Dalla prima descrizione dell’agente causale della paratubercolosi (Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis, MAP), nel 1895, la patologia è stata osservata in diverse specie di ruminanti, sia domestiche che selvatiche. Il microrganismo è diffuso anche in altre specie di ospiti ma soprattutto nell’ambiente. La crescente evidenza scientifica circa la relazione tra MAP e la patogenesi della sindrome infiammatoria intestinale (IBD) umana pone una certa urgenza nel raggiungimento di una strategia comune di controllo del patogeno. In generale sono tre gli approcci utili nel ridurre l’impatto o eradicare un patogeno in una popolazione animale:

  • Attuare modifiche gestionali per ridurre la trasmissione di MAP
  • Applicare una strategia “testa ed elimina” per allontanare dalla mandria i soggetti eliminatori del patogeno
  • Vaccinare le rimonte per aumentare la resistenza della popolazione

Tra le modifiche della gestione aziendale vi sono la separazione dei vitelli dalle madri alla nascita, la somministrazione di colostro o sostituti del latte privi di MAP, l’allevamento delle manze in un sito separato o l’uso di terreni non fertilizzati con letame proveniente da stalle infette, miglioramento delle condizioni igieniche della stalla, eliminazione del rischio di contatto tra animali suscettibili all’infezione e cibo o strumenti contaminati, controllo e test di tutti gli animali che entrano nell’azienda, assieme all’anamnesi della stalla di provenienza. Sfortunatamente la situazione è complicata dalla grande resistenza del patogeno che può sopravvivere nell’ambiente anche un anno. Alcune di queste strategie potrebbero non essere applicabili nelle stalle di piccole dimensioni a causa del forte impegno economico necessario, o, più facilmente, sono abbandonate in quanto i benefici sono osservabili solo nel lungo termine.

Per la strategia “testa ed elimina” sono disponibili tre procedure diagnostiche: coltura fecale, ELISA e PCR (reazione a catena della polimerasi). La coltura fecale è considerata il metodo più sensibile e con maggiore precocità diagnostica. Poiché permette di eliminare dalla mandria gli animali disseminatori del patogeno, consente di ottenere un immediato beneficio nella prevenzione delle nuove infezioni e delle forme cliniche. Gli svantaggi includono i costi ed i tempi di risposta elevati o l’eliminazione di animali falsi positivi, che eliminano MAP semplicemente per il passaggio del patogeno nel tratto gastroenterico, senza che sia realizzata infezione dell’ospite.

Il test ELISA ha alta specificità ma bassa sensibilità. La manipolazione del campione influenza notevolmente i risultati del test e non vi è standardizzazione nei molteplici kit diagnostici: è possibile che kit diversi restituiscano risultati differenti. Il basso costo ed il breve tempo di risposta, tuttavia, rendono il test ELISA più facilmente impiegabile nelle condizioni di campo.

La PCR è effettuata su campione fecale e, identificando gli animali infetti prima che compaiano anticorpi specifici, permette una eliminazione precoce delle fonti di infezione, così che la carica batteriologica della stalla diminuisca in breve tempo. Sfortunatamente ha un costo molto elevato a casa della specializzazione richiesta per il personale di laboratorio.

La vaccinazione è stata ampiamente utilizzata nell’allevamento ovino, con ottimi risultati. Il principale svantaggio è rappresentato dal fatto che non è possibile distinguere animali infetti e vaccinati, così che spesso il vaccino non sia approvato dalle autorità, soprattutto in corso di piani di eradicazione; tale fatto ovviamente rende meno proficuo per le case farmaceutiche mettere a punto nuovi vaccini più efficaci. Inoltre può essere presente cross-reatività negli animali vaccinati con MAP e la prova di intradermo-reazione per diagnosi di tubercolosi, la cui positività generalmente comporta l’abbattimento dell’animale. Il miglioramento del vaccino per MAP o l’esecuzione di prove di intradermo-reazione per diverse batterine di Micobatteri potrebbero essere utili nel differenziare i casi dubbi.

Paratuberculosis control: a review with a focus on vaccination

Batisda F. and Juste R.A.

Journal of Immune Based Therapies and Vaccines 2011, 9:8

doi:  10.1186/1476-8518-9-8