In occasione della seconda Festa del Bio, tenutasi a Milano il 4 febbraio, FederBio ha lanciato una nuova proposta per ridefinire il sistema di allevamento biologico che sia in grado di produrre vantaggi per l’ambiente, per la salute dell’uomo e che – allo stesso tempo – tenga conto del benessere animale.

Come si legge in una nota pubblicata dalla Federazione: “Il regolamento europeo sugli allevamenti biologici non basta più: andare oltre significa puntare soprattutto sul miglioramento delle condizioni di vita del bestiame allevato. I bovini devono poter pascolare all’aperto per almeno 120 giorni l’anno, I vitelli devono poter essere alimentati alla mammella, in modo naturale, e gli allevamenti bio devono scegliere razze a lento accrescimento, in modo tale da assicurare una durata adeguata di vita agli animali. Le scrofe devono poter passare il periodo della gestazione all’aperto e non possono essere rinchiuse nelle gabbie. Ai polli non può essere tagliato il becco (una pratica che denuncia comunque allevamenti affollati) e occorre risolvere il problema dell’eliminazione dei pulcini maschi.

Il documento è stato redatto con i contributi di tutte le Associazioni di Cambia la Terra, ISDE Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Slow Food e WWF.

Da tempo il settore del bio ha avviato un percorso affinché ci sia un cambio di passo anche negli allevamenti biologici. – scrive FederBio – Per questo ha deciso di puntare su un’interpretazione avanzata del regolamento europeo sul biologico, definendo lo “Standard High Welfare”, un modello di allevamento che tenga conto del benessere degli animali, ma anche della conservazione della biodiversità, della valorizzazione delle razze locali e degli allevamenti di piccola scala, importanti per la rivitalizzazione dei territori interni.

Un tipo di allevamento che, secondo le associazioni di Cambia La Terra, deve essere indicato in modo chiaro in etichetta, affinché i cittadini abbiano la possibilità di fare delle scelte in modo consapevole. Il documento contiene gli interventi di esperti e delle diverse associazioni ambientaliste e del biologico che fanno parte della campagna di informazione e di sensibilizzazione di Cambia la Terra, voluta da Federbio assieme a Isde-Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, SlowFood, WWF. Ad aver partecipato alla realizzazione sono – oltre a Maria Grazia Mammuccini – Damiano di Simine, responsabile suolo Legambiente; l’esperta di nutrizione Renata Alleva, membro di Isde; gli esperti Marino Abrate ed Eva Rigonat, sempre di Isde; Federica Luoni, responsabile Agricoltura Lipu; Raffaella Ponzio, coordinatrice Biodiversità Slow Food; Franco Ferroni, responsabile Agricoltura WWF; Valentino Mercati, fondatore di Aboca, la prima azienda ad aver sottoscritto l’adesione agli Standard High Welfare FederBio.