A seguito dell’assemblea pubblica organizzata il 2 ottobre 2024 a Priverno (LT) da un gruppo spontaneo di tecnici (agronomi e veterinari) per discutere della nuova ondata di difficoltà che ha investito il settore del latte bufalino abbiamo pubblicato un articolo, “Ci risiamo con le crisi del latte, e questa volta tocca a quello di bufala“, in cui abbiamo cercato di delineare le cause e le soluzioni di questa situazione.

Di seguito pubblichiamo la lettera inviata alla nostra redazione da Valerio De Paolis, Direttore Confagricoltura Lazio, che suggerisce alcuni aspetti che potrebbero essere ulteriormente approfonditi.

La lettera

Egregio Alessandro Fantini,

ho letto con grande interesse il suo l’articolo pubblicato su Ruminantia riguardo la crisi del latte, in particolare quello di bufala. Le sue riflessioni sono puntuali e cogliere la complessità della situazione è fondamentale per affrontare efficacemente la problematica. Vorrei esprimere il mio apprezzamento per le proposte che ha delineato e per la chiarezza con cui ha descritto la situazione attuale.

Ritengo tuttavia che ci siano alcuni aspetti che potrebbero essere ulteriormente approfonditi, come il ruolo cruciale che i caseifici svolgono nella trasformazione del latte. Anche l’analisi del disciplinare produttivo della Mozzarella di Bufala Campana DOP, che copre non solo la Campania ma anche alcune aree del Lazio, potrebbe essere importante per comprendere meglio l’impatto sulle diverse aree geografiche. Inoltre, il tema del latte congelato, seppur autorizzato e derogato, meriterebbe di essere trattato con maggiore attenzione per comprendere come influenzi la qualità del prodotto finale e la sostenibilità della filiera.

Un altro punto di rilevanza è la mancata valorizzazione della filiera della carne di bufala come alternativa non sostitutiva del latte. Questo è un argomento di particolare interesse anche per noi di Confagricoltura, regionale del Lazio, poiché riteniamo che una filiera della carne ben strutturata potrebbe contribuire a diversificare le entrate per gli allevatori, senza mettere sotto pressione esclusiva la produzione di latte.

La questione delle quote di produzione e degli investimenti mal indirizzati a causa dei prezzi elevati del latte è un altro tema centrale, su cui sarebbe utile stimolare una riflessione. A tal proposito, stiamo svolgendo alcune valutazioni e abbiamo richiesto un incontro con l’assessore all’agricoltura insieme a CIA e COPAGRI per discutere soluzioni concrete.

Infine, anche per il latte bovino stiamo affrontando una situazione simile, e personalmente ho richiesto di valutare un prezzo di riferimento, tenendo in considerazione i dati proposti da ISMEA. Tuttavia, constato che alcune organizzazioni e allevatori tendono ad evitare il confronto su questo tema, probabilmente perché una buona parte del latte fresco viene trasformato in mozzarella, il che permette agli allevatori di spuntare prezzi elevati.

Rinnovo i miei complimenti per l’articolo e spero che si continui a discutere di queste problematiche con la stessa attenzione e lungimiranza, cercando soluzioni che possano tutelare tutti gli attori della filiera.

Valerio De Paolis, Direttore Confagricoltura Lazio