Sul numero di Novembre 2020 dell’autorevole rivista Journal of Dairy Science è stato pubblicato un articolo dal titolo tradotto in italiano “Contributo dei prodotti del latte all’impatto ambientale e all’apporto di nutrienti nell’agricoltura degli USA”. Gli autori sono D.L. Liebe, M.B. Hall e R.R. White, del Departiment of Animal and Poultry Science e dell’US Dairy Forage Research Center di Madison.

Tutti gli abitanti del nostro pianeta sono consapevoli della necessità di trovare un equilibrio tra la produzione di alimenti per nutrire in modo equo e dignitoso tutte le persone e il futuro dell’ambiente. Un numero crescente di individui e le associazioni ambientaliste auspicano una drastica riduzione, o addirittura un’eliminazione, dei prodotti di origine animale dalla nutrizione umana. Oltre agli aspetti legati alle preoccupazioni relative al benessere animale, queste associazione attribuiscono all’allevamento una grande responsabilità nel surriscaldamento del pianeta. In questo studio, di cui pubblichiamo abstarct e conclusioni, e alleghiamo il testo integrale originale in quanto open access, gli autori riportano informazioni interessanti sull’argomento.

 

Le domande riguardanti l’equilibrio tra il contributo alla nutrizione umana e l’impatto ambientale dei prodotti di origine animale raramente valutano specie specifiche o come realizzare la riduzione della popolazione raccomandata. L’obiettivo di questo studio era valutare i contributi dell’attuale settore lattiero-caseario statunitense all’approvvigionamento di nutrienti e all’impatto ambientale, caratterizzare i potenziali impatti dell’uso alternativo di terreni precedentemente utilizzati per produrre gli alimenti destinati ai bovini da latte e valutare gli impatti di questi approcci sulla riduzione della popolazione di bovini degli Stati Uniti. Abbiamo creato dei modelli relativi a 3 possibili scenari per riflettere diversi set di ipotesi su come e perché rimuovere i bovini da latte dal sistema di produzione alimentare degli Stati Uniti, insieme a 4 strategie di utilizzo della terra precedentemente coltivata per l’alimentazione dei bovini da latte. Gli scenari differivano anche nelle ipotesi su come riutilizzare la terra precedentemente utilizzata per coltivare cereali per vacche da latte.

Il sistema attuale fornisce latte sufficiente per soddisfare il fabbisogno annuale di energia, proteine ​​e calcio di 71.2, 169 e 254 milioni di persone, rispettivamente. Le vitamine fornite dai prodotti lattiero-caseari costituiscono un’alta percentuale della fornitura domestica totali dagli alimenti. I latticini forniscono infatti il 39% della vitamina A, il 54% della vitamina D, il 47% della riboflavina, il 57% della vitamina B12 e il 29% della colina disponibili per il consumo umano negli Stati Uniti. Il ritiro (mantenimento degli animali senza raccolta del latte) dei bovini da latte sotto la loro attuale gestione non ha comportato alcun cambiamento nelle emissioni assolute di gas serra (GHGE) rispetto all’attuale sistema di produzione. Sia lo spopolamento che il pensionamento al pascolo hanno portato a modeste riduzioni (6,8–12,0%) delle emissioni di GHG rispetto al sistema agricolo attualmente in uso. La maggior parte degli scenari di rimozione delle vacche da latte ha ridotto la disponibilità di micronutrienti essenziali come l’acido α-linolenico, il calcio, le vitamine A, D, B 12 e la colina. Anche gli scenari di rimozione che non hanno ridotto la disponibilità di micronutrienti non hanno migliorato il GHGE rispetto all’attuale sistema di produzione. Questi risultati suggeriscono che la rimozione dei bovini da latte per ridurre le emissioni di GHG senza ridurre l’apporto dei nutrienti più limitanti per la popolazione sarebbe difficile.

In conclusione, le nostre indagini sugli impatti della rimozione dei bovini da latte dal settore agricolo statunitense suggeriscono che i cambiamenti nelle emissioni di GHG sarebbero di limitata entità in quanto equivarrebbero allo 0,7% delle emissioni di GHG totali degli Stati Uniti. Le emissioni inoltre aumenterebbo in scenari che riallocano la terra arabile per la produzione di colture a più alta intensità di carbonio, come frutta e verdura, per migliorare l’apporto di nutrienti alla popolazione degli Stati Uniti. Le forniture di alcuni nutrienti essenziali limitanti per la popolazione umana diminuirebbero in tutti gli scenari di rimozione dei prodotti lattiero-caseari. La produzione di nutrienti essenziali è diminuita in tutti gli scenari di riallocazione che hanno ridotto le emissioni di GHG, rendendo gli scenari di rimozione dei prodotti lattiero-caseari non ottimali per l’alimentazione della popolazione degli Stati Uniti. Infine, qualsiasi riduzione deelle emissioni di GHG o aumento dei terreni coltivabili disponibili per altre colture ha il costo dell’abbattimento della maggior parte, o di tutti, i bovini da latte.

 

L’articolo originale è disponibile integralmente qui: “Contributions of dairy products to environmental impacts and nutritional supplies from United States agriculture“.