Il mais è la principale fonte energetica nelle diete per gli allevamenti di bovini da carne in Michigan. L’amido in genere rappresenta il 68-72% della sostanza secca della granella di mais e ne costituisce la parte più energetica. Ridurre l’amido non digerito ed escreto nelle feci può rappresentare un’opportunità significativa per migliorare l’efficienza delle razioni e la redditività dell’azienda agricola.

Le principali variabili che maggiormente influiscono sulla digeribilità dell’amido sono: il livello di amido in razione e, per i foraggi di mais, la percentuale di sostanza secca alla raccolta, la rottura della granella (efficacia trattamento rompigranella) e la qualità dell’insilamento. La quantità di amido presente nelle feci è un indicatore dell’energia della dieta persa. Mentre nelle vacche da latte i livelli di amido nelle feci sono relativamente corretti e costanti, negli allevamenti da carne si ha maggiore variabilità dell’amido fecale.

Metodo di indagine

Durante la primavera del 2019, è stato condotto un monitoraggio sull’alimentazione nelle stalle da carne in Michigan per valutare il grado di digeribilità dell’amido e identificare le opportunità per migliorare l’efficienza delle razioni. In 10 allevamenti sono stati raccolti campioni di feci e dei relativi unifeed a rappresentanza di 10 diete di finissaggio e di 9 diete di ingrasso. Nove stalle su 10 alimentavano maschi di razza Holstein. L’amido fecale è stato misurato nei laboratory Dairyland, i campioni di feci sono stati ulteriormente lavati per una valutazione visiva, quindi setacciati con separatore particellare Penn State. Sono state poi identificate le fonti di amido. La qualità della rottura della granella è stata classificata come buona (+) o modesta (-) in base alla sedimentazione sulle griglie del setaccio dei frammenti di granella di trinciato o di altre fonti di mais.

Figura 1: Percentuale di amido nelle feci con diete di finissaggio ed ingrasso e grado di rottura granella (+/-) in 10 allevamenti da carne in Michigan. Fonte di Amido in razione: SLM = Silomais; GIS = Granella Intera Secca; F = Farina; GIU = Granella Intera Umida; PI = Pastone Integrale; PG = Pastone di Granella; SP = SottoProdotti.

Risultati e discussione

Il contenuto di amido nelle feci è risultato molto oscillante, infatti variava dall’1,5% al ​​39,5% sulla sostanza secca. Mentre i campioni raccolti nei box di finissaggio (Figura 1) hanno mostrato una relazione con la percentuale di umidità e con la macinazione delle granelle presenti in dieta, le razioni all’ingrasso tendevano a non seguire il medesimo schema.

Si è notato che il setaccio Penn State in genere catturava granelle di mais, intere o poco segnate, nel vaglio centrale (< 19 mm, >8 mm) (Figura 2) mentre pochissime ne rimanevano sul setaccio superiore (> 19mm). Tutte le diete tranne una (poi esclusa in quanto molto anomala) hanno mostrato un contenuto di fibre da foraggio classificabile da modesto a basso.

Figura 2: Esempio di setacciatura di unifeed con il sistema Penn State. Si nota la presenza nella frazione centrale di molte granelle intere o parzialmente danneggiate. L’amido ben macinato e i concentrati sono invece nel setaccio di fondo. Il campione di feci associato a questa miscelata presentava una percentuale del 17,4 % di amido nelle feci.

L’amido presente nelle feci prelevato nelle tesi di finissaggio tendeva a correlarsi più da vicino con la % di amido catturato nel vaglio centrale del separatore di particelle (Figura 3). Ciò suggerisce come la dimensione delle particelle di granella sia fortemente correlata al contenuto di amido fecale.

Figura 3: Il foraggio che si deposita sul setaccio intermedio è influenzato dalla presenza di carissidi di mais intere o leggermente danneggiate.

Conclusioni

La digeribilità dell’amido è risultata essere molto variabile tra gli allevamenti oggetto di studio. I livelli di amido stimati negli unifeed oscillavano fra il 40-60% sulla sostanza secca contribuendo a gran parte delle differenze. Un’altra parte della variabilità è spiegata dalla differenza fra le tipologie di foraggi di mais nella dieta. Come previsto, i livelli di amido nelle feci sono correlati all’umidità all’insilamento e alla macinazione delle cariossidi mentre l’osservazione visiva dei campioni lavati (Figura 4) ha una correlazione limitata con l’analisi chimica.

Esiste sicuramente l’opportunità di aumentare l’efficienza dei foraggi a base di mais attraverso una buona gestione di raccolta. Un ulteriore aumento della digeribilità è ottenuto attraverso una corretta pratica dell’insilamento che preveda un compattamento efficace del trinciato, una sigillatura della trincea e l’utilizzo di batteri lattici di provata efficienza. I nuovi ceppi di batteri lattici, selezionati e brevettati da Pioneer, sono infatti in grado di: velocizzare la prima fermentazione, disgregare i legami lignina-cellulosa incrementando la digeribilità della fibra e stabilizzare il fronte al desilamento riducendo la produzione di calore.

La produzione di un buon foraggio aziendale con maggiore disponibilità e digeribilità dell’amido concorre ad una più ampia marginalità economica e contemporaneamente al mantenimento in salute del rumine e della mandria nel suo complesso.

Figura 4: Campioni di feci lavate con associate le % di amido residuo sulla sostanza secca in diete da ingrasso e da finissaggio.

 

 

A cura di Bill Mahanna,
Iowa State University Global Nutritional Sciences Manager,
Corteva – Pioneer