Diverse ricerche hanno dimostrato che il colostro contiene diverse molte  che stimolano lo sviluppo del tratto gastrointestinale nei vitelli. Anche il latte di transizione, ovvero il latte prodotto nelle prime mungiture dopo il colostro, contiene livelli elevati di nutrienti e di componenti bioattivi, anche se a livelli inferiori rispetto a quelli del colostro. 

In questo nuovo articolo per la rubrica “Obiettivo vitelli by Virbac” riportiamo i risultati di uno studio condotto da un team di ricercatorin della Michigan State University, e pubblicato sul Journal of Dairy Science, che ha valutato l’effetto del latte di transizione, somministrato per 4 giorni dopo il colostro, sullo sviluppo del tratto gastrointestinale dei vitelli di razza Frisona, confrontandolo con i sostituti del latte.

Introduzione

Come sappiamo il colostro ha un elevato contenuto di immunoglobuline, ed è quindi essenziale per fornire l’immunità passiva al vitello appena nato. Contiene inoltre composti bioattivi e sostanze nutritive in concentrazioni più elevate rispetto al latte. Anche il “latte di transizione“, ovvero il latte che proviene dalle prime mungiture dopo il parto (dalla 2^ alla 6^ mungitura), contiene concentrazioni elevate di IgG e di altri composti bioattivi, come IGF-1, ormone della crescita e insulina, che diminuiscono gradualmente man mano che le mungiture si susseguono e si passa al latte normale.

Blum (2006) ha ipotizzato che il tratto gastrointestinale dei vitelli neonati sia relativamente maturo alla nascita, ma che richieda ulteriori cambiamenti morfologici e funzionali indotti dai componenti nutrizionali e non nutrizionali del colostro. Gli ormoni e i fattori di crescita presenti nel colostro stimolano infatti la crescita del tratto gastrointestinale (GIT) e la rigenerazione dopo un danno infiammatorio. Roffler et al. (2003) hanno dimostrato che i vitelli alimentati con estratto di colostro bovino per i primi 5 giorni di vita avevano villi intestinali più grandi rispetto a quelli alimentati con un sostituto del latte. 

Confrontando i vitelli alimentati con colostro con quelli alimentati con sostituto del latte ad alta densità, Kühne et al. (2000) hanno concluso che l’elevato numero di nutrienti, i composti bioattivi e i promotori della crescita presenti nel colostro hanno aumentato il tasso di crescita e diminuito l’incidenza di feci molli. Blattler et al. (2001) hanno dimostrato che la somministrazione di grandi quantitativi di colostro, rispetto i sostituti del latte, riduceva l’apoptosi delle cellule epiteliali della mucosa, migliorava la fissione della cripta, aumentava il numero di cellule epiteliali dalla cripta ai villi e aumentava la proliferazione cellulare in parti dell’intestino tenue. Non sono state osservate differenze nella crescita delle cripte nei primi 7 giorni di vita, ma nel complesso questi dati mostrano chiaramente che il colostro ha migliorato lo sviluppo del tratto gastrointestinale.

Recentemente è stato notato che la somministrazione di latte di transizione ai vitelli dopo il colostro migliora i tassi di crescita e riduce la concentrazione di aptoglobina sierica (Van Soest et al., 2020). Su questo si è basato uno studio nel quale si è evidenziato che la somministrazione di latte di transizione dopo il colostro tendeva a favorire l’aumento di peso e a migliorare i punteggi di salute di occhi, orecchie e naso (Conneely et al., 2014). Poiché la composizione del latte di transizione è simile a quella del colostro, un team di ricercatori della Michigan State University ha ipotizzato che potesse anche migliorare lo sviluppo intestinale, e quindi spiegare il miglioramento della salute e della crescita osservati in studi condotti in precedenza.

L’obiettivo

Lo studio discusso in questo articolo ha valutato l’effetto della somministrazione di latte di transizione nei primi 4 giorni di vita dopo il colostro sullo sviluppo intestinale dei vitelli, confrontandolo con la somministrazione di un sostituto del latte. L’obiettivo era testare questa ipotesi nei vitelli di razza Frisona neonati. I ricercatori hanno determinato se la morfologia e la proliferazione cellulare nel duodeno, nel digiuno e nell’ileo, la conta delle cellule immunitarie nell’ileo, i punteggi di salute e la crescita fossero diversi per i vitelli alimentati con latte di transizione rispetto ai vitelli alimentati con sostituto del latte.

