Il problema (superato) del siero
Il presidente Baldrighi ha spiegato anche che a fronte delle attuali difficoltà di un’azienda del territorio nel ritiro, per carenze di personale (per contagio o in quarantena), di tutto il siero proveniente dalla lavorazioni casearie, il Consorzio di tutela si è attivato ottenendo, dalla Regione Lombardia e dal ministero dell’Ambiente, le autorizzazioni per dirottare il siero sia come biomassa utilizzabile negli impianti di biogas che come fertilizzante per i terreni assimilato alle deiezioni animali.
«Queste autorizzazioni – ha aggiunto Baldrighi – potrebbero consentire, qualora vi fosse un accordo perseguibile, alla stessa azienda in difficoltà di dedicare parte dei suoi impianti alla produzione di polvere di latte anziché di polvere di siero, al fine di fronteggiare quella che oggi è l’emergenza più grande».
Mettiamoci tutti a disposizione
«Oggi l’emergenza impone – ha aggiunto Baldrighi – di metterci tutti a disposizione. Ognuno deve fare la propria parte: così come è stato chiesto agli allevatori un gesto di disponibilità nell’allentare la spinta produttiva per quanto possibile, allo stesso modo noi tutti produttori siamo chiamati al massimo sforzo per non appesantire ulteriormente il mercato del latte, trasformandolo».
Il presidente Baldrighi ha inoltre fatto sapere che qualora qualche caseificio avesse la necessità di accogliere latte di aziende in difficoltà per l’emergenza coronavirus, il cda potrebbe tenerne conto in relazione al piano produttivo. Ovviamente, come ha precisato Baldrighi, purché l’aumento produttivo sia chiaramente giustificato e non derivi da latte comprato a prezzi irrisori per speculazione.
Fonte: Consorzio del Grana Padano DOP