La pianta Vicia faba (comunemente chiamata fava) è una leguminosa azotofissatrice e possiede 3 varietà:

  • Vicia faba major (fava): presenta semi grandi (650-850 g/1000 semi). Destinata al consumo umano.
  • Vicia faba minor (favino): presenta semi più piccoli di colore nero (250-350 g/1000 semi).
  • Vicia faba equina (favetta o fava cavallina): (700-1000g/1000 semi).

In generale, la fava viene utilizzata come fonte proteica vegetale per l’alimentazione umana e del bestiame. Le informazioni riportate in questa scheda si riferiscono al favino, poiché questa sottospecie è coltivata appositamente per l’alimentazione del bestiame.

Dal punto di vista minerale, il favino è povero di calcio (0,11%), sodio (0,02%) e cloro (0.09), e contiene in quantità leggermente superiori il fosforo (0,66%), lo zolfo (0,30%) ed il magnesio (0,15%). Le varietà minor ed equina sono quelle di interesse zootecnico. Tra queste, il favino è più resistente al freddo, ha uno sviluppo più rigoglioso, legumi più tondeggianti ed il seme è più piccolo e nero. Come coltura da sovescio (semina ad inizio autunno, sovescio in primavera), il favino apporta sostanza organica al terreno ed azoto; come coltura rinettante evita l’erosione del terreno durante le piogge fredde e la crescita delle infestanti. I semi sono ricchi di proteine, energia e composti minerali e hanno livelli di acidi grassi insaturi particolarmente elevati. Nell’alimentazione animale viene prevalentemente utilizzato in granella. La produzione media di granella è di 20 ql/Ha. La granella viene conservata nei silos.

Fattori anti-nutrizionali: tannini, glicosidi pirimidinici (vicina e convicina), inibitori della proteasi, lectine e acido fitico. La presenza di fattori antinutrizionali è un problema maggiore nelle specie monogastriche rispetto ai ruminanti.

Composizione analitica (%)

Umidità10
ENl 3x NRC (mcal/kg)1.99
Fibra grezza9.1
aNDFom18.3
ADF11.5
ADL0.9
peNDF7.32
CHO B3 pdNDF lig+2.416.14
CHO C uNDF lig*2.42.16
Amido44.5
Zuccheri3.31
Fibra solubile1.34
NSC47.81
NFC49.15
Proteina grezza27.7
Proteina solubile15.95
NDIP4.17
ADIP0.81
RDP 3x 17.23
RUP 3x 10.47
Lisina1.8
Metionina0.19
Lipidi grezzi1.21
C16:00.16
C18:00.03
C18:1 C0.25
C18:20.48
C18:30.03
Ceneri3.64
Calcio0.11
Fosforo0.66
Magnesio0.15
Potassio1.4
Sodio0.02
Cloro0.09
Zolfo0.30
Valori espressi sulla sostanza secca

Impiego

Il favino può essere utilizzato come granella, farina, foraggio ed insilato.

In generale, le fave sono state suggerite come fonte proteica alternativa alla soia per il bestiame in Europa (Smith et al., 2013; Jezierny et al., 2010; Blair, 2007). Il favino è considerata una coltura proteica utilizzata in miscela nelle razioni degli animali da allevamento. Infatti, ha un titolo in proteine ≅ 27% sulla sostanza secca.

Tra le varie specie animali alle quali è destinato, oltre ai monogastrici, rientrano i bovini da latte e da carne, le pecore e le capre. Nelle vacche da latte non influisce sul tenore lipidico del latte, ma ne penalizza il titolo proteico. La dose consigliata per i bovini da latte è di 1-2 kg al giorno, ma dipende dal tipo di razione somministrata. Per le pecore, il favino viene bagnato con acqua.

Studi in vivo su ruminanti, suini, avicoli e pesci rivelano che i semi hanno il potenziale per essere utilizzati come sostituti della farina di soia e/o dei semi di cereali nelle diete.

Una delle varietà più usata nel centro Italia è il Vesuvio che si adatta molto bene a terreni pesanti e non richiede irrigazione. Negli allevamenti con regime biologico il favino permette di evitare frazioni OGM nelle razioni derivate dalla soia. Come indicato in letteratura, alti tassi di inclusione di semi crudi di favino nelle diete non influenzano negativamente le prestazioni di crescita degli agnelli maschi. (Bonanno et al., 2012; Lanza et al., 1999).

Il favino apporta un’elevata quantità di proteina solubile (≅ 16% sulla sostanza secca) e ciò è importante poichè stimola la crescita del microbiota ruminale.

Per supportare una maggiore crescita e/o le prestazioni produttive degli animali, i semi di favino crudi possono essere generalmente inclusi nelle diete concentrate per vacche e agnelli a livelli appropriati rispettivamente di 175 e 300 g/kg.

La granella viene trattata con vapore surriscaldato, quindi schiacciata o espansa; il fiocco così ottenuto ha il vantaggio, rispetto al legume grezzo, di presentare una maggiore superficie all’azione digerente dei succhi gastrici e di essere più appetibile.

In commercio esistono anche le buccette di fave (chiamate anche crusca di fave) che derivano dalla decorticazione dei legumi destinati alla produzione della fava bianca per l’alimentazione umana. Le buccette di fave posso essere impiegate nelle miscele per i bovini, ma in basse percentuali ed in sostituzione alla crusca di frumento. Viene coltivato anche il favino bianco, nome dovuto al colore bianco dei semi.

 

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