Lo studio

I vitelli di razza Frisona sono stati alimentati con 2,8 L di colostro entro 20 minuti dalla nascita, assegnati ad 1 di 11 gruppi in base alla data di nascita e al peso corporeo (PC), sottoposti in modo casuale ai trattamenti con sostituto del latte – MR (n = 12) o latte di transizione – TM (n = 11) e alimentati 3 volte al giorno. Il latte delle mungiture 2, 3 e 4 (TM) di vacche munte 2 volte al giorno è stato raggruppato in base al numero di mungiture e somministrato come alimento in una dose di 1,89 L per poppata; la mungitura 2 è stata somministrata nelle poppate da 2 a 5, la mungitura 3 nelle poppate da 6 a 8 e la mungitura 4 nelle poppate da 9 a 12.

Il TM non era pastorizzato e conteneva in media il 17% di solidi, il 5% di grassi, il 7% di proteine, il 4% di lattosio e 20 g di IgG per litro, mentre il sostituto del latte conteneva il 15% di solidi, il 4% di proteine, il 3% di grassi, il 6% di carboidrati e nessuna IgG. I vitelli alimentati con TM consumavano 1.0 Mcal di energia metabolizzabile al giorno in più rispetto ai vitelli alimentati con MR. La mattina del giorno 5, ai vitelli sono stati iniettati i.v. 5 mg di bromodeossiuridina per kg di peso corporeo e sono stati macellati 130 minuti dopo; quindi, sono state asportate delle sezioni di intestino.

I risultati

L’alimentazione con TM, invece che con MR, ha raddoppiato la lunghezza e la larghezza dei villi, il rapporto tra villi e cripte e l’estenzione della mucosa in tutte le sezioni intestinali, ha aumentato lo spessore della sottomucosa del 70% nel digiuno prossimale e medio, e tendeva a far aumentare lo spessore della sottomucosa anche nel duodeno e nell’ileo. Anche l’area della superficie mucosa appariva aumentata sia nell’ileo che nel digiuno medio durante l’alimentazione con TM, rispettivamente del 19 e del 36%.

Il trattamento non ha alterato la profondità delle cripte. La marcatura con bromodeossiuridina è aumentata del 50% dopo assunzione del TM rispetto al MR nelle cellule lungo l’epitelio delle cripte e all’interno dei villi di tutte le sezioni, indicando che il TM ha incrementato la proliferazione cellulare rispetto al MR. I vitelli alimentati con TM hanno guadagnato più peso corporeo rispetto ai vitelli alimentati con MR e hanno migliorato i punteggi relativi a tosse, feci, naso e orecchie. 

Conclusioni

Gli autori dello studio hanno quindi concluso che il latte di transizione, somministrato per 4 giorni dopo il colostro, è in grado di migliorare lo sviluppo intestinale, stimolando lo sviluppo dei villi, della mucosa e della sottomucosa in tutte le sezioni dell’intestino tenue nei primi giorni di vita. E’ inoltre in grado di incrementare lo stato di salute e la crescita dei vitelli.

I vitelli alimentati con latte di transizione hanno infatti avuto un incremento ponderale di 0,64 kg/giorno rispetto ai 0,34 kg/giorno dei vitelli alimentati con sostituto del latte. Sebbene parte dell’aumento dello sviluppo intestinale possa essere attribuito alla maggiore assunzione di energia, grassi e proteine ​​dei vitelli alimentati con latte di transizione, gli autori suggeriscono che questi miglioramenti siano stati almeno in parte causati dalla presenza dei composti bioattivi nel TM. Ipotizzano inoltre che il miglioramento dello sviluppo e della salute intestinale abbia effetti benefici per la salute e la crescita per la maggior parte delle prime 3 settimane della vita di un vitello, un momento critico per il loro sviluppo, come supportato da ricerche precedenti. Questi dati confermano una recente raccomandazione contenuta nel  (P. 232) che afferma che “il latte di transizione dovrebbe essere somministrato durante i giorni 2 e 3, se possibile“.

Tratto da “Transition milk stimulates intestinal development of neonatal Holstein calves” di B. Van Soest, M. Weber Nielsen, A. J. Moeser, A. Abuelo e M. J. VandeHaar. J. Dairy Sci. 105:7011–7022. https://doi.org/10.3168/jds.2021-21723