Dopo tre anni di interruzione, ritorna sull’altopiano di Rascino la Festa della Transumanza, giunta alla sua 52 esima edizione. 

Dopo la splendida edizione del 2019, le ristrettezze imposte dal Covid ed i timori degli anni seguenti avevano messo temporaneamente in stand-by questo evento, che da più di mezzo secolo caratterizza l’altopiano carsico del Lazio orientale situato in provincia di Rieti, e più precisamente nel territorio del comune di Fiamignano. Quest’anno, però, si è tornati a parlare di questa manifestazione e negli ultimi mesi i membri del Gruppo di Azione Locale (GAL) Salto Cicolano, presieduto da Mauro Delfini, hanno collaborato alacremente con il Comune di FiamignanoColdiretti e tutti gli altri attori presenti per far sì che la tradizione potesse riprendere!

Così, nella giornata di domenica 4 agosto 2024, tantissimi allevatori, tecnici e amanti del settore ovino hanno potuto tornare ad incontrarsi in questo luogo in cui la pastorizia affonda le sue radici da secoli.

«Certo le cose sono molto cambiate dai tempi in cui sulla piana si radunavano quasi 50.000 capi», racconta Paolo Delfini, giovane allevatore laureato in Produzioni Animali all’Università di Perugia, che porta avanti questa tradizione di famiglia e che ha supportato il papà Mauro nell’organizzazione dell’evento. La famiglia Delfini alleva pecore dal 1850 nel comune di Fiamignano ed ha sempre praticato la transumanza, originariamente dalla montagna alla provincia di Roma, adesso, invece, dalla pianura all’altopiano. Il suo gregge è costituito da circa 2.500 pecore Sopravissane in purezza e altri 2.000 capi da latte meticci, per un totale di 4.500 animali da cui ottengono latte, carne e lana.

«Io ho dei bellissimi ricordi di quando, da bambino, il panorama che mi si apriva davanti giungendo qui era l’enorme distesa dell’altopiano brulicante di pecore. Si trattava di una grandissima rassegna di ovini, con molti premi per ciascuna razza e anche per i capi meticci. Gli allevatori partecipavano in maniera sentita e numerosa con i loro capi. Oggi lo scenario è completamente cambiato, e rispecchia quello che sta avvenendo al nostro settore: hanno chiuso tantissime aziende e il numero dei capi si è ridotto drasticamente nell’ultimo quinquennio (leggi anche “Ovi-caprini: in un solo anno sparite quasi 20.000 aziende“). Quello che però ho notato ieri con grande piacere – continua Paolo – è stata la grande affluenza di persone legate al settore in modi diversi e provenienti da aree geografiche differenti. Tanta gente del posto ma anche colleghi allevatori e tecnici di province e regioni limitrofe, e questo mi dà speranza per il futuro. Queste iniziative vanno mantenute ed incentivate perché è l’unico modo che abbiamo per farci conoscere e per far riscoprire il nostro mestiere. Ad oggi uno dei problemi principali che abbiamo è il reperimento della manodopera e il ricambio generazionale. Dobbiamo riavvicinare le persone a queste tradizioni che fanno parte della nostra cultura se vogliamo provare a non perderle. Certo, è una scelta dura quella di fare l’allevatore, ma se hai passione e voglia di fare riesci a ricavarne soddisfazioni interessanti, anche in termini economici. C’è tanto da fare e tanti prodotti da far riscoprire, come ad esempio la lana! Credo che la chiave vincente sia la diversificazione e la multifunzionalità delle aziende agricole, ma non si potranno mai raggiungere dei buoni risultati senza una componente fondamentale: il coinvolgimento delle persone e questi momenti di incontro sono fondamentali per andare in questa direzione».

Degna di nota anche la massiccia partecipazione politica che ha caratterizzato l’evento, con una conferenza di oltre un’ora in cui si sono avvicendati rappresentanti di tante istituzioni presentati dal sindaco di Fiamignano, Filippo Lucentini. Presenti i sindaci dei vicini comuni di Rieti, Borgorose, Petrella Salto, una ragguardevole rappresentanza della Regione Lazio con l’Assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini e il presidente della Commissione Agricoltura, ambiente della Regione Lazio Giulio Menegali Zelli Iacobuzi, il Prefetto di Rieti Pinuccia Niglio, il dirigente veterinario Giovanni Brajon dell’IZS Lazio e Toscana in rappresentanza del mondo della sanità pubblica, esponenti dalla Coldiretti Lazio, tra cui il  presidente David Granieri, per giungere a cariche dello Stato come l’Onorevole Luca  De Carlo ed il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e forestale Francesco Lollobrigida.

A quest’ultimo è stato affidato l’intervento finale, nell’ambito del quale l’Onorevole ha ripercorso le principali tematiche affrontate: dalle difficoltà degli allevatori nel gestire la fauna selvatica, alla necessità di intervenire in maniera concreta in questi territori con opere che consentano una qualità della vita migliore (viabilità e linea internet) per chi li abita, alla semplificazione burocratica, la creazione di invasi per contrastare la siccità, per giungere alla valorizzazione delle produzioni tipiche.

Non ci resta che fare i nostri complimenti a chi si è speso per la riuscita di questo evento e dare appuntamento a tutti all’edizione 2025!