoltre, è importante sottolineare che esistono le prove di una sostanziale eterogeneità in tutte le categorie di prodotti lattiero-caseari, ad eccezione del consumo di yogurt totale e del consumo di yogurt magro. Tuttavia, l’eterogeneità osservata è scomparsa dopo l’esclusione di uno studio (I2 = 38%, P = 0.13) (23) nel caso dei latticini totali e di un altro studio nel caso del latte totale (I2 = 39%, P = 0.16) (22). Le ragioni non sono chiare, ma potrebbero essere legate al sesso dei partecipanti allo studio [inclusione di sole donne (23)] o dovute al confronto solamente tra consumatori e non consumatori (22). Gli effetti metabolici potenzialmente benefici derivanti dal consumo di prodotti lattiero-caseari, come latte, yogurt e formaggio sul rischio di MetS potrebbero essere spiegati dalla presenza della complessa matrice di nutrienti che questi alimenti contengono. Il calcio, il minerale con la più alta concentrazione nei prodotti lattiero-caseari, sembrerebbe interagire con i SFA portando alla formazione di saponi FA insolubili diminuendo, di conseguenza, l’assorbimento dei grassi (25), favorendo l’abbassamento delle concentrazioni di TG e migliorando il rapporto tra il colesterolo HDL-LDL (26). Inoltre, negli studi di intervento, il calcio viene correlato alla diminuzione della pressione sanguigna (27, 28). Questi effetti potenzialmente benefici derivanti dalla diminuzione dell’accumulo di grassi, della riduzione della pressione sanguigna e dalla regolamentazione del metabolismo dei lipidi vengono attribuiti anche alla presenza di peptidi bioattivi nel latte, che sono in grado di modulare la sazietà regolando, di conseguenza, l’assunzione totale di energia e riducendo quindi l’aumento di peso (27, 29, 30). I prodotti lattiero-caseari contengono anche grassi saturi che vengono correlati ad un incremento delle concentrazioni plasmatiche periferiche di colesterolo HDL e ad una diminuzione del colesterolo VLDL e dei residui di chilomicroni (31, 32). I lipidi polari (fosfolipidi e sfingolipidi) che si ritrovano nelle membrane dei globuli di grasso contenuto nei latticini sembrerebbero avere proprietà antinfiammatorie, il che potrebbe spiegare in parte la correlazione inversa con lo sviluppo della MetS (33). Il grasso presente nel latte è costituito anche da SFA e MUFA che potrebbero migliorare la sensibilità all’insulina e la risposta glicemica (34, 35). Questa modulazione del glucosio plasmatico viene attribuita anche alla presenza di batteri probiotici. I prodotti caseari fermentati, come yogurt e formaggio, contengono diversi ceppi batterici (36) che possono modulare il microbiota intestinale e la sensibilità all’insulina. I menachinoni presenti nel latte fermentato e nel formaggio sembrerebbero esercitare effetti simili (34, 35). Inoltre, i batteri probiotici dei latticini fermentati potrebbero anche modulare le diverse reazioni infiammatorie, riducendo l’eccessiva proliferazione di batteri patogeni e aumentando la produzione di alcuni metaboliti, come i SCFA, tramite la fermentazione delle fibre alimentari provenienti da frutta, verdura, frutta a guscio e legumi (37). Questa meta-analisi ha diversi punti di forza. È la prima review sistematica e meta-analisi che valuta studi prospettici che riportano le correlazioni tra i latticini totali, le diverse sottocategorie di latticini e il rischio di MetS. Abbiamo seguito rigorosi criteri di inclusione utilizzando diversi database per massimizzare la scelta di studi di elevata qualità da mettere poi a confronto. La maggior parte degli studi inclusi è stata corretta per importanti fattori confondenti, come l’assunzione energetica, il consumo di sigarette, l’età, il sesso e l’attività fisica. Anche se sono stati inclusi pochi studi, abbiamo valutato la dose-risposta lineare e non lineare tra i latticini totali, lo yogurt, il latte e l’incidenza della MetS,. Questa meta-analisi ha anche dei potenziali limiti che dovrebbero essere comunque tenuti in considerazione. Come prima cosa, l’analisi si basava su studi osservazionali e, per questo motivo, non possiamo escludere effetti residui provenienti dai risultati. Come seconda cosa, gli autori hanno utilizzato diversi criteri per definire la MetS, cosa che potrebbe modificare le stime degli effetti. Inoltre, a causa del numero limitato di studi inclusi nell’analisi (<10), non è stato possibile condurre un’analisi di sottogruppo per chiarire se questa limitazione avesse influito sui risultati finali. Lo sviluppo di nuove strategie di prevenzione della MetS a partire da una sua unica definizione a livello mondiale sarebbe utile. Come terza cosa, sebbene nella maggior parte degli studi prospettici le valutazioni della dieta siano state effettuate con un FFQ convalidato, si deve presumere sempre un possibile errore di misurazione che si può avere al momento della registrazione delle informazioni. In quarto luogo, non abbiamo potuto condurre analisi di sottogruppo per esplorare le fonti di eterogeneità fra gli studi osservate nella maggior parte delle analisi, perché non c’erano abbastanza studi che valutassero la correlazione tra i latticini totali, le diverse sottocategorie di prodotti lattiero-caseari e l’incidenza della MetS. È discutibile come l’esaminazione dell’eterogeneità possa produrre risultati affidabili, a meno che non si tratti di studi >10 (38). Infine, durante le analisi delle sottocategorie di latticini, sono stati inclusi pochi studi. Pertanto, è probabile che la pubblicazione di nuovi studi che analizzano le differenti sottocategorie possa modificare l’entità o la direzione delle stime degli effetti. In conclusione, i risultati della presente review sistematica e meta-analisi di studi prospettici suggeriscono che il consumo di latticini totali, di latticini a basso contenuto di grassi, di yogurt totale (e sue differenti tipologie) e di latte totale è correlato ad una diminuzione del rischio di sviluppare la MetS. Inoltre, il consumo di latticini ad elevato contenuto di grassi non è stato associato all’incidenza di tale sindrome. A causa dell’allarmante percentuale di casi di MetS, sono indispensabili nuove strategie alimentari utili a prevenire questa sindrome. I risultati in nostro possesso potrebbero fornire una visione più approfondita delle raccomandazioni dietetiche per quanto riguarda il consumo dei latticini e delle loro differenti sottocategorie. Sarebbero utili ulteriori studi randomizzati controllati a lungo termine condotti su diverse tipologie di popolazioni di studio (tenendo conto di età, sesso, stato di salute ed etnia) e in grado di analizzare l’effetto dei diversi latticini (sulla base della composizione di grassi e zuccheri), al fine di stabilire l’esistenza definitiva di una correlazione causa-effetto tra i latticini totali, le diverse sottocategorie di latticini e l’incidenza della MetS.

