L’ 8 e 9 giugno 2024 i cittadini europei sono chiamati a rinnovare i parlamentari che li rappresenteranno nella UE.
L’Italia è uno dei sei Paesi europei che la fondarono e ha il diritto di esprimere il 10.7% dei parlamentari su un totale di 705. Davanti a noi solo la Germania e la Francia.
Ruminantia ha dedicato a queste elezioni un articolo dal titolo “Non perdiamo questa occasione per contare qualcosa in Europa”.
Per scegliere le persone giuste a cui delegare il presente e il futuro dell’agricoltura e della zootecnia bisogna conoscerle per usufruire a fondo della grande opportunità offerta dal poter votare direttamente una lista ed esprimere una o più preferenze.
Pensiamo di fare il nostro dovere dando la possibilità a voi lettori di conoscere meglio i candidati che, o per contatto diretto o perché ci hanno interpellato, si sono candidati alle elezioni europee.
Oggi intervistiamo Fabio Pizzul che si presenta nella lista del Partito Democratico nella circoscrizione Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria).
Prima di iniziare la nostra breve intervista ci parli di lei
Sono giornalista, padre di quattro figli e da sempre impegnato nel volontariato e nella cooperazione sono stato presidente dell’Azione Cattolica della diocesi di Milano. Dal 2010 al 2023 sono stato consigliere regionale PD in Lombardia e capogruppo nell’ultima legislatura.
Quali sono, secondo Lei, le criticità nella UE relativamente all’agroalimentare e nello specifico all’agricoltura e la zootecnia?
Abbiamo diverse conformazioni geografiche dei territori europei e di conseguenza diverse agricoltura e zootecnia.
L’UE cerca di trovare sempre soluzioni adatte per ogni paese con i PSP ma non è sempre facile. La valorizzazione della trasformazione dei prodotti in DOP o prodotti di qualità non è uguale per tutti i paesi. L’Italia per questo eccelle ma non viene sostenuta come dovrebbe.
Si può trovare un equilibrio tra sicurezza alimentare, ossia cibo sano e disponibile per tutti, e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica?
È una sfida importante e necessaria perché la crescita di popolazione mondiale richiede più cibo sano con un consumo minore di risorse naturali.
La sfida dovrebbe partire dal calcolo della LCA (life circe assesment). In questo modo valutiamo pienamente il consumo di risorse naturali ma anche quanto l’agricoltura contribuisce a generare come beneficio per la natura e il futuro.
Sono passi innovativi e che devono essere tenuti presenti nella prossima PAC in quanto l’agricoltura è la zootecnica danno un forte contributo a rigenerare il territorio e l’ambiente.
Il Green Deal Europeo è da salvare così com’è o con aggiustamenti o è da buttare via?
Vanno fatti sicuramente degli aggiustamenti che tengano conto della realtà geografica e delle specificità di produzione e trasformazione dei prodotti.
Un esempio è la capacità di assorbimento CO2 del mais in territori particolarmente antropizzati, il recupero di acque nere per irrigare per trasformarli in latte carne riso va tenuto presente e valorizzato.