La Commissione Ambiente ha espresso parere contrario alla proposta di escludere gli allevamenti dalla Direttiva Emissioni Industriali. Sarà decisiva la plenaria di luglio.

La questione di includere o meno gli allevamenti bovini nella direttiva emissioni continua ad essere estremamente controversa. Ricordiamo che durante la riunione del 25 aprile 2023 la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo aveva approvato il Progetto di Parere, presentato da Benoît Lutgen, che chiedeva l’esclusione degli allevamenti di bovini dall’ambito di applicazione della direttiva e di mantenere lo status quo per il settore dei suini e del pollame (come abbiamo illustrato QUI).

Si era quindi in attesa del parere della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare per affrontare poi la decisione finale nella riunione plenaria calendarizzata per luglio 2023. Arrivarci con delle posizioni condivise sarebbe stata la cosa più auspicabile, ma così non è stato.

La Commissione Ambiente si è, infatti, espressa contrariamente nella riunione di ieri, sostenendo la proposta di estendere l’ IED anche agli allevamenti di bovini su larga scala, che ritengono essere quelli con 300 UBA o più. I deputati hanno proposto inoltre di escludere gli allevamenti estensivi e sottolineato l’importanza di garantire che i produttori fuori dall’UE soddisfino i requisiti simili a quelli richiesti a chi è dentro.

Questa spaccatura tra le due Commissioni desta preoccupazione, come sottolinea nel suo comunicato stampa Copa Cogeca quando scrive: “Il Parlamento europeo si divide sul posto dell’allevamento nella revisione della Direttiva sulle emissioni industriali. Mentre la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha compreso le drammatiche conseguenze dell’estensione del campo di applicazione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED), oggi la sua controparte Ambiente ha votato una posizione che non tiene in alcun conto le realtà agricole dell’UE“.

Nella dichiarazione viene espresso anche rammarico per l’incoerenza delle posizioni assunte nei confronti del comparto zootecnico: “Da quando è entrata in vigore nel 2010, l’esperienza con la IED ha dimostrato che la sua attuazione è costosa e onerosa dal punto di vista amministrativo. L’estensione alla maggior parte delle aziende zootecniche (una percentuale di aziende agricole dell’UE superiore a quella inizialmente prevista dalla valutazione d’impatto della Commissione) avrebbe conseguenze insostenibili per i produttori, le loro famiglie e le nostre zone rurali. Inoltre, solleva interrogativi sulla coerenza complessiva degli approcci dei decisori dell’UE quando si tratta di bestiame dell’UE, che un giorno viene considerato un fornitore di soluzioni, come la strategia REPower Europe che richiede un aumento della produzione di biogas nelle aziende agricole, e il giorno dopo viene punito con la IED!”

Più ottimista la posizione di Paolo De Castro, membro della Commissione AGRI, che in un tweet riporta: “l’esclusione bovini dalla Direttiva Emissioni Industriali (IED) non passa per un solo voto! 42 a 42 e 2 astensioni. Il risultato ci fa ben sperare per il voto finale nella plenaria di luglio. Continuiamo a lavorare per evitare che nostre stalle siano paragonate a ciminiere“.

Dunque la spinosa questione torna nelle mani del Parlamento Europeo che dovrà prendere la decisione finale.