Ringraziamenti

Le responsabilità degli autori erano le seguenti-GM-S, NB-T, NB, e JS-S: hanno avuto pieno accesso a tutti i dati dello studio, si sono assunti la responsabilità della correttezza dei dati e dell’accuratezza della loro analisi ed hanno redatto il manoscritto; NB, JS-S: concettualizzazione e progettazione dello studio; GM-S, NB-T, NB-T: analisi statistiche; GM-S, NB-T, NB, e JS-S: hanno revisionato in maniera critica il manoscritto per importanti contenuti intellettuali, hanno letto ed approvato il  manoscritto finale.


Questo supplemento è stato sponsorizzato dall’ Interprofessional Dairy Organization (INLAC), Spagna. Lo sponsor non ha avuto alcun ruolo nella progettazione degli studi inclusi nel supplemento; nella raccolta, nell’analisi o nell’interpretazione dei dati; nella scrittura del manoscritto o nella decisione di pubblicare i risultati. I costi di pubblicazione di questo supplemento sono stati in parte coperti dal pagamento dei costi di pagina. Le opinioni espresse in questa pubblicazione sono quelle degli Autori e non sono attribuibili agli sponsor, al publisher, all’Editore o all’Editorial Board di Advances in Nutrition. Sostenuto dal Fondo de Investigación para la Salud, Instituto Carlos III, Madrid (projects PI13/00462 and PI16/00501) and Recercaixa (project 2013ACUP00194). Nessun finanziatore  a preso parte alla progettazione dello studio, alla raccolta, all’analisi o all’interpretazione dei dati o sulla decisione di pubblicare il manoscritto. Informativa sugli autori: GM-S e NB-T, nessun conflitto di interessi. NB ha ricevuto pagamenti da Danone S.A. per consulenze scientifiche e tecniche, ma non per la preparazione di questo studio. Inoltre, è uno dei membri dello Scientific Advisory Board of the European Union program che promuove il latte e i latticini nell’ambito di una dieta appropriata. JS-S è membro del Danone S.A.’s Scientific Advisory Board e l’Executive Committee of Danone Institute Spagna. Ha ricevuto pagamenti da Danone S.A. per consulenze scientifiche e tecniche, ma non per la realizzazione di questo manoscritto. GM-S e NB-T hanno contribuito in equal modo a questo lavoro. Le tabelle supplementari 1-2 e le figure supplementari 1-7 sono disponibili al link “dati supplementari” nella pubblicazione online dell’articolo su academic.oup.com/advances/. Inviare la posta a NB (e-mail: nancy.babio@urv.cat ) e JS-S (e-mail: jordi.salas@urv.cat ).

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