La diarrea costituisce una grave minaccia nelle prime settimane di vita di un vitello.
Durante le prime settimane di vita dei vitelli si registra non solo un’estrema sensibilità alle patologie enteriche, ma anche un elevato tasso di mortalità.
Molti fattori possono compromettere la barriera intestinale, come cambiamenti nello strato di muco e riduzione della motilità intestinale. Le barriere immunologiche e chimiche possono anche essere compromesse durante il primo periodo post-natale. Pur offrendo qualche protezione immediata contro agenti patogeni enterici, gli anticorpi provenienti dal colostro hanno un’emivita relativamente breve. I nostri vitelli, quindi, rimangono maggiormente esposti al rischio infettivo finché non attivano il proprio sistema immunitario. Il microbiota intestinale rimane compromesso nel primo periodo di vita, in quanto i vitelli escono dall’ambiente relativamente sterile dell’utero per essere esposti ad una quantità ben più elevata di microorganismi sia per diversità che per numero. Tutti questi potenziali attacchi al sistema di difesa del tratto digerente durante la vita post-natale dei vitelli, li espongono ad un elevato rischio di contrazione di malattie enteriche.
Nelle alterazioni enteriche, la via alimentare assume un ruolo rilevante nella trasmissione di batteri indesiderati ed infiammazioni della membrana intestinale. Tali disturbi colpiscono gli animali in diversi periodi della vita e possono avere un andamento acuto. I vitelli neonati sono particolarmente sensibili a questo disturbo, specialmente nei primi 28 giorni di vita, ma la problematica si può estendere anche nel vitellone. Le diarree che per definizione sono un sintomo delle disbiosi intestinali, possono essere classificate in due tipi: nutrizionali ed infettive.
Tra le cause più frequenti nella diarrea nutrizionale ci possono essere:
- i cambiamenti rapidi della quantità di latte,
- la scelta errata della qualità del latte (latte di scarto, sostituti del latte di qualità scadente),
- la gestione scorretta dei sostituti del latte (preparazione errata: temperatura, grammi di polvere per litro di acqua),
- una scorretta somministrazione del latte (la cattiva abitudine di manomettere i biberon per velocizzare l’assunzione di latte da parte del vitello, che si traduce spesso in una cattiva digestione per errata/mancata chiusura della doccia esofagea, ridotta produzione di saliva ed infine predisposizione a polmoniti ab ingestis),
- una scarsa igiene.
Le diarree nutrizionali nei vitelli sono quindi semplicemente il risultato finale di un’eccessiva offerta di lattosio nell’intestino, causata dal rapido spostamento del latte dell’abomaso, che quindi non può essere scomposto abbastanza rapidamente. Gli agenti patogeni utilizzano l’eccesso di lattosio come fonte di nutrienti per aumentare di numero. La permanenza di questi stati patologici fa sì che ci sia un malassorbimento intestinale, che si traduce in animali cachettici il cui accrescimento è gravemente compromesso.
La diarrea infettiva nei vitelli, invece, è più comunemente associata a Escherichia coli enterotossigenica, Cryptosporidium parvum, rotavirus, coronavirus o una combinazione di questi agenti patogeni. Ognuno di questi agenti attacca l’epitelio intestinale e porta alla diarrea attraverso la secrezione o il malassorbimento/la cattiva digestione, causando disidratazione, sebbene i meccanismi ed i percorsi specifici possano differire. Se la malattia è grave, può anche sopravvenire la morte; tuttavia, i vitelli che sopravvivono alle forme gravi di questa malattia avranno, per tutta la vita, una performance minore di quella dei vitelli sani.
Tra i sintomi principali:
- feci acquose che possono essere di diversi colori. Occasionalmente con sangue e muco.
- i vitelli sono spesso deboli e depressi e possono perdere il desiderio di nutrirsi.
- i vitelli sviluppano un aspetto con gli occhi infossati a causa della disidratazione. La visibilità ossea di fianchi, spalle e costole può diventare più evidente quando i vitelli si disidratano e metabolizzano le riserve del grasso corporeo.
- i vitelli possono vacillare o oscillare mentre camminano; questo spesso riflette debolezza, basse concentrazioni di zucchero nel sangue e/o alterazione dell’equilibrio acido-base dei loro fluidi corporei
- i vitelli diventano troppo deboli per stare in piedi. Se non trattata, la morte si verifica in genere entro 24 ore.
- a seconda della causa(e) e della gravità dell’infezione, un caso di diarrea in un vitello può durare 1-2 giorni o fino a 2 settimane.
