Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03317
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Mercoledì 18 dicembre 2019, seduta n. 280

VIVIANI, GOLINELLI, BUBISUTTI, GASTALDI, GUIDESI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO e PATASSINI.Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

il Nutri-Score, sviluppato in Francia, è un sistema che si concretizza in un logo che informa sulla qualità nutrizionale basato su una scala di 5 colori, dal verde scuro all’arancio scuro, associati con lettere dalla A alla E, al fine di semplificare la lettura da parte del consumatore;

lo scopo dell’etichettatura nutrizionale sarebbe quello di informare i consumatori sulla presenza di grassi, zucchero e sale negli alimenti, attribuendo ad essi un colore in base ai nutrienti che lo compongono che ne determinano la «pericolosità»;

l’Italia ha più volte espresso la propria posizione ritenendo fondamentale assicurare al consumatore un’informazione obiettiva, scientificamente fondata e in linea con la normativa dell’Unione europea, che deve essere quella di aiutarlo a fare scelte di consumo consapevoli, non fondate su una classificazione tra cibi «salubri» e «insalubri», forzando le scelte con segnali semaforici;

sistemi come quello «a semaforo» o «nutri-score» andrebbero a favorire prodotti artificiali, promuovendo paradossalmente cibi «spazzatura» con edulcoranti al posto dello zucchero. In sostanza, sarebbero invece banditi prodotti, orgoglio del made in Italy, come l’olio d’oliva, il Grana Padano, il Parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma, perché considerati insalubri;

la proposta italiana, alternativa ai suddetti sistemi, è l’etichetta «a batteria», che attribuisce un punteggio alla presenza di grassi, zuccheri e sale, rapportandoli alla dose giornaliera consigliata nell’ambito di una dieta salutare;

l’utilizzo di questi sistemi potrebbe celare un voler indirizzare i consumi e comportamenti dei cittadini verso prodotti di minor qualità con il rischio, non solo di mettere in pericolo la salute dei cittadini, ma anche di generare confusione nei consumatori mettendo in difficoltà il sistema produttivo di qualità del made in Italy;

l’Italia, in base ad una stima approssimativa, da questo modello di «nutri-score» vedrebbe quasi l’85 per cento della propria produzione agroalimentare considerata come dannosa e a rischio per la salute;

è necessario mantenere alta l’attenzione su tutte quelle iniziative ancorate ai sistemi di etichettatura volti a penalizzare la promozione delle produzioni italiane nei mercati esteri. Nel 2018 il made in Italy agroalimentare ha registrato un nuovo record delle esportazioni a 41,8 miliardi di euro –:

quali iniziative urgenti intenda intraprendere, nelle opportune sedi, per fare chiarezza al riguardo e difendere il made in Italy agroalimentare da sistemi di etichettatura che poco o nulla hanno a che fare con la vera tutela dei principi ai quali questi sistemi vorrebbero ispirarsi.

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 19 dicembre 2019
nell’allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-03317

