Da tempo si è ben evidenziato che, nel settore dell’allevamento bovino, la salute e il benessere non ottimali fin dai primi giorni di vita dei vitelli sono responsabili della riduzione delle loro prestazioni da adulti e ciò rappresenta un costo significativo per l’azienda. Comprendere il ruolo che una crescita e uno sviluppo equilibrato e in piena salute di un vitello, fin dai primi giorni di vita, gioca nelle sue prestazioni produttive future – sia di lattifera sia di produttore di carne durante la successiva carriera produttiva – è uno dei progressi più significativi dei nostri tempi nell’allevamento dei vitelli. Si deve andare oltre l’allevamento tradizionale dei vitelli e considerare la necessità di investire per prestazioni ottimali per migliorare la redditività in azienda.

Alla nascita, il vitello si presenta in uno stato di debolezza immunologica che lo rende vulnerabile a molti attacchi batterici e virali. I ruminanti, infatti, hanno una placenta corio-epiteliale che impedisce il trasferimento delle immunoglobuline materne al feto nell’utero. Alla nascita il sistema immunitario è completamente sviluppato ma immaturo; la sua maturazione è lenta e raggiunge il livello di immunità dell’adulto intorno ai 5 o 8 mesi di età. Ci sono un numero elevato di cellule fagocitiche alla nascita, ma la loro funzione è ridotta. Il complemento nei vitelli non raggiunge i livelli degli adulti prima dei 6 mesi di età. Ciò non significa che un giovane non possa rispondere agli antigeni, ma la risposta è più debole, più lenta e più facile da superare. Pertanto, il vitello è altamente suscettibile ai patogeni della malattia; inoltre, si osserva più malattia clinica a causa dei patogeni e quindi un aumento della diffusione della malattia (Cortese, 2009).

Le immunoglobuline materne contenute nel colostro rappresentano il solo mezzo a disposizione del vitello per una risposta immunitaria passiva durante il primissimo periodo di vita. Nel vitello questo primissimo periodo di vita è caratterizzato da una colonizzazione batterica intestinale di tipo ambientale e parzialmente parentale di tipo vaginale, essendo il giovane nato allontanato fin dalle primissime ore di vita dal contatto fisico materno. In seguito, il tratto intestinale viene colonizzato da una diversa popolazione microbica che si adegua alla tipologia alimentare adottata e alle caratteristiche genomiche dell’epitelio intestinale. Questo microbioma complesso svolge un ruolo importante nell’immunità della mucosa e nella salute generale. Il microbiota intestinale non è solo essenziale per lo sviluppo e la maturazione del sistema immunitario della mucosa, ma anche per la nutrizione e la salute dell’animale. Esistono associazioni significative tra il microbiota precoce, lo sviluppo del sistema immunitario della mucosa e la crescita e la salute dei vitelli neonati (Malmuthuge et al., 2015).

Inoltre, il vitello è caratterizzato da un’alimentazione liquida con velocità di transito elevata, da una scarsa o nulla attività ruminale e da una limitata produzione di enzimi digestivi. Questa particolare situazione anatomo-fisiologica può generare serie problematiche di carattere enterico se l’animale non possiede sufficienti anticorpi in grado di tenere a bada l’elevato sviluppo di una flora saprofita ambientale tossigena, il quale è favorito dall’elevato scappamento di sostanze nutritive indigerite dall’intestino tenue al colon. 

Le principali categorie di prodotti che sostengono la salute e il benessere degli animali

I probiotici sono additivi a base di microrganismi vivi (soprattutto batteri e lieviti), per buona parte di derivazione intestinale isolati dal microbiota sia transeunte sia residenziale, che hanno un effetto positivo sulla salute rafforzando, in particolare, l’ecosistema intestinale. Un buon fermentato lattico, per diventare parte integrale di microbiota, deve essere specie specifico, ossia avere caratteristiche specifiche e tipiche della specie animale a cui viene destinato. Solo in tal modo si può parlare di un esempio di simbiosi con reciproco vantaggio fra batteri e animale come:

  • protezione dall’invasione di batteri patogeni di cui impedisce la proliferazione;
  • stimolazione del sistema immunitario mediante prodotti metabolici.

In caso contrario, questi batteri possono svolgere una funzione di attivazione della produzione di mucina e di Ig di tipo A a livello di mucosa.

