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Le malattie dei piedi delle bovine sono oggi la principale minaccia al benessere degli animali allevati, di più le malattie del piede rappresentano oggi una seria minaccia per lo sviluppo delle grandi aziende zootecniche che si intravedono all’orizzonte.

L’allevamento del bovino da latte non può esistere senza una cura del piede allo “stato dell’arte”, la podologia è a buon diritto una branca della clinica del bovino.

Oggi la podologia del bovino è ad un punto di svolta, coesistono, non si sa per quanto ancora, le due anime della buiatria: quella della clinica individuale e quella della production medicine, dei trattamenti standardizzati o se preferite dei “protocolli terapeutici”, sdoganati dalla Ricetta elettronica veterinaria che, schematizzando diagnosi e trattamenti, riducono sempre di più lo spazio per l’arte veterinaria, allontanano il clinico dal paziente, fino a trasformarlo in un numero: la matricola BDN. Un’ulteriore sfida è rappresentata dalla crescente importanza delle patologie infettive. La podologia bovina rimane un’attività “fisica”, individuale, che richiede che ogni piede sia valutato, pareggiato in modo da funzionare al meglio delle sue possibilità.

Prendiamoci un giorno di pausa: guardiamo i prodotti, facciamo programmi economici e piani di rientro, ma rimettiamo al centro della nostra attenzione l’oggetto delle nostre cure: il piede del bovino, la sua “proprietaria” la vacca e ricordiamo che il risultato del nostro lavoro riguarda il corno che lasciamo sotto il piede, non quello che lasciamo sul pavimento della stalla.

Una giornata di riflessione, di lentezza, di dialogo, di domande anche di quelle senza risposta, ancora…

Sei ore per attraversare il ponte fra le “vecchie” e le “nuove” generazioni, un’occasione per un saluto per riprendere i contatti, farne di nuovi.


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Per maggiori informazioni: www.buiatria.it

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