Le tematiche evidenziate dall’Onorevole interrogante rivestono da sempre una rilevanza strategica per questo Ministero, in quanto l’applicazione di sistemi quali il «nutriscore» francese ma anche il «traffic light» inglese potrebbero produrre effetti discriminatori soprattutto verso quei prodotti italiani riconosciuti a livello europeo come patrimonio nazionale (Denominazione d’Origine Protetta – DOP, Indicazione Geografica Protetta – IGP, Specialità Tradizionale Garantita – STG), che sono obbligati per legge a mantenere determinati tenori di nutrienti, previsti dai disciplinari di produzione a tutela delle tradizioni e dei consumatori.
Da sempre, l’Italia ha promosso, promuove e promuoverà la «Dieta mediterranea», un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo che l’Unesco, come noto, ha dichiarato Patrimonio immateriale dell’Umanità.
Pertanto, ogni fattivo contributo al dibattito in atto in Europa sulla tematica evocata dall’Onorevole Interrogante è finalizzato da parte di questa Amministrazione, a raggiungere un sistema comune di etichettatura nutrizionale «front of pack» chiara, comprensibile, realmente informativa e, soprattutto, non discriminatoria del «Made in Italy», nella piena convinzione di dover difendere e garantire le eccellenze italiane nel settore agroalimentare.
In Italia si sta completando la sperimentazione di un sistema «a batteria» che riporta per il consumatore, in uno specifico «box», l’indicazione quantitativa della percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati nella singola porzione rispetto alla quantità giornaliera di assunzione raccomandata, rappresentando graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo di quantificarla visivamente.
In linea con i più consolidati orientamenti scientifici, il Ministero della salute e questo Ministero hanno sempre ritenuto fondamentale la totalità della dieta e non il singolo alimento, evitando di classificare gli alimenti in buoni e cattivi, demonizzando di volta in volta «grassi» o «zuccheri», poiché tali alimenti devono essere commisurati alle esigenze del singolo individuo e non giudicati nell’ambito di una semplice valutazione standardizzata. La riduzione di particolari nutrienti – come ad esempio zuccheri e grassi – attraverso l’individuazione di semplici target numerici, non può essere accettata perché risulta non solo di difficile realizzazione, ma anche di dubbia efficacia.
Peraltro, ulteriori perplessità su questo approccio – privo di alcuna componente educativa verso sane abitudini alimentari – nascono dalla constatazione che esso potrebbe portare all’eliminazione di taluni alimenti che fanno parte della dieta mediterranea e determinare un possibile spostamento dei consumi verso prodotti di scarsa qualità nutrizionale, in particolare nell’età infantile ed evolutiva o nella sfera dei bassi profili di reddito.
Per quanto sopra, l’Italia, anche con riguardo alla prevenzione e al controllo delle patologie non trasmissibili (Not Communicable Diseases – NCDs), non ha mai mancato di contrastare i fattori di rischio e promuovere i «determinanti di salute», attraverso un approccio «distico» che privilegiasse la prevenzione delle malattie croniche e interventi multisettoriali che coinvolgessero più Amministrazioni pubbliche e la società civile, valorizzando l’esigenza di stili di vita salutari, attività fisica regolare e diete sane, equilibrate e sostenibili.
Anche nel più recente passato, a fronte delle azioni di alcuni Paesi che si sono fatti promotori di vari tentativi di reintrodurre il concetto di «cibi insalubri» – col rischio legato all’adozione di misure restrittive sul piano commerciale, potenzialmente lesive sui mercati esteri delle eccellenze e delle tipicità dell’agroalimentare Made in Italy – il nostro Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI) si è immediatamente attivato con azioni incisive.
Quanto sopra non esaurisce in ogni caso l’azione di tutela degli interessi italiani, per la quale si continuerà a mantenere alta l’attenzione nei fori internazionali in cui si discute di temi nutrizionali e chiederemo, infatti, alla commissione Ue di rendere più forte la legge europea sull’etichettatura, un obiettivo su cui lavoreremo in vista del mese di aprile 2020 in ossequio alla «Farm to Fork» e dunque alla nuova «strategia di crescita per l’Europa» presentata a Bruxelles l’11 dicembre ultimo scorso, armonicamente all’European Green Deal.
Il regolamento 775 del 2018 e la scelta di un regime facoltativo di etichettatura ci trova del tutto contrari, anche perché la sperimentazione già in atto su latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, pomodoro – con l’indicazione chiara, comprensibile, realmente informativo dell’origine della materia prima – non può terminare con l’entrata in vigore del regolamento dal 1o aprile 2020, di cui l’Italia ritiene dunque indispensabile chiedere uno slittamento di almeno un anno.
È quindi fondamentale che tutte le Amministrazioni coinvolte sostengano e affianchino azioni per rendere pienamente efficace la tutela delle eccellenze agroalimentari nazionali all’estero, al fine di imprimere incisività e determinazione al ruolo dell’Italia in tutti i fori internazionali in cui vengono definite le politiche della salute con potenziale impatto sulla produzione e commercializzazione dei prodotti alimentari italiani di qualità in sede internazionale.

 

Fonte: Camera dei Deputati