I prebiotici sono sostanze non assorbibili dall’animale e fermentescibili da alcune categorie di batteri che possono così utilizzarle senza la concorrenza dei competitor alimentari. Sono contenute in natura in alcuni alimenti come le fibre idrosolubili e non gelificanti, tra cui i polisaccaridi non amidacei o betaglucani, i fructani, gli oligofruttosaccaridi, le inuline, il lattosaccarosio, gli oligosaccaridi della soia, le quali promuovono la crescita nel colon, di una o più specie batteriche utili allo sviluppo della microflora probiotica.

I postbiotici o Growbiotici, noti anche come “probiotici non vitali”, “probiotici inattivati” o “probiotici fantasma”, si riferiscono a cellule microbiche inattivate (non vitali) che, quando amministrate in quantità sufficienti, conferiscono benefici ai consumatori, (Taverniti & Guglielmetti, 2011; Tsilingiri & Rescigno, 2013) e che rappresentano un’innovazione in campo zootecnico. I postbiotici o metabiotici prodotti da Akron srl sono di derivazione dei microrganismi rilasciati durante i processi di fermentazione su diverse matrici alimentari e si riferiscono a fattori solubili (prodotti o sottoprodotti metabolici) secreti da batteri vivi o rilasciati dopo la lisi batterica, quali enzimi, peptidi, acidi teicoici, muropeptidi derivati da peptidoglicani, polisaccaridi, proteine della superficie cellulare e acidi organici.

Queste sono sostanze che attivano la risposta immunitaria e contrastano l’infiammazione. I microrganismi come i batteri o i funghi producono metaboliti durante il loro ciclo di vita e questi composti svolgono un ruolo chiave nella regolazione di auto-crescita, sviluppo, riproduzione, incoraggiano la crescita di altri batteri autoctoni, e favoriscono la comunicazione cellula-cellula e la protezione contro i fattori di stress (Hibbing Fugua, Parsek e Peterson, 2010; Netzker et al., 2015; Zhang et al., 2010). Alcuni di questi metaboliti possono essere secreti da batteri vivi o rilasciati dopo lisi batterica nell’ambiente ospite. Nonostante i comprovati benefici dei probiotici per la salute, i postbiotici – pur non vitali – offrono i benefici fisiologici per l’ospite modificando i processi cellulari e le vie metaboliche. Il vantaggio è che i postbiotici non sono vivi, ma sono un concentrato di agenti biologicamente attivi, stabili e sicuri, facilmente assorbibili dall’animale; inoltre, non generano effetti collaterali infiammatori tipici dei probiotici (flatulenza, crampi, dolori addominali). Essi hanno anche la straordinaria caratteristica di rafforzare gli strati epiteliali, stimolare la produzione del muco protettivo e creare dei biofilm (un’aggregazione complessa di microrganismi benefici con diverse funzioni metaboliche) che aiutano insieme a proteggere l’animale dagli agenti esterni e dalle infezioni. Il biofilm è tenuto insieme e protetto da una matrice di composti polimerici escreti che proteggono le cellule al loro interno e facilitano la comunicazione tramite segnali chimici o fisici. In alcuni biofilm sono stati rinvenuti canali d’acqua che contribuiscono a distribuire i nutrienti e le molecole segnale. Allo stesso modo, questi canalicoli coinvolgono verso la periferia sostanze di scarto ed eventuali esotossine.

L’impegno di Akron Srl consiste nel ricercare e nel mettere a punto un nuovo e innovativo modo di promuovere, ristabilire e potenziare – nelle varie categorie di animali, soprattutto nei giovani – uno stato di salute solido e duraturo, ottenuto attraverso l’apporto di un mix di nutrienti specifici, attentamente studiati e provati sul campo. Tali nutrienti possono essere sia di derivazione naturale sia derivati da processi fermentativi unici e proprietari.

La loro azione, di carattere esclusivamente nutrizionale, si estrinseca nel:

  • sopperire alle carenze di particolari e specifici nutrienti non apportati o scarsamente presenti nella dieta (proteine immunocompetenti, prodotti di fermentazione ad azione catalitica, prodotti fermentati ad azione tampone di origine vegetale);
  • nell’attivazione, sia a livello tissutale sia cellulare, di funzioni metaboliche e/o funzionali come l’attività antiossidante e antinfiammatoria o la riduzione di radicali ossidati;
  • controllo dei dismicrobismi intestinali e potenziamento dell’omostasi nei vari apparati (intestinale, immunologico, neuroumorale, ecc.).