Le valutazioni sul benessere degli animali d’allevamento sono generalmente guidate da ciò che è importante per l’animale o per il consumatore, trascurando spesso il punto di vista dell’allevatore che ha, invece, il ruolo cruciale di interfaccia tra l’animale e il suo ambiente e tra l’animale ed i consumatori.
Gli allevatori tendono ad avere un concetto diverso di benessere animale rispetto a quello pubblico, in quanto considerano gli effetti a lungo termine di una buona alimentazione, ricovero, gestione sanitaria e allevamento come più importanti rispetto a quelle procedure ritenute dolorose a breve termine [ 3 , 4 ]. Sono soprattutto più propensi a concentrarsi sulla salute degli animali e meno sul loro ambiente [ 5 ]. Al contrario, i sostenitori degli animali tendono a considerare più importanti le pratiche dannose, come la castrazione, la decornazione e lo stordimento prima della macellazione [ 4 ].
Questa nota cerca di esporre il punto di vista degli allevatori su ciò che risulta essere importante per il benessere degli animali e sulle opzioni a disposizione di chi lavora in questo settore per affrontare le tematiche chiave da affrontare nel prossimo futuro. La capacità degli allevatori di gestire il benessere dei propri animali dipende, infatti, da molti fattori, tra cui le circostanze economiche, le influenze estranee alle loro aziende agricole, come il clima, la disponibilità di tempo per attuare pratiche rilevanti per il benessere e le risorse a loro disposizione [ 7 ]. Molte di queste sono ben note, con un chiaro impatto sul welfare, ma stanno emergendo anche diverse nuove sfide, per gestire le quali gli agricoltori svolgono un ruolo cruciale che dovrebbe essere riconosciuto come una componente chiave nel determinare il benessere degli animali da allevamento.
I nuovi metodi scientifici sviluppati negli ultimi anni e finalizzati al miglioramento del benessere, stanno cominciando a essere utilizzati nelle aziende, come quelle che adottano l’allevamento di precisione (Precision Livestock farming), e si stanno rivelando un importante strumento per la gestione degli aspetti più complicati.
Le criticità principali riscontrate dalle aziende includono il cambiamento climatico, che non solo espone gli animali allo stress da caldo, ma riduce potenzialmente anche la disponibilità di foraggio e di acqua nei sistemi di produzione animale. Gli animali stressati dal caldo hanno una diminuzione del benessere ed è importante per gli allevatori il fatto che gli animali non siano in grado di convertire gli alimenti in prodotti per il consumo umano in modo efficiente, che il loro sistema immunitario sia compromesso e che sia la qualità dei prodotti che gli aspetti relativi alla sfera riproduttiva degli animali siano influenzati negativamente.
Gli allevatori si trovano inoltre ad affrontare costi crescenti di mangimi e fertilizzanti, cosa che potrebbero mettere a repentaglio la disponibilità di alimenti per gli animali. La disponibilità di manodopera qualificata per lavorare nelle industrie zootecniche è sempre più limitata, con la migrazione dalle campagne verso le città e un insufficiente ricambio degli allevatori più anziani. In futuro, difficilmente gli alimenti ad alto contenuto energetico e proteico saranno disponibili in grandi quantità visto l’aumento della richiesta da parte dalla popolazione umana in espansione. Si prevede che l’allevamento del bestiame sarà sempre più confinato a terreni marginali che offrono pascoli di bassa qualità, cosa che favorirà il bestiame ruminante, a discapito di suini e pollame due specie animali incapaci di digerire facilmente la fibra grossolana dei vegetali. Gli allevatori, quando si parla di benessere animale, devono inoltre affrontare le problematiche legate alle malattie, poiché lo sviluppo dell’antibiotico resistenza nei microrganismi ha inaugurato un’era in cui non possiamo più fare affidamento su molti antibiotici per controllare le malattie. Gli allevatori possono utilizzare piante medicinali, probiotici e buone pratiche di allevamento per contribuire a mantenere un elevato standard di salute nei loro animali. La perdita di biodiversità nelle razze di bestiame riduce la disponibilità di genotipi meno produttivi che sopravvivono meglio con diete povere di nutrienti rispetto agli animali selezionati per un’elevata produttività.
L’uso dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie nella produzione zootecnica offre il potenziale per migliorare il benessere del bestiame [ 70 ]. Miglioramenti nel benessere potrebbero derivare dall’eliminazione delle tradizionali recinzioni di filo spinato, e dalla sostituzione delle recinzioni elettroniche con collari elettronici. Sebbene il benessere di tutti gli animali sia importante, è inevitabile che vi sia una continua selezione di bestiame facilmente gestibile dalle macchine. I droni hanno il potenziale per essere utilizzati per monitorare il bestiame al pascolo, gli abbeveratoi, la disponibilità di mangime. La mungitura robotizzata sta diventando sempre più diffusa e anche l’alimentazione robotizzata nelle vitellaie è ormai consolidata.
La disponibilità di nuove tecnologie per la raccolta e l’elaborazione delle informazioni provenienti da telecamere e microfoni sarà probabilmente utile agli allevatori per valutare a distanza il benessere dei loro animali. Uno degli indicatori di benessere più promettenti sono le vocalizzazioni degli animali [ 71 ]. Il benessere di un singolo animale può essere determinato dalle caratteristiche del richiamo, solitamente misurate dalla valenza e dall’intensità del richiamo. Il tono, l’intensità del volume, il rapporto armonico-rumore, la tonalità, la durata e la frequenza di ripetizione variano a seconda dei diversi tipi di richiamo relativi alla situazione dell’animale. Tuttavia, sebbene ciò possa essere determinato per i singoli animali, la ricerca per estrarre le caratteristiche legate al benessere dai richiami combinati di grandi gruppi di animali è solo agli inizi. Sono in fase di sviluppo algoritmi di deep learning per estrarre le caratteristiche dei richiami rilevanti nei grandi gruppi di animali domestici allevati in modo intensivo. Presumibilmente, il tono (frequenza) e il volume saranno i migliori indicatori, essendo più facili da distinguere dalle chiamate di gruppo rispetto ad altre caratteristiche.
L’analisi dei segnali bioacustici in un allevamento potrebbe potenzialmente avvisare gli allevatori della presenza di un intruso, di un ritardo nella fornitura di mangime, di disordini sociali tra i membri del gruppo, dell’accumulo di gas nocivi e di altri pericoli nelle unità intensive.
Questi sono solo alcuni esempi di modi in cui il benessere del bestiame potrebbe essere migliorato utilizzando metodi tecnologici avanzati nelle aziende agricole. Ce ne sono molti altri, ma i costi sono spesso elevati e la fiducia degli agricoltori in tale tecnologia è limitata. Inoltre, le aziende agricole sono molto diversificate e sarà difficile produrre aiuti gestionali adatti a tutti i tipi di aziende agricole. Il successo dell’intelligenza artificiale nel migliorare il benessere del bestiame dipenderà dai costi di sviluppo, dal profitto di ciascuna unità e dalle dimensioni del mercato.
La presente sinossi è tratta da una recente pubblicazione uscita sulla rivista Animals dell’articolo “Farm Animal Welfare – From the Farmers’ Perspective” di Clive J. C. Phillips 1,2
1 Curtin University Sustainability Policy (CUSP) Institute, Kent St., Bentley 6102, Australia; clive.phillips@curtin.edu.au
2 Institute of Veterinary Medicine and Animal Sciences, Estonian University of Life Sciences, Kreutzwaldi 1, 51014 Tartu, Estonia
https://doi.org/10.3390/ani14050671