E’ difficile trovare chi non abbia mai assaggiato la Mozzarella di Bufala Campana DOP, ed è ancora più difficile trovare qualcuno a cui non sia piaciuta. Molti però sicuramente non conoscono tanti particolari su questo Consorzio di Tutela.

Partiamo dai numeri.

La Mozzarella di Bufala Campana DOP è, dopo il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il Gorgonzola, la quarta DOP italiana in termini di quantità, con una produzione annua (2019) di circa 50.000 tonnellate di cui ben il 34.14% viene esportato, almeno prima del Covid-19.

In Campania, Lazio, Molise e Puglia sono circa 1400 gli allevatori di bufale che producono latte destinato a questa eccellenza. L’altra metà delle stalle produce latte per fare soprattutto la mozzarella di bufala, che è molto diversa da quella DOP a causa delle minori limitazioni imposte dal disciplinare di produzione.

Il Consorzio di Tutela è molto attivo non solo per difendere la tradizione ma anche per esplorare nuove opportunità.

Per saperne di più di questo prodotto a Denominazione e di come la pandemia da SARS-CoV-2 lo abbia messo in difficoltà, abbiamo voluto intervistare Domenico Raimondo, che da ben 4 mandati triennali guida il Consorzio di tutela nel ruolo di Presidente e che conosce pertanto molto bene la situazione.

Tra gli argomenti affrontati c’è l’attuale prezzo del latte alla stalla e della mozzarella all’ingrosso, cosa ha significato per questo prodotto il blocco del canale ho.re.ca. nella fase uno della pandemia e l’opinione del presidente Raimondo sull’impatto che la brucellosi e la tubercolosi, purtroppo ancora presenti nelle bufale, possono avere sulla vendita di questo prodotto.