Il CREA Centro di Ricerca per la Zootecnica e l’Acquacoltura di Monterotondo (Roma), nell’ambito del programma TAIEX (Technical Assistance and Information Exchange) dal 18 al 22 settembre scorsi ha realizzato la Study Visit “Produzione sostenibile dell’allevamento bufalino e cambiamenti climatici”, coordinata dalle ricercatrici del Centro Dott.sse Antonella Chiariotti e Vittoria Lucia Barile. Beneficiaria dell’iniziativa una delegazione costituita da tre rappresentanti egiziani del mondo della ricerca zootecnica: Prof. Gamal Hussein Mostafa Zaza, Prof. Laila Naser Eidand, Prof. Amin Mohamed Amin del Animal Production Research Institute (APRI) con sede a Il Cairo.

Il TAIEX è uno strumento di assistenza tecnica e institution building finanziato dalla Commissione Europea, finalizzato a fornire sostegno alla pubblica amministrazione dei Paesi rientrati nelle politiche europee di vicinato e nei negoziati di allargamento dell’Unione europea, al fine di condividere esperienze tra pari sulle modalità di applicazione delle normative europee. Lo scopo della Study Visit è stato quello di presentare buone pratiche per contribuire al miglioramento dell’allevamento bufalino in Egitto dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

L’allevamento del bufalo in Egitto è praticato con una disponibilità di risorse fortemente limitata, alla quale si aggiungono i rapidi cambiamenti climatici in atto. La study visit in Italia ha aiutato i partner egiziani a comprendere le possibilità di applicazione delle strategie di mitigazione nella filiera zootecnica. Il CREA ha definito format e contenuti secondo le necessità del beneficiario, strutturando una settimana di lavori incentrati su relazioni e confronti in aula con ricercatori e consulenti, visite presso i laboratori del Centro di ricerca e visite aziendali.

In particolare, sono state approfondite le normative italiane, la gestione degli allevamenti bufalini e dei caseifici, in un’ottica di sostenibilità, la multifunzionalità come strategia per l’implementazione della produzione sostenibile dei bufali in Egitto in sintonia con il quadro comunitario. Hanno partecipato ai lavori anche l’International Buffalo Federation (IBF) attraverso il suo Segretario Generale Prof. Antonio Borghese, che ha sottolineato l’importanza dell’IBF nel sostenere lo sviluppo dell’allevamento bufalino nel mondo al fine di aumentarne i benefici sociali ed economici; e l’Agricultural Rural Broker (ARB) rappresentato dalla Dott.ssa Angela Galasso che, come innovation broker, svolge un ruolo importante di collegamento tra la ricerca e le imprese agricole. La dottoressa Maria Teresa Pacchioli del CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) ha presentato i risultati del progetto LIFE project Forage4Climate che ha dimostrato come i sistemi foraggeri, cioè i sistemi agricoli legati alla produzione di latte, possono contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

La delegazione composta dai ricercatori del CREA, dai ricercatori egiziani, dal Prof. Borghese (IBF) e dalla Dott.ssa Galasso (ARB), ha visitato due realtà imprenditoriali. La prima, l’azienda La Maremmana situata a Grosseto, si caratterizza per la chiusura del ciclo aziendale attraverso il caseificio in cui viene lavorato esclusivamente il latte di bufala aziendale, la vendita diretta di mozzarella, formaggi, latte fresco, yogurt fino alla carne fresca e trasformata presso il punto vendita aziendale, un punto vendita nel centro di Roma e uno shop online. Inoltre, produce biogas dagli scarti agricoli dell’azienda e del caseificio e usa il residuo (digestato) come fertilizzante organico.

La seconda visita si è svolta presso l’azienda agricola Padovano Sorrentino situata a Sermoneta (Latina), zona fortemente vocata all’allevamento bufalino. È questa un’azienda molto interessante soprattutto dal punto di vista della sostenibilità ambientale e del benessere degli animali, difatti si caratterizza innanzitutto per i larghi spazi (16 mq/capo) e le stalle molto alte per migliorare la ventilazione e conseguentemente il benessere degli animali, con importanti benefici sulla lattazione, sull’accrescimento dei vitelli e sulla riproduzione (longevità media di stalla di 8,5 anni). Lo svezzamento è realizzato tenendo i vitelli per 5-7 giorni sotto le madri e poi per circa 80-90 giorni utilizzando vacche nutrici (Jersey o Pezzate Rosse).

L’azienda produce anche energia rinnovabile dagli scarti agricoli e riutilizza il residuo del processo come fertilizzante organico grazie ad un biodigestore (un “grande stomaco”, per usare l’espressione del titolare Anthony Padovano Sorrentino) capace di produrre 300 kw/ora.

Tutte le attività condotte nelle due aziende impattano evidentemente in modo positivo sulla sostenibilità ambientale degli allevamenti e sulla riduzione dei costi aziendali.

Il programma dettagliato dei lavori svolti è disponibile qui, per chi volesse maggiori approfondimenti consigliamo di visitare il sito: https://neighbourhood-enlargement.ec.europa.eu/