SOP STAR COW ha superato anche i test dell’Università della California, registrando risultati molto significativi in termini di riduzione delle emissioni di GHG e di aumento della percentuale delle proteine del latte.
In questo articolo, i contenuti dello studio pubblicato recentemente.
Dai cambiamenti nella composizione del mangime alla selezione di vacche da latte a bassa produzione di metano, le strategie in fase di analisi per ridurre le emissioni di GHG enteriche e preservare la produzione di latte sono numerose, ma una sembra più promettente delle altre: l’utilizzo di additivi/mangimi.
A dimostrarlo, ora, anche uno studio dell’Università della California a Davis condotto dal Prof. Frank M. Mitloehner e dal suo team, che ha studiato l’efficacia del mangime minerale SOP STAR COW ottenendo risultati rilevanti.
Il contesto di riferimento
Nonostante gli alimenti di origine animale possano effettivamente migliorare l’allineamento dell’agricoltura agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite – fornendo cibo alle popolazioni e mezzi di sussistenza stabili per le comunità rurali – a loro è sempre più spesso ricondotta la principale responsabilità nella produzione globale di gas serra (GHG).
Negli Stati Uniti, per esempio, si stima che il settore zootecnico contribuisca al 35% del metano antropogenico (CH4), il 72% del quale proveniente dalla fermentazione enterica e il 28% dalla gestione dei liquami[1].
A livello UE, invece, il 53% delle emissioni di metano antropogenico proviene dall’agricoltura, di cui l’80,7% dalla fermentazione enterica delle specie di ruminanti e il 17,4% dalla gestione del liquame[2].
Il metano è un gas ad effetto serra con potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential) 25 volte superiore a quello dell’anidride carbonica (CO2), il gas preso a riferimento per questo parametro. Ogni sorgente di metano, dall’estrazione di idrocarburi, ai bacini idrici, all’agricoltura, ha quindi un impatto importante sul clima.
Di recente, la comunità scientifica ha sviluppato un nuovo modello, chiamato GWP* (Global Warming Potential Star) per calcolare l’impatto di questo gas sul clima, che considera il reale tempo di permanenza in atmosfera del metano: infatti, questo composto del carbonio, a differenza dell’anidride carbonica o del protossido di azoto che permangono per centinaia o migliaia di anni in atmosfera, rimane sospeso come metano per soli 10-12 anni, prima di essere trasformato in CO2. Ecco perché il modello attribuisce un “peso”, in termini di capacità climalteranti, decisamente maggiore a questo gas, pari a 80 volte quello della CO2. Ogni variazione in positivo o in negativo nelle emissioni di metano, quindi, ha un impatto ancora maggiore di quanto si considerava in precedenza.
Il modello dice anche che emissioni costanti di metano NON contribuiscono a scaldare ulteriormente il pianeta. In un allevamento bovino, il metano è parte di un ciclo naturale: gli animali lo emettono come sottoprodotto della digestione di foraggi, e questo viene poi convertito a CO2 e assorbito dalle colture che entrano nella dieta, chiudendo il ciclo.
In un’ipotesi di emissioni costanti (ad esempio in Italia il numero totali di bovini è relativamente costante, negli ultimi anni) si può dire che il metano enterico prodotto da questi animali non ha quindi contribuito sostanzialmente al riscaldamento globale.
Ma ci si può spingere un passo oltre, in un’ottica di miglioramento della sostenibilità del settore dell’allevamento.
Il modello infatti calcola anche che ogni riduzione superiore al 10% nelle emissioni di metano può portare ad un effetto RAFFREDDANTE sul pianeta. Gli allevamenti, quindi, possono passare da essere additati come i responsabili della crisi climatica a essere i protagonisti di un cambiamento positivo[3].
Le strategie
Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata sul trovare potenziali strategie di mitigazione delle emissioni enteriche di questo gas, strategie che sono spesso poco sostenibili da un punto di vista economico o di gestione, o che non sono ancora disponibili commercialmente, o non hanno ancora dimostrato l’efficacia in vivo e a lungo termine oppure che hanno potenziali effetti negativi collaterali.
Ad esempio, si potrebbe modificare la razione riducendo l’uso di foraggi (che stimolano la produzione di metano) a favore dei concentrati: questo però è spesso antieconomico, può portare ad alterazioni nel metabolismo ruminale ed è, quindi, nel lungo periodo, insostenibile per la maggior parte delle aziende agricole.
Numerosi studi si concentrano anche su diverse tipologie di additivi/mangimi, tra cui nuove molecole chimiche o particolari tipi di alghe. Questi nuovi ingredienti presentano alcuni grossi limiti per la loro adozione su larga scala, come la difficoltà di produzione, un ancora non chiaro impatto sulla salute degli animali, dei prodotti (latte o carne) e quindi dei consumatori, ed inoltre un’improbabile conformità con i severi disciplinari dei prodotti caseari italiani.
