Descrizione
Le polpe di barbabietola sono il residuo delle radici di bietola triturate dopo l’estrazione industriale di zucchero per diffusione in acqua calda. Sul mercato le polpe sono presenti in forma di fettucce o pellet. Il processo di essiccazione delle polpe fresche avviene immediatamente all’uscita dei diffusori e consente di ottenere un prodotto avente una maggiore conservabilità. Le polpe secche in formato pellet sono inodori e di colore grigio-scuro. Si tratta di un alimento ad elevata appetibilità. La pellettatura lo rende meno voluminoso e più pratico nelle operazioni di trasporto, stoccaggio ed utilizzo. Le polpe essiccate si distinguono per una composizione analitica stabile, che agevola l’allevatore nella formulazione delle razioni alimentari del bestiame.
Il peso medio delle polpe di barbabietola è di 27-28 kg per ettolitro. Le polpe hanno un grande potere di imbibizione e di rigonfiamento; parliamo della Water Holding Capacity (WHC) che, secondo Brachet et. al 2015, è di circa 5,55 g H2O/g DM. Le polpe secche contengono solo il 6-8% di zucchero. Per la corretta conservazione, le polpe devono avere un massimo del 12% di umidità. Il contenuto di materiali estranei pulverulenti non deve superare l’1%. Con l’addizzione del melasso di borlande di zuccherificio, si ottengono le polpe secche melassate o borlandate.
Le polpe sono molto utilizzate nelle aziende zootecniche per la loro grande disponibilià, appetibilità per gli animali e le loro doti nutritive. Se utilizzate per sostituire il trinciato di mais (nel classico rapporto 1/3), bisogna tenere in considerazione la diversa degradabilità delle polpe a livello ruminale.
Controlli da effettuare: sostanza secca, fibra grezza, ceneri e tenore di potassio (nelle polpe borlandate).
Fattori antinutrizionali: metabisolfito di Sodio (tenore max 1000 mg) che viene aggiunto nelle vasche di stoccaggio delle bietole fresche al fine di evitare i processi fermentativi e perdite del contenuto zuccherino, può provocare scompensi alla flora batterica ruminale.
Composizione analitica (%)
Umidità | 8-9 |
ENl 3x NRC (mcal/kg) | 1.44 |
Fibra grezza | 19.8 |
aNDFom | 39.2 |
ADF | 24.4 |
ADL | 3.2 |
peNDF | 15.7 |
CHO B3 pdNDF | 33.4 |
CHO C uNDF lig*2.4 | 7.7 |
CHO C uNDF | 5.8 |
Amido | 0.5 |
Zuccheri | 6.4 |
Fibra solubile | 36.7 |
NSC | 7 |
NFC | 43.7 |
Proteina grezza | 9 |
Proteina solubile | 2.4 |
NDIP | 5.6 |
ADIP | 1.4 |
RDP 3x | 4.3 |
RUP 3x | 4.7 |
Lisina | 0.5 |
Metionina | 0.1 |
Lipidi grezzi | 1.1 |
C16:0 | 0.24 |
C18:0 | 0 |
C18:1 C | 0.1 |
C18:2 | 0.46 |
C18:3 | 0.06 |
Ceneri | 6.9 |
Calcio | 1.2 |
Fosforo | 0.1 |
Magnesio | 0.25 |
Potassio | 0.8 |
Sodio | 0.3 |
Cloro | 0.1 |
Zolfo | 0.2 |
Valori espressi sulla sostanza secca |
Impiego
Il loro impiego nell’alimentazione zootecnica riguarda principalmente i ruminanti. Le polpe di barbabietola vengono utilizzate umide o essiccate nell’alimentazione di bestiame (principalmente nei bovini da carne, vitelli, latte e ovini). Possono essere incluse nelle diete fino al 50% dei concentrati, circa 3.5-6.5 kg/d di SS per capo. La maggioranza dei carboidrati non fibrosi (NFC) nelle polpe è sotto forma di pectine, che fermentano nel rumine principalmente ad acido acetico.
La fibra delle polpe di bietola è di ottima qualità, molto fermentescibile e può essere usata in diete carenti in fibra fermentescibile. L’inclusione di polpe di bietola ad inizio lattazione permette di avere razioni ad alto NDF e moderato NFC ma con elevata densità energetica e basso rischio di acidosi.
Sono un’ottima fonte di fibre digeribili e di calcio, e stabilizzano il processo di fermentazione ruminale evitando i disturbi digestivi.
Le polpe di barbabietola rappresentano anche un sostitutivo di alcuni foraggi, ma in misura limitata, in quanto possiedono un fattore di stimolazione della ruminazione di 0.43 (espresso come frazione della NDF), pari a circa la metà di quello dei comuni foraggi, per i quali si considera un valore di 1.0. Un’indicazione sul livello massimo di sostituzione dei foraggi, usando le polpe, può essere del 15-25%.
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