Nel 2023 i casi di listeriosi hanno raggiunto il picco più alto dal 2007, e campilobatteriosi e salmonellosi sono rimaste le malattie zoonotiche più frequentemente registrate nell’UE. Nel complesso i casi segnalati di malattie zoonotiche nell’uomo sono aumentati, mentre i focolai infettivi veicolati da alimenti hanno visto un leggero calo.
Sono queste le principali risultanze dell’annuale rapporto One Health dell’UE sulle zoonosi, curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
Campilobatteriosi e salmonellosi sono le malattie più segnalate
Nel 2023, le cinque zoonosi più segnalate negli esseri umani sono state:
- la campilobatteriosi, con 148.181 casi (45,7 casi ogni 100.000 persone) e un aumento del tasso di notifica del 4,3% rispetto al 2022;
- la salmonellosi, con 77.486 casi (18 casi ogni 100.000 persone), in aumento del 16,9% rispetto al 2022;
- le infezioni da Escherichia coli produttore di tossina Shiga (STEC), che hanno causato 10.217 casi (3,1 casi ogni 100.000 persone), con un aumento del 30% rispetto al 2022;
- la yersiniosi, causata da Y. enterocolitica o Y. pseudotuberculosis, con 8.738 casi (2,4 casi ogni 100.000 persone) e un aumento del 13,5% rispetto al 2022;
- la listeriosi, con 2.952 casi confermati da Listeria monocytogenes (0,66 casi ogni 100.000 persone) e con un aumento del tasso di notifica del 5,8% rispetto al 2022.
Tutte e cinque sono malattie trasmesse tramite alimenti.
Preoccupa l’aumento dei casi di listeriosi
Il numero di casi di listeriosi segnalati nell’uomo (2 952) ha registrato un aumento costante nel periodo 2019-2023, raggiungendo i livelli più alti dal 2007. Ciò potrebbe essere legato all’invecchiamento della popolazione europea (il 21,3% degli europei ha infatti oggi più di 65 anni) che, in relazione alla prevalenza crescente di malattie croniche legate all’età, aumenta il rischio di sintomi gravi nei gruppi di età più avanzata. Il 96,5% dei casi segnalati ha comportato il ricovero ospedaliero, con un tasso di mortalità del 19,7%.
Gli alimenti pronti al consumo (RTE) contaminati, come ad esempio il salmone affumicato, i prodotti a base di carne e i latticini, sono la fonte più comune di infezioni. I dati più recenti indicano che la percentuale di campioni provenienti da categorie di alimenti RTE che superano i limiti di contaminazione per Listeria monocytogenes varia tra lo 0,11% e lo 0,78%, con il tenore più alto registrato nelle salsicce fermentate.
(Per approfondimenti guarda il focus “Listeria monocytogenes: come proteggere gli animali e gli alimenti dalla contaminazione“)
Calano leggermente i focolai di origine alimentare ma ne aumenta la pericolosità
Il rapporto comprende anche dati tratti dal monitoraggio di focolai di origine alimentare definiti come “eventi durante i quali almeno due persone contraggono la stessa malattia consumando lo stesso alimento contaminato”.
Il numero di focolai di origine alimentare segnalati nel 2023 (5.691) è leggermente diminuito dell’1,2% rispetto al 2022. Tuttavia il numero di casi di ricoveri e decessi nell’uomo è aumentato: i decessi hanno raggiunto il picco più alto degli ultimi dieci anni. Parliamo di 52.127 casi segnalati, 2.894 ricoveri ospedalieri e 65 decessi, con un aumento rispettivamente del 7,2%, del 4% e dell’1,6%.
Salmonella è rimasta la principale causa di focolai infettivi, malattia, ricoveri e decessi legati ad alimenti, seguita da tossine di Bacillus cereus e norovirus. Il numero di focolai da loro causati è aumentato rispetto al 2022.
Le fonti più comuni dei focolai di Salmonella sono uova e ovoprodotti, alimenti composti e carne di pollo. L’uso crescente del sequenziamento dell’intero genoma ha migliorato la sensibilità della sorveglianza, aumentando la capacità di individuare i focolai negli Stati membri che lo hanno adottato.
“L’incremento di esiti severi di questi focolai evidenzia la persistenza della minaccia per la salute pubblica costituita da Salmonella e altri patogeni di origine alimentare. Integrando salute umana, animale e ambientale all’interno di una strategia One Health possiamo prevenire con più efficacia la diffusione di queste malattie e proteggere la salute pubblica“, ha dichiarato Celine Gossner, responsabile della sezione “Malattie emergenti, alimentari e trasmesse da vettori” dell’ECDC.
“La presenza persistente di Salmonella nelle popolazioni di pollame mette in evidenza la necessità di una continua vigilanza nella lotta alle malattie veicolate da alimenti. Strumenti di sorveglianza avanzati, come il sequenziamento dell’intero genoma, sono preziosi per individuare e controllare i focolai in modo più efficace“, ha dichiarato Frank Verdonck, responsabile dell’unità Rischi biologici e salute e benessere degli animali presso l’EFSA.
Il numero di paesi che hanno raggiunto tutti gli obiettivi stabiliti per la riduzione della Salmonella nelle popolazioni di pollame è diminuito: solo 15 Stati membri hanno raggiunto la piena conformità nel 2023 rispetto ai 19 del 2022.
L’importanza dell’approccio One Health
One Health è un approccio multisettoriale che mira a bilanciare e ottimizzare la salute di persone, animali, piante e del loro ambiente comune, prendendo atto dell’interconnessione. Nell’intento di favorire misure congiunte, l’approccio One Health coinvolge specialisti di varie discipline per affrontare minacce sanitarie complesse in modo integrato.
Per facilitare la diffusione di questi dati l’EFSA ha pubblicato una versione semplificata del rapporto “European Union One Health 2023 Zoonoses Report”, oltre a storymap e dashboard che consentono agli utenti di cercare e visualizzare dati sui focolai veicolati da alimenti e su 14 patogeni zoonotici. Nello specifico vengono pubblicati per la prima volta sei storymap e quattro dashboard su Echinococcus, febbre Q, rabbia, Toxoplasma gondii, Trichinella, tularemia, virus West Nile e Yersinia.
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