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Qual è il contributo che le colture foraggere come l’erba medica possono dare alla mitigazione del clima?

È possibile elaborare processi produttivi che riducano le emissioni generate dalla sua coltivazione?

Queste e altre domande troveranno risposta durante il web meeting che si terrà venerdì 23 aprile, a partire dalle ore 15, nel corso del quale verrà presentato il progetto Medi-C-A-Rbonio, (acronimo di contabilizzazione delle emissioni e sequestri del carbonio nel processo produttivo del foraggio da prato di erba medica per valutarne il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici) realizzato nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Emilia Romagna che vede coinvolti l’Associazione Italiana Foraggi Essiccati (AIFE) con sede a Ravenna ed il Centro ricerche produzioni animali (CRPA) di Reggio Emilia.

ISCRIZIONE: il web meeting si terrà sulla piattaforma zoom e la partecipazione è gratuita previa registrazione a questo link: https://filieraitalianaforaggi.it/iscrizione dove è anche consultabile il programma dell’evento.

“Il progetto è partito lo scorso anno pur con tutte le problematiche dettate dalla pandemia-spiega il presidente di AIFE, Gianluca Bagnarasiamo comunque riusciti a dare un buon impulso alle attività previste insieme ai colleghi del CRPA e soprattutto stiamo registrando un grande interesse da parte di tutti i nostri associati. L’obiettivo del progetto è quello elaborare una serie di plus di compatibilità ambientale dei foraggi prodotti e commercializzati dai soci AIFE per arrivare successivamente alla made green in Italy, una certificazione ecologica di prodotto rilasciata dal ministero dell’Ambiente che riteniamo fondamentale sia in termini di valorizzazione del territorio che di strumento indispensabile per aumentare la nostra competitività sul mercato internazionale”.

Con circa 30 impianti di trasformazione dove viene conferita l’erba medica prodotta su 90mila ettari di superficie distribuiti tra Emilia Romagna, Marche, Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Toscana e Abruzzo, AIFE rappresenta il 90% della filiera italiana dei foraggi essiccati e disidratati con una produzione di circa 800.000 tonnellate/anno pari al 10% della totalità produttiva nazionale, posizionandosi seconda a livello europeo dopo Spagna e Francia (rispettivamente a 1,3 milioni e a 730mila tonnellate).

“Il nostro obiettivo è anche quello di costruire un’identità che qualifichi e valorizzi ulteriormente l’erba medica che producono i nostri associati nel rispetto e nella tutela del territorio, della biodiversità, dell’ambiente – continua il presidente Bagnara – In questi ultimi anni il settore è stato al centro di un fenomeno che definirei rivoluzionario. Siamo infatti passati da un contesto, dettato da accordi internazionali, in cui i produttori potevano richiedere un contributo per chiudere le loro attività alla situazione odierna, in cui le richieste di espansione sono in costante aumento. Questo è avvenuto anche grazie alle importanti collaborazioni che abbiamo avviato con le più importanti istituzioni scientifiche come il CRPA e alla volontà di favorire quella conoscenza sul legame col territorio che oggi rappresenta senza dubbio un valore aggiunto in termini di competitività sui mercati internazionali”.

Un valore che all’estero è già molto apprezzato, posto che circa il 60% della produzione di AIFE viene esportato con un trend di crescita costante. “La media annuale del nostro fatturato si aggira intorno ai 250milioni di euro – sottolinea Bagnara – ma se consideriamo il giro di affari dell’intera filiera e dell’indotto tocchiamo i 450 milioni. Numeri importanti che coinvolgono il lavoro di circa 13.500 persone suddivise in 1.500 dipendenti, 8.000 agricoltori e 4.000 tra terzisti e fornitori”.

Al web meeting del 23 aprile prossimo parteciperanno: l’onorevole Paolo De Castro del Parlamento europeo; la dottoressa Maria Teresa Pacchioli del CRPA; il professor Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia; il dottor Germàn Giner Santonja dell’European Integrated Pollution Prevention and Control Bureau; il dottor Nicola Di Virgilio della DG Agri alla Commissione europea; la dottoressa Sara Cortesi dell’Enea.

“Al termine del progetto Medi-C-A-Rbonio, previsto per la fine del 2023 – conclude il presidente Bagnara – e stabiliti insieme al CRPA gli standard per la corretta valutazione dell’impronta carbonica della coltivazione di erba medica e la relativa capacità di assorbimento nel terreno, procederemo con una capillare attività di divulgazione dei risultati raggiunti, strumento essenziale per dare un seguito concreto e costruttivo a un settore in piena evoluzione, che lavora e continuerà a farlo all’insegna della sostenibilità”.

 

Fonte: Ufficio Stampa Anna Mossini

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