Il Parlamento europeo ha deciso di escludere gli allevamenti bovini dall’ambito di applicazione della Direttiva Emissioni Industriali, e anche di non aggiungere ulteriori oneri per gli allevamenti di avicoli e suini.

Il Parlamento europeo ha adottato oggi in plenaria la sua posizione sulla direttiva sulle emissioni industriali (IED) e sulla direttiva sulle discariche di rifiuti con 396 voti a favore, 102 contrari e 131 astensioni.

Per quanto riguarda gli allevamenti, i deputati hanno deciso di non estendere l’ambito di applicazione della direttiva anche agli allevamenti di bovini, come invece era stato proposto dalla Commissione europea. Per quanto riguarda suini e avicoli, i deputati hanno votato per mantenere le norme in vigore che coprono gli allevamenti con più di 2000 posti per la produzione di suini (oltre 30 kg), o con più di 750 posti per scrofe, e quelli di pollame con più di 40000 posti, nonché le aziende agricole con almeno 750 unità di bestiame (UBA).

L’inclusione degli allevamenti bovini nella direttiva emissioni industriali è oggetto di discussione da mesi. Ricordiamo che durante la riunione del 25 aprile 2023 la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo aveva approvato il Progetto di Parere che chiedeva l’esclusione degli allevamenti di bovini dall’ambito di applicazione della direttiva e di mantenere lo status quo per il settore dei suini e del pollame.

A maggio 2023, la Commissione Ambiente aveva invece sostenuto la proposta di estendere l’IED anche agli allevamenti di bovini su larga scala (con 300 UBA o più). La decisione era stata poi rimandata alla plenaria in programma in questi giorni.

Con un supporto di quasi il 60% (367 voti a favore, 245 contrari e 16 astenuti), il Parlamento europeo – ha spiegato Paolo De Castroha adottato la posizione della Commissione agricoltura, che esclude l’allevamento bovino dagli obblighi derivanti da questa Direttiva, scongiurando un errore scientifico e pratico, che avrebbe rischiato di mettere a repentaglio decenni di avanzamento dell’intera filiera bovina, capaci di farci raggiungere i più alti standard produttivi e di benessere animale al mondo.

Il plauso di Filiera Italia

L’equazione “stalle uguale fabbriche inquinanti” non ha retto, l’ideologia mascherata da finto ambientalismo non è passata”, così Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia commenta il voto di oggi del Parlamento europeo.

Il progetto di smantellamento della produzione europea voluto da Timmermans ha ricevuto una battuta di arresto. – dice ancora Scordamaglia – Una buona notizia per l’Europa che così non si troverà a dipendere da Paesi Terzi per la richiesta crescente di alimenti di origine animale senza alcuna garanzia su standard di qualità e ambientali. Una buona notizia anche per l’Italia che potrà continuare ad applicare il suo modello di sostenibilità capace di produrre prodotti di altissima qualità impattando sempre meno sull’ambiente – solo 4% delle emissioni nel nostro Paese sono imputabili alle filiere della carne, inclusi latte e uova – e garantendo il lavoro di una filiera essenziale”.

In Italia infatti l’allevamento bovino rappresenta più del 4,5% del fatturato del comparto agroalimentare (esclusa distribuzione e ristorazione), per un valore di oltre 9 miliardi di euro e vede coinvolti più di 358 mila addetti e oltre 133 mila aziende agricole attive in tutte le regioni del nostro Paese.

Rimangono delle criticità

Oggi gli eurodeputati hanno inviato un chiaro messaggio di sostegno al settore agricolo“, ha dichiarato COPA-COGECA commentando l’esito del voto odierno. “Tuttavia, i deputati hanno deciso di mantenere alcune disposizioni che potrebbero rivelarsi problematiche nella pratica.

La regola di aggregazione, in particolare, chiede agli Stati membri di adottare misure per considerare come uno solo due o più impianti situati uno vicino all’altro, gestiti o sotto il controllo dello stesso gestore. In questo caso, il Consiglio è stato più preciso nell’affermare che le autorità competenti “possono considerare” questi impianti come uno solo. Nel dialogo a tre, i negoziatori dovrebbero assicurarsi che questa regola non crei più danno del bene che intende proteggere e, soprattutto, che non allarghi il campo di applicazione. Contiamo sul fatto che il Consiglio accolga la posizione del Parlamento europeo sull’ambito di applicazione per il settore agricolo durante i negoziati del trilogo.

Altre decisioni

Il Parlamento europeo ha sostenuto la proposta della Commissione di estendere l’IED agli impianti dell’industria estrattiva (miniere) e alle installazioni di grandi dimensioni che fabbricano batterie (ad eccezione di quelli che assemblano esclusivamente moduli e pacchi di batterie). Inoltre, i deputati hanno votato per aumentare la trasparenza e la partecipazione pubblica in ambito di concessione di licenze e di funzionamento e controllo degli impianti regolamentati. Il Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR) sarà trasformato nel Portale europeo delle emissioni industriali, dove i cittadini potranno accedere ai dati su tutte le autorizzazioni europee e sulle attività inquinanti presenti nella loro area.

I prossimi passi

Il Parlamento europeo è ora pronto per avviare i negoziati con il Consiglio sul testo definitivo della legge, già prima della pausa estiva.