Il nostro paese trasforma in formaggi a Denominazione (DOP, IGP e STG) PAT e generici buona parte delle oltre 13 milioni di tonnellate di latte di cui dispone, e per i quali ha ormai raggiunto la quasi totale autosufficienza. Questo significa che in questi lunghi anni il puntare su formaggi ricchi di storia, tradizione e abilità casearia ha dato i suoi frutti, anche in considerazione del fatto che l’11.5% del volume di affari dell’agroalimentare italiano è fatto di prodotti lattiero-caseari.

Il vino, dopo la grave crisi del metanolo del 1986, ha intrapreso un percorso di riqualificazione che pochi altri prodotti dell’agroalimentare sono riusciti a fare. Le cantine, come luogo di produzione e visita, le etichette e la cultura dell’assaggio, hanno reso ogni bottiglia un’esperienza sensoriale unica. Il vino, sia quello prodotto da grandi cantine che quello dei piccoli produttori, da cibo è diventato oggetto di cultura. E’ inoltre riuscito a “resistere” al dilagare dei prodotti a marchio della GDO.

Quando si sceglie un vino, sia per il consumo domestico che in un ristorante, si è attenti all’etichetta e a tutte quelle informazioni che ne raccontano la provenienza e la storia. Si ascolta con piacere il consiglio del ristoratore o comunque dell’esperto. Ogni cantina è in grado di fornire agli esperti narratori materiale per riempire pagine di storie.

Anche se alcuni Consorzi di Tutela e caseifici stanno facendo grandi sforzi per aprire un dialogo diretto con i consumatori attraverso l’ambiente digitale e partecipando alle molte fiere e iniziative di promozione che avvengono in Italia, il livello raggiunto dalle cantine è ancora ben lontano da quello del formaggio. In ballo non c’è solo il vendere più prodotto ma farlo in maniera svincolata dal “prezzo concorrenziale”, e questo si può fare solo se il cliente cerca e acquista proprio quel tipo di formaggio fatto specificatamente da quel caseificio.

La rubrica Domus Casei studia attentamente, con curiosità e interesse, anche il comportamento d’acquisto dei consumatori, oltre a divulgare informazioni di tecnica casearia.

E’ nostra profonda convinzione che un primo importante step funzionale all’obiettivo di arrivare al consumatore sia anche passare attraverso la ristorazione. Questa è il luogo ideale dove il cliente potrebbe scegliere tra una nutrita offerta di formaggi aiutato dai consigli del ristoratore, esattamente come succede quando si sceglie sulla carta dei vini cosa bere facendosi aiutare nella scelta da un esperto sommelier.

Chi a nostro avviso sta sperimentando da molti anni, e con successo, questa formula, sono i ristoranti piemontesi, dove il cliente può scegliere tra una vasta offerta di formaggi a volte presentati su appositi carrelli e per ognuno di essi farsi raccontare una storia e farseli disporre sul piatto con un preciso ordine di degustazione.

Domus Casei® di Ruminantia, con il lancio della sua iniziativa “Il Carrello dei Formaggi®”, vuole dare l’opportunità ai caseifici di presentare la tradizione e l’arte casearia alla ristorazione.

Il progetto, verrà presentato a Cremona il 28 Novembre 2022 alle ore 14.30 nel corso del Bontà organizzato da Cremona Fiere. La nostra rivista metterà in contatto i caseifici e ristoranti che aderiranno all’iniziativa, e organizzerà corsi di valorizzazione delle eccellenze casearie rendendo il più possibile autonomi gli operatori della ristorazione che vogliono adottare Il Carrello dei Formaggi® nel proprio esercizio.