L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) individua anni specifici per promuovere temi particolari e sensibilizzare le persone.

Cinque anni fa il Governo della Mongolia, Paese tradizionalmente di pastori, ha proposto che venisse dichiarato un Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori (AIPP-IYRP, IYRP dalla sigla in inglese International Year of Rangeland and Pastoralism). All’inizio di ottobre 2020, il Comitato per l’Agricoltura (COAG) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha approvato questa proposta. Per scoprire di più in merito allo scopo di questa iniziativa è stato creato un apposito sito e divulgato del materiale informativo di cui vi riportiamo un piccolo estratto, in attesa del 2026!

Il Governo della Mongolia, nel proporre il tema, ha sottolineato che quasi la metà della superficie terrestre è costituita da pascoli, ovvero da aree dove la vegetazione è formata da erbe ed arbusti spontanei, su cui pascolano animali domestici e selvatici. Di queste zone beneficiano tutti gli esseri umani attraverso i prodotti derivanti dagli animali, il turismo, la conservazione della biodiversità e della fauna selvatica, le energie rinnovabili e tanti altri usi e servizi ecosistemici. Dedicare un anno internazionale a pascoli e pastori è importante per sensibilizzare tutti, ma soprattutto i politici, affinché riconoscano il grande valore sia dei pascoli che dei pastori e comprendano quanto profondamente questi contribuiscono all’economia, all’ambiente, alla società ed alla cultura a livello regionale, nazionale e globale.

Per preparare le iniziative che avranno luogo nel 2026 si sono formati nel tempo diversi gruppi di lavoro che coinvolgono più di 102 Paesi e 351 Organizzazioni. Dichiarare un anno internazionale alla pastorizia può rivelarsi di importanza strategica per diverse ragioni, come:

  • aumentare il rispetto per le attività dei pastori di tutto il mondo.
  • Rafforzare le organizzazioni e le reti di pastori (locali, nazionali e internazionali) e renderle più visibili fornendo una piattaforma globale: sia per difendere i loro diritti a programmi di sviluppo e leggi che soddisfino i loro bisogni, che per scambiare le loro conoscenze, culture e le loro pratiche tradizionali.
  • Rafforzare l’orgoglio dei pastori per il loro lavoro e la loro cultura, anche tra i giovani, e rafforzare le loro tradizioni e diversità, sostenendo così il loro diritto ad un maggiore riconoscimento per il loro stile di vita.
  • Aumentare il reddito dei pastori valorizzando i loro prodotti tradizionali, sviluppandone di nuovi e creando accesso a nuovi mercati.
  • Ottenere dati affidabili ed utili sulla situazione dei pastori e dei pascoli. Questi dati servirebbero ai pastori per confermare o migliorare la loro gestione della terra e dell’acqua e per ottenere una riforma legale sui loro diritti.
  • Migliorare la collaborazione tra pastori e scienziati, a livello regionale, nazionale ed internazionale, per aiutare i pastori a rinnovarsi e adattarsi ai cambiamenti in modo da assicurare il loro benessere.
  • Aiutare ad integrare le necessità dei pastori nella pianificazione nazionale e regionale e stimolare lo sviluppo di politiche migliori che consentano ai pastori di fare il miglior uso possibile dei pascoli e di altre aree in forma stagionale, spostando il loro bestiame, negoziando pacificamente l’accesso a pascoli ed acqua, e rendendo facili e sicure le vie dei pastori. Questo ridurrebbe i conflitti con gli agricoltori, i parchi nazionali, le riserve di fauna selvatica, le aree di pascolo private, il turismo e le imprese, per es., di estrazione mineraria, di petrolio o di fonti energetiche alternative.
  • Rafforzare e migliorare gli sforzi per istituire servizi per un’adeguata assistenza sanitaria e di educazione per le famiglie dei pastori mobili.

Per approfondire le attività che saranno messe in campo nel 2026 vi invitiamo a visitare il sito (QUI) dedicato all’iniziativa, all’interno del quale troverete tanto materiale informativo ed interessanti contenuti video!