Nei decenni trascorsi l’efficienza riproduttiva delle bovine da latte è andata diminuendo. Una delle cause può essere rintracciata nella mortalità embrionale precoce; circa il 25-30% dei casi di perdita precoce della gestazione può essere attribuita al fallimento del riconoscimento materno di gravidanza. La concentrazione di progesterone circolante è responsabile dello sviluppo e della sopravvivenza del conceptus: l’insufficienza progestinica è stata infatti correlata a diminuito accrescimento dell’embrione ed alla incapacità di quest’ultimo di sintetizzare segnali anti-luteolitici. Sebbene molti studi abbiano tentato di stabilire se la somministrazione di progesterone esogeno possa essere efficace nel migliorare la performance riproduttiva nelle bovine da latte, i risultati non sono concordi. Lo scopo del presente studio è stato quindi condurre una meta analisi delle letteratura disponibile.

Sono state individuate 53 pubblicazioni scientifiche, per un totale di 84 trials con gruppo di controllo e 9135 animali, dal 1953 al 2014. Nei lavori considerati, il progesterone era somministrato per via orale, parenterale o intravaginale, secondo protocolli che partivano dal giorno 0 (estro) fino al 14.  Per l’analisi statistica si procedeva alla creazione di tre modelli analitici. Nel primo si considerava il tipo di gestione dell’inseminazione: su estro naturale, su estro sincronizzato, su ovulazione sincronizzata. Nel secondo, la discriminante era rappresentata dal momento di inizio del trattamento in relazione alla fase luteale della bovina: prima dell’ovulazione (prima del giorno 3 del ciclo estrale), nell’immediato post-ovulazione (giorno 3-7 del ciclo estrale), dopo l’ovulazione e in fase luteale inoltrata (dopo il giorno 7).  Nel terzo modello si classificavano gli animali in fasce secondo il conception rate: <30%, tra il 30 ed il 45%, da 45.1 a 60% ed infine oltre il 60% (insoddisfacente, scarso, buono, molto buono). Nei gruppi per i quali era possibile, si eseguiva un’analisi dell’influenza che la via di somministrazione del progestinico poteva esercitare sui risultati. A causa del numero esiguo di soggetti, non si poteva procedere con l’analisi dell’effetto razza (latte o carne) sui risultati ottenuti.

La meta-analisi di 84 trial con gruppo di controllo restituiva una variazione del pregnancy rate, in seguito a somministrazione di progestinici, che andava dal -40% al +50%, con un valore medio di +4.8% (da 49.7% dei controlli al 54.5% dei gruppo trattamento) nelle bovine che erano inseminate su estro naturale. L’aumento era meno evidente, o non significativo, negli animali trattati per la sincronizzazione. Ulteriore aumento del pregnancy rate si osservava quando la somministrazione di progestinico era iniziata dal giorno 3 al 7 dopo l’inseminazione. Considerando il pregnancy rate del gruppo di controllo, quando questo era insoddisfacente o scarso, si osservava un effettivo miglioramento in seguito a trattamento. Se era classificato come buono, non vi erano differenze significative mentre, nel caso di un gruppo controllo con ottimo pregnancy rate, si registrava addirittura un peggioramento. Non vi erano differenze tra i metodi e le vie di somministrazione dei vari principi attivi.

I risultati dimostrano che la somministrazione di progesterone prima del giorno 3 del ciclo estrale (estro = giorno 0) o dopo il giorno 7 o in bovine con un conception rate iniziale già buono (oltre 45%), non apporta beneficio. Conclusione simile per gli animali trattati per la sincronizzazione. Si nota tuttavia un miglioramento del pregnancy rate quando ad essere trattate erano bovine con pregnancy rate insoddisfacente o scarso, attraverso qualsiasi via di somministrazione, con inizio del trattamento dal giorno 3 al 7 del ciclo estrale, dopo inseminazione su estro naturale.

Efficacy of progesterone supplementation during early pregnancy in cows: a meta-analysis

Yan L. et al.

Theriogenology 85 (2016) 1390-1398

DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.theriogenology.2015.12.027