Nei mesi scorsi il team del prof. Mitloehner dell’Università della California-Davis ha indagato l’efficacia del mangime minerale SOP STAR COW nella riduzione delle emissioni di GHG enteriche e sulla produzione di latte. Da questo lavoro è originata una pubblicazione scientifica sulla rivista internazionale “Sustainability”.
Obiettivi, contenuti e risultati della ricerca
Lo studio dell’Università della California è stato condotto su due gruppi di vacche (controllo e con SOP STAR COW) da metà a tarda lattazione per 6 settimane, le prime due delle quali sono state considerate come periodo di adattamento a SOP STAR COW. Le emissioni di GHG sono state misurate individualmente per ogni vacca, con opportuna camera di rilevamento dei gas per 12 ore ogni due settimane.
Nello stesso giorno sono stati poi analizzati anche i parametri del latte per fornire una rappresentazione completa della risposta delle vacche al mangime SOP.
L’analisi dei dati del CH4 ha mostrato che le emissioni all’interno del gruppo SOP hanno avuto una riduzione significativa dal giorno 14 al giorno 42 del 20,4%. Anche le emissioni di anidride carbonica (CO2) hanno mostrato una riduzione del 18,4% nello stesso periodo, mentre le emissioni interne al gruppo di controllo non hanno mostrato differenze significative per nessuno dei due gas. Questo porta ad un potenziale grande miglioramento della sostenibilità degli allevamenti bovini, che possono diventare protagonisti nelle strategie contro il riscaldamento globale.
In aggiunta a ciò, SOP STAR COW ha portato ad un aumento significativo della % di proteine del latte durante il periodo di studio (+4,9% dal giorno 0 al giorno 14 e +6,5% dal giorno 0 al giorno 42), migliorando la redditività delle aziende, perché sostenibilità è, innanzitutto, sostenibilità economica.
Il team di ricerca
Frank M. Mitloehner, PhD, è professore e specialista per la qualità dell’aria presso il Dipartimento di Scienze Animali dell’Università della California – Davis (considerata una delle migliori università al mondo per agraria, veterinaria e zootecnia)ed è stato Presidente della FAO per il Progetto di Partenariato per il Benchmarking degli impatti ambientali delle catene di approvvigionamento del bestiame – LEAP. Le aree di ricerca del suo team includono misurazioni e mitigazione di gas serra e ammoniaca, insieme allo studio dei loro effetti sulla salute e sul benessere umano e animale, indagando il nesso tra produttività agricola e sostenibilità ambientale.
Coautore della pubblicazione è anche il Dr. Marcello E. Chiodini, PhD e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano nonché collaboratore SOP.
Nella foto, la visita del Prof. Frank M. Mitloehner presso l’azienda della Cooperativa Allevamenti La Serenissima a Calcinato (BS) nel 2019. In ordine da sinistra: Prof. Frank M. Mitloehner, Danilo Lorenzoni presidente della Cooperativa Allevamenti La Serenissima, Ing. Daniele Aspesi responsabile Ricerca e Sviluppo di SOP e Marco Poggianella CEO di SOP.
Per ottenere il lavoro completo clicca qui: www.sopfarm.com/landing-page
A proposito di SOP STAR COW
SOP STAR COW è un mangime minerale, a base di ingredienti naturali, studiato e prodotto da SOP – Save Our Planet; è commercializzato in diversi Paesi europei dal 2015 e conforme ai requisiti dei principali disciplinari di produzione in Italia (come Grana Padano, Parmigiano Reggiano). SOP STAR COW è progettato per interagire positivamente con le comunità microbiche presenti nel rumine e nell’apparato digerente, all’interno degli animali e nelle lettiere/cuccette.
SOP STAR COW è stato oggetto anche di un’altra ricerca, pubblicata a Tolosa nell’ambito del congresso ESVCN (European Society of Veterinary and Comparative Nutrition), che dimostra come questo mangime abbia portato le 7 stalle di prova ad aumentare in media la quantità di latte di 1,35 litri al giorno e ridurre il contenuto di cellule somatiche di oltre il 20%.
A cura del Dr. Gioacchino Quarta, nutrizionista e agronomo, con oltre 30 anni di esperienza in azienda e in campo nel settore agrifood. Ha collaborato negli anni con numerose aziende del settore e ne ha studiato approfonditamente le dinamiche. È, in SOP, speaker, formatore e responsabile ruminanti.
[1] USEPA. Inventory of U.S. Greenhouse Gas Emissions and Sinks: 1990–2015. 2017. Available online: www.epa.gov/sites/production/files/2017-02/documents/2017_chapter_5_agriculture
[2] Communication from the commission to the European parliament, the council, the European economic and social committee and the committee of the regions. Available online: ec.europa.eu/energy/sites/ener/files/eu_methane_strategy
[3] www.oxfordmartin.ox.ac.uk/publications/climate-metrics-for-ruminant-livestock