Il 2020 sarà ricordato per gli eventi legati all’emergenza sanitaria; le vacanze del 2020 saranno ricordate per il bonus e l’invito ad ammirare le bellezze italiane. “Ammirare” il territorio italiano significa apprezzare il fascino di una terra unica al mondo ed apprezzare i doni della natura che grazie all’abilità dell’uomo ci consegnano prodotti culinari eccellenti.

Oggi parliamo del Pecorino di Monte Poro: un prodotto straordinario che negli ultimi mesi è stato pubblicizzato in massa e che in queste settimane è stato riconosciuto per l’ennesima volta come un’eccellenza culinaria italiana, anche a livello europeo.

Se digitiamo “Pecorino di Monte Poro” dal motore di ricerca Google, al 05 Settembre 2020 compaiono molti articoli pubblicati dal mese di gennaio a questa parte, segno di un “protezionismo” a tratti eccessivo, che gli ha permesso di mantenere un’aurea di mistero, da una parte, ma che dall’altra ha favorito negli ultimi mesi il costante aumento di interesse, che ha raggiunto il culmine nell’estate di quest’anno.

Non abbiamo una data precisa sull’inizio del “culto” del Pecorino di Monte Poro: documenti storici dimostrano che già nel XVI secolo il Pecorino era noto, ma probabilmente l’origine risale a secoli prima, dal momento che la sua preparazione è tanto semplice quanto affascinante e che i pastori dell’epoca non erano certo degli sprovveduti in materia culinaria! Probabilmente è meglio che la data di nascita di questo prodotto rimanga indefinita, così da alimentarne la leggenda e la meraviglia ad esso legate.

Per gli amanti della toponomastica, il Monte Poro è alto poco più di 700 metri e si trova nella splendida Calabria tra il Golfo di Sant’Eufemia e il Golfo di Gioia, tra Tropea e Gioia Tauro, passando per Capo Vaticano, nella bella provincia di Vibo Valentia. Località il cui solo nome varrebbe una visita.

Per gli amanti della storia, invece, diciamo che pastori e agricoltori hanno sapientemente custodito i segreti della preparazione del Pecorino, “il più buono dell’Italia meridionale”. Latte crudo di pecora, cagliata non riscaldata, il massaggio giornaliero in superficie a base di olio, peperoncino, aromi della macchia mediterranea.

Ancora qualche informazione e poi ti lascio, lettore, che hai fame solo nel leggere la preparazione del Pecorino. Ricordiamo che si può consumare il Pecorino sia fresco che stagionato; si può mangiare solo o accompagnato con pane, verdure, olio; si può mangiare sia a fette che a scaglie. Si abbina a tutto ed è per tutti, sia per gli amanti degli aromi più leggeri, quindi è meglio quello fresco, dal colore giallo chiaro paglierino; sia per gli amanti dei sapori più decisi, che scelgono il Pecorino dal colore più rossiccio, quasi rosso come il peperoncino o la ‘nduja calabrese.

Così come noi esseri umani non siamo nulla se non ci relazioniamo ad altre persone, così il Pecorino non è esaltato se non accompagnato ad altre eccellenze della stessa terra: la già citata ‘nduja e la cipolla rossa di Tropea. Stessi colori e sapori ugualmente straordinati, quasi provenienti dalla stessa mano creatrice, la stessa che modella questa terra straordinaria baciata dal sole italiano e bagnata dall’acqua calabrese del Mar Tirreno.

Il Pecorino di Monte Poro ha ottenuto la “Denominazione di Origine Protetta: un percorso iniziato nell’autunno 2019 che, con il passaparola dei comuni cittadini e l’impegno delle istituzioni locali, ha convinto la Commissione Europea dell’eccellenza di questo prodotto, pronto a conquistare il mercato italiano ed europeo. Ed ora ci lasciamo, lettore, pronti ad acquistare il “Pecorino più buono dell’Italia meridionale”.

Fonte: pecorinodimonteporo.com