Agente eziologico | Coronavirus, Rotavirus | Giardia spp., Eimeria ssp., Cryptosporidium parvum | EPEC enteropatogeno, ETEC enterotossigeni | Clostridium perfringens | Salmomella spp. |
Feci | Bianco-giallastro, diradamento nel tempo | Grigio, spesso, macchiato di sangue | Feci acquose | Color ruggine o molto sanguinanti | Viscide con aggiunte di sangue e fibrina |
Sintomi | Disidratazione, acidosi, debilitazione | Esorta a defecare, acidosi,debilitazione | Disidratazione, acidosi metabolica | Infiammazione intestinale emorragica/sanguinolenta, morte improvvisa dell’epitelio | Febbre, disidratazione, acidosi metabolica |
Akron S.r.l. ha ideato mangimi complementari in polvere ed in siringa che vanno incontro alle problematiche che costituiscono le disbiosi intestinali che, nella loro ultima manifestazione, si traducono in diarrea. Questi possono, se in polvere, essere utilizzati sia nel latte che nell’acqua di bevanda. Non sono farmaci e non contengono antibiotici, di conseguenza possono essere utilizzati anche a scopo preventivo ed in fase colostrale.
PSYLLO | E' un mangime complementare utilizzato come supporto nutrizionale. Impiegato per normalizzare i disordini metabolici a carico dell’apparato gastro-enterico come: enteriti alimentari, diarree causate da sbalzi termici repentini e processi di malassorbimento. |
PSYLLOLYTE | E' un mangime dietetico in grado di ridurre il rischio in casi di assorbimento anomalo e quindi comparsa di diarree di tipo alimentare. Supporto del sistema di difesa di ogni categoria di ruminanti. |
DIAR PRO | E' un mangime complementare in grado di supportare l’animale in caso di cattivo funzionamento ruminale e/o intestinale, oppure in caso di danneggiamento delle cellule intestinali (conseguente ad un’infezione batterica o presenza di virus) durante il quale si altera il funzionamento della pompa sodio-potassio compromettendo l’equilibrio salino per cui l’assorbimento di acqua si riduce causando così il fenomeno della diarrea. E' un supporto nutrizionale che contrasta gli effetti dovuti ad un eventuale assorbimento di tossine o sostanze dannose, con la seguente contribuzione nella riduzione di manifestazioni intestinali negative. |
Ogni prodotto è caratterizzato da materie prime differenti: ciò che li accomuna è la presenza di metaboliti di derivazione fermentativa che favoriscono l’idrolisi, l’assorbimento dei nutrienti e la colonizzazione dell’intestino da parte dei batteri autoctoni, come anche favoriscono e stimolano il livello di risposta immunologica dell’animale contribuendo alla produzione di muco da parte delle cellule dell’epitelio. Questi metaboliti trovano nascita principalmente nelle lavorazioni di lattobacilli specifici ed Aspergillus oryzae.
La possibilità di introdurre nella razione dell’animale un pool enzimatico significa:
- migliorare il tasso di utilizzo dell’energia metabolica delle materie prime ingerite, ridurre la viscosità del chimo, migliorare le prestazioni di produzione animale e aumentare il rapporto alimentazione/guadagno;
- degradare completamente gli oligosaccaridi della razione come le materie prime, ridurre i residui di nutrienti nel chimo ed aumentare il tasso di utilizzo dei nutrienti;
- eliminare la flatulenza, la diarrea e trattare i disturbi digestivi causati da oligosaccaridi;
- facilitare o evitare l’iperplasia compensatoria dell’apparato alimentare, ridurre le esigenze di mantenimento degli animali, migliorare la valenza energetica dei mangimi.
Ci sono degli enzimi che sono particolarmente importanti soprattutto nella prima fase di vita dei vitelli, come ad esempio la lattasi.
Dalla nascita all’età di tre settimane, infatti, il metabolismo energetico del vitello preruminante dipende dalla corretta digestione del lattosio, il principale carboidrato presente nel latte. Poiché i batteri del colon metabolizzano rapidamente i carboidrati ad acidi organici, la frazione di lattosio non assorbita dal piccolo intestino può venire facilmente fermentata nel colon. Oggi si ritiene che il ristagno di latte nel tratto gastro-intestinale, dovuto sia all’eccessiva assunzione che al malfunzionamento della doccia esofagea, possa portare ad una fermentazione ruminale del lattosio. I batteri ambientali colonizzano rapidamente il rumine; di conseguenza, la fermentazione è spesso anomala e si può avere la produzione di D-lattato. Inoltre, il lattosio non digerito provoca un’attrazione osmotica dell’acqua dal sangue nel lume dell’intestino. Una diminuzione del pH dell’intestino interferisce probabilmente con la neutralizzazione e l’assorbimento degli acidi organici, con conseguente aumento dei disturbi digestivi.
Aiutare l’idrolisi del lattosio nei vitelli è sicuramente un’ottima strategia per prevenire ed evitare disbiosi che possono essere letali. Infatti, i villi intestinali dei vitelli in situazioni stressanti, fondamentali per la digestione del lattosio, vengono danneggiati da virus e batteri causanti le diarree, rendendo così questi piccoli animali sostanzialmente “intolleranti al lattosio”. Affinché essi siano in grado di digerirlo nuovamente, un aiuto enzimatico può essere una sicura ed ottima soluzione.