Le emissioni di gas serra in UE sono in calo nella maggior parte dei settori, inclusa l’agricoltura. Unica eccezione: il settore dei trasporti, che risulta addirittura in aumento. A segnalarlo sono le nuove statistiche pubblicate da Eurostat.

Le emissioni di gas a effetto serra (GHG) sono il risultato di attività umane e contribuiscono al cambiamento climatico. L’UE, per contribuire agli sforzi globali per combattere questo fenomeno e ridurre le emissioni di gas a effetto serra, si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

I dati prodotti dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) e ripubblicati di recente da Eurostat, mostrano che le emissioni di gas a effetto serra nell’UE sono diminuite nella maggior parte dei settori, incluso quello agricolo, ad eccezione dei trasporti (inclusa l’aviazione internazionale). Le emissioni derivanti dalla combustione di carburanti nei trasporti, compresa l’aviazione internazionale, sono infatti aumentate di 50 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (CO2 eq) (+7%) nel 2020 rispetto al 1990.

Bar chart: greenhouse emissions by source sector, EU, 1990-2020 (million tonnes of CO2-equivalent; % change)

Fonte dataset: env_air_gge

In tutti i settori, riporta Eurostat, l’UE è riuscita a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di 1546 milioni di tonnellate di CO2 equivalente tra il 1990 e il 2020. La più grande diminuzione assoluta (-657 milioni di tonnellate di CO2 eq) delle emissioni si è verificata nella combustione di combustibili da parte delle industrie energetiche, che producono principalmente elettricità, calore e combustibili derivati. Seguono le industrie manifatturiere e delle costruzioni (-322 milioni di tonnellate) e le abitazioni domestiche, il commercio, le istituzioni e altri (-215 milioni di tonnellate). In termini di variazione relativa, questi tre settori hanno registrato un calo delle emissioni rispettivamente del 46%, 44% e 29% nel 2020 rispetto al 1990.

Le emissioni fuggitive dai combustibili mostrano la più grande variazione relativa nel 2020 rispetto al 1990, (-59%), ma la quota sul totale complessivo è molto inferiore (1,8% delle emissioni totali di GHG).

Emissioni agricole in calo del 21%

Secondo quanto riportato da Eurostat, delle emissioni totali di gas a effetto serra nel 2020 in UE, circa l’11 % proviene da fonti agricole. Nell’arco di tempo dal 1990 al 2020, il settore ha ridotto le proprie emissioni di 100 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, il che corrisponde ad un calo del 21 % rispetto al 1990.

La figura riportata di seguito mostra le emissioni di GHG in UE nel 1990 e nel 2020 per diverse attività agricole.

Le emissioni provenienti dalle fermentazioni enteriche (metano), dovute alla fermentazione degli alimenti durante i processi digestivi degli animali, sono state ridotte di 47 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (– 22%) rispetto al 1990.

La quota maggiore delle emissioni di gas a effetto serra dovute alla fermentazione enterica (l’86 %), proviene dall’apparato digerente dei bovini. Queste emissioni sono diminuite del 22% in 30 anni, ma il calo è stato più marcato durante il primo decennio. La riduzione delle emissioni per gli anni dal 2001 al 2020 è pari solo al 6%, mentre si è registrato un calo dell’8% nel numero di capi di bovini, bufali e buoi.

Non tutti i sistemi digerenti producono tanto metano quanto quello dei bovini. Ad esempio, il numero di capi di suini nell’UE è quasi il doppio del numero di capi di bovini, come mostrato nella figura. Tuttavia, la fermentazione enterica dei suini rappresenta solo il 2% delle emissioni totali di gas a effetto serra con questa origine.

Le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla gestione dei liquami sono diminuite di 16 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (-22%). Queste includono le emissioni di metano (in media due terzi) e le emissioni di protossido di azoto (in media un terzo).

La figura di seguito mostra la quantità di azoto emessa attraverso i liquami nei 16 anni fino al 2019. La quantità di azoto emessa nella produzione di liquami dei suini è diminuita più della quantità di azoto derivante dal liquame bovino in questi anni. Dati più dettagliati dagli inventari delle emissioni di GHG mostrano che la riduzione delle emissioni di GHG dalla gestione del letame è in linea con le variazioni della quantità di azoto nella produzione di liquame: le emissioni di GHG derivanti dalla gestione dei liquami dei suini sono diminuite di più rispetto alle emissioni di GHG del liquame bovino rispetto questi anni.

Suolo e silvicoltura (LULUCF) sono un deposito di carbonio

Oltre alle fonti di emissioni di GHG, gli inventari includono anche un settore che è, nel complesso, un deposito che assorbe i gas effetto serra (carbon sink). Ciò significa che le emissioni di GHG registrate per questo settore sono negative, perché sottrae gas ad effetto serra all’atmosfera. Questo settore è definito “Uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura”, ed è spesso abbreviato in LULUCF. In particolare, la silvicoltura è la ragione per cui le emissioni di LULUCF sono negative. LE foreste svolgono quindi un ruolo importante nella mitigazione (in altre parole nella riduzione) delle emissioni di GHG. In media, tenendo conto del settore LULUCF si riducono le emissioni totali di gas a effetto serra del 6-7%.

Fino a poco tempo, il settore LULUCF era escluso dagli obiettivi climatici dell’UE (riduzione del 20% entro il 2020). Il piano per il 2030 integra invece completamente le emissioni e gli assorbimenti del settore LULUCF nell’obiettivo dell’UE di ridurre i gas a effetto serra del 55% nel 2030.

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