Anche il segmento del cash& carry (a peso imposto) registra un progresso nelle vendite della Dop, ma soprattutto del prezzo al kg

Le vendite retail di Grana Padano mostrano una crescita strepitosa dei consumi a febbraio 2020, mese che fa da spartiacque con il nuovo mercato legato all’emergenza coronavirus da Covid19: in base ai dati Iri (che, com’è noto, rilevano Iper, super superette e discount) il Grana Padano risulta progredire del 16,7% rispetto allo stesso mese del 2019.

Anche il Parmigiano Reggiano mette a segno un incremento del 14,3%. I similari vanno controtendenza registrando una flessione (-0,1). Il mercato dei formaggi “duri” guadagna complessivamente il 10,5% a febbraio 2020.

Per quanto riguarda il prezzo, il Grana Padano si attesta a 12,08 euro al kg, in leggera flessione (0,8%), mentre il Parmigiano Reggiano viene venduto a 18,13 euro al kg, l’1% in meno rispetto a febbraio 2019. Da notare, invece, l’aumento del 4,6% per i similari, venduti a 10,87 euro al kg.

Crescono vertiginosamente i similari nel cash and carry a peso imposto

Nel segmento del cash and carry a peso imposto il Grana Padano vede le vendite crescere del 4,5%, a fronte di un prezzo al kg maggiorato di quasi il 10% rispetto a febbraio 2019.

I consumi di Parmigiano Reggiamo progrediscono del 10,3% a prezzi leggermente più alti (2,1). I similari mettono il turbo e arrivano quasi al 25% di crescita, ma cedono il 2,7% nei prezzi al kg.

Il Grana Padano DOP supera il record del 2018 con oltre il 40% della produzione spedita oltre-confine. Negli ultimi mesi dell’anno è pesato l’impatto dei dazi Usa

Dopo l’accelerazione delle spedizioni di Grana Padano Dop (come porzionato e grattugiato) negli Usa nel bimestre precedente, quando non erano ancora dovuti i dazi all’export, a novembre 2019 le esportazioni nel Paese sono crollate del 51%.

Decurtato, tuttavia, di questa percentuale negativa relativa al mercato statunitense Usa, che connota negativamente il dato di novembre (- 1,18%), l’export del formaggio creato dai monaci cistercensi ha messo a segno un incremento del 2,8%.

Berni, direttore del Consorzio di tutela del Grana Padano ha affermato «Nuovo traguardo raggiunto»

Un segnale positivo, quindi, quello di novembre, come lo è anche quello dell’intero 2019, archiviato con un progresso dell’export del 4,38%, per un corrispettivo di 2.051.125 forme totali. Il direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni ha sottolineato «Nuovo traguardo raggiunto. Le spedizioni all’estero hanno oltrepassato il 40% della produzione tutelata».

Entrando nel dettaglio dei dati, elaborati dal Consorzio di tutela del Grana Padano su dati Istat, al primo posto è la Germania con una crescita di quasi il 5%, pari a 500mila forme. In seconda battuta si è posizionata la Francia con oltre 230mila forme e un incremento del 4,5%. Gli Usa si sono collocati al terzo posto con quasi 168mila forme l’anno, il 9% in più del 2018.

Il Regno Unito è arrivato ad oltre 132 mila forme con un incremento superiore al 5%, poi ha seguito la Svizzera con 124mila forme, quasi lo stesso quantitativo previsto per la Spagna. In sofferenza il Canada che ha perso il 15% delle spedizioni in relazione al meccanismo, da rivedere, dell’accordo Ceta.

Fonte: Consorzio del Grana Padano DOP