Introduzione

Al fine di garantire una produzione di latte ottimale e assicurare la redditività economica dell’azienda bufalina, particolare attenzione va posta all’ottimizzazione dell’efficienza riproduttiva [Presicce et al. 2020; Campanile et al., 2010].

In Italia, il latte di bufala è interamente utilizzato per la produzione della “Mozzarella di Bufala Campana DOP“, che, alla fine anni ’90, ha ricevuto importanti riconoscimenti venendo inserita nell’elenco delle DOP nazionali (Protette Denominazione di Origine), ed è commercializzata principalmente nel periodo primaverile-estivo. Tuttavia, il bufalo è una specie poliestrale stagionale che incrementa la sua attività riproduttiva quando le ore di luce diminuiscono: in condizioni naturali, quindi, la massima concentrazione di parti, e quindi la massima produzione di latte, è concentrata nel periodo autunno-vernino. Infatti, sebbene in alcuni animali si possano osservare e monitorare calori e attività ovarica durante tutto l’anno, i bufali allevati alle nostre latitudini sono tendenzialmente a “giornata corta”, con conseguente aumento dell’attività riproduttiva quando le ore diurne diminuiscono [D’Occhio et al., 2020]. Tale tendenza alla stagionalità è probabilmente legata all’origine della specie nella regione della valle dell’Indo, dove la massima disponibilità di foraggio e le migliori condizioni ambientali per la sopravvivenza della prole si registrano durante i periodi a fotoperiodo decrescente. Pertanto, al fine di ottenere la maggior parte della produzione di latte durante il periodo di commercializzazione desiderato, viene applicata la tecnica di “Destagionalizzazione dei parti” [Campanile et al., 2009]. Questa consiste nell’interruzione della promiscuità sessuale (o dell’esecuzione dell’inseminazione strumentale – IS) durante la naturale stagione riproduttiva (quando si riducono le ore di luce giornaliere), con l’obiettivo di concentrare parto e produzione di latte durante i periodi a luce diurna crescente [Costa et al., 2020].

Tuttavia, l’applicazione di questa tecnica aumenta l’incidenza del fenomeno di anaestro, in quanto gli animali sono costretti a riprodursi al di fuori del loro naturale e favorito periodo dell’anno [De Carvalho, et al., 2016]. Molti autori hanno messo in evidenza un prolungato anaestro post-partum durante i periodi di aumento delle ore di luce giornaliera, probabilmente a causa della bassa secrezione pulsatile dell’ormone luteinizzante (LH) che non può garantire un adeguato sviluppo del follicolo [Das & Khan, 2010]. Anche se è principalmente legato all’aumento delle ore di luce giornaliera, altri fattori possono intervenire aumentando l’incidenza dell’anaestro, quali il clima, l’ordine di parto ed il management in generale dell’azienda agricola [De Carvalho, et al., 2016]. Diversi studi sono stati effettuati per chiarire la base ormonale dell’anestro [Campanile et al., 2010; De Carvalho, et al., 2016], anche se poche e contrastanti informazioni sono attualmente disponibili nella specie bufalina sull’influenza di altre variabili, come i giorni di lattazione (GIM) e l’indice di temperatura-umidità (THI), sulle performance produttive e riproduttive [Purohit et al., 2020; Mishra, 2021]. In particolare, i bufali sono in grado di adattarsi a diverse condizioni ambientali, da quelle tropicali a quelle temperate, e la risposta allo stress termico è piuttosto variabile (per review, vedere [Mishra, 2021]).

Secondo diversi autori, i bufali sono considerati più tolleranti allo stress da calore rispetto ai bovini [Dash et al., 2016], sebbene l’elevata umidità relativa e le radiazioni solari dirette possano influire gravemente sulle loro performance. È stato dimostrato che valori di THI medio di 73 per 20 giorni prima del periodo riproduttivo hanno un effetto deleterio sul tasso di concepimento nei bovini da latte [Schüller et al., 2014], mentre nessuna informazione è disponibile sull’impatto dello stress termico sulla riproduzione, in particolare durante protocolli di sincronizzazione.

Una riduzione dell’anaestro stagionale può essere ottenuta utilizzando alcuni trattamenti ormonali [Neglia et al., 2003; Carvalho et al., 2017; Neglia et al., 2020]. Risultati significativi in tal senso sono stati registrati utilizzando sia i dispositivi intravaginali rilascianti progesterone (P4) [Neglia et al., 2003; Neglia et al., 2018] o impianti auricolari di norgestomet [Carvalho et al., 2013], associati a prostaglandina e gonadotropina corionica equina (eCG). Tuttavia, poche informazioni sono disponibili sull’efficacia dei dispositivi rilascianti progesterone nelle bufale con diversa distanza dal parto mantenute nelle stesse condizioni con la successiva ripresa del ciclo ovarico e tasso di gravidanza (PR).

Pertanto, lo scopo di questo studio è stato di valutare l’influenza dello stress termico e dei giorni dopo il parto sul trattamento a base di progesterone in bufale acicliche sottoposte ad inseminazione strumentale (IS) e monta naturale.

Materiali e metodi

La prova è stata condotta in un’azienda commerciale bufalina situata nel sud Italia, dove erano allevati circa 900 animali. Le bufale in lattazione hanno ricevuto una razione standard [Salzano et al., 2021] somministrata due volte al giorno. Nell’azienda veniva applicata la tecnica di destagionalizzazione di parti, per cui gli accoppiamenti (o l’inseminazione strumentale) venivano consentiti da Febbraio a Settembre (8 mesi) e, di conseguenza, il maggior numero di parti era concentrato da Gennaio ad Agosto.

La gestione riproduttiva è stata effettuata sia mediante IS che accoppiamento naturale. Le bufale adulte sono state mantenute in gruppi di 60 animali in paddocks in cemento che consentivano 15 m2/capo ed all’interno di ogni gruppo erano presenti 4 tori (1 maschio ogni 15 femmine). Immediatamente (entro 3-5 giorni) dopo il parto ed entro 20 giorni post-partum, tutte le bufale sono state sottoposte a visite ginecologiche e valutazione clinica del tratto riproduttivo (Controllo apparato Genitale – CAG) per valutare le condizioni dell’apparato. Dopo un periodo di attesa volontario (TAV) di 40 giorni, gli animali sono stati sottoposti a visite ginecologiche a 7 giorni di distanza: se al momento della visita non sono stati rilevati corpi lutei o follicoli di dimensioni superiori a 0,7 cm, sono stati programmati due ulteriori esami ecografici per confermare la condizione di anaestro.

Un totale di 276 bufale primipare adulte, del peso di circa 550 kg e con condizione corporea (BCS) ottimale (tra 7,0 e 8,5 su una scala da 1 a 9 con incrementi di 0,25 [Wagner et al., 1988]) sono stati inclusi nello studio. Il BCS medio è stato di 7,8±0,02 e la produzione di latte media di 12,1±0,2 kg. I criteri di selezione sono stati: (i) assenza di corpo luteo e/o follicoli più grandi di 0,7 cm in almeno tre esami clinici consecutivi attraverso ecografia a 7 giorni di distanza; (ii) nessuna condizione infiammatoria clinicamente evidente a livello uterino, e (iii) un BCS compreso tra 7 e 8.5. Se queste caratteristiche sono state soddisfatte, gli animali sono stati inclusi nello studio e sottoposti ad un trattamento di sincronizzazione dell’estro a base di un dispositivo intravaginale rilasciante progesterone [Neglia et al., 2020] ed IS. Una paillette dello stesso lotto da utilizzare per l’IS è stata analizzata per valutare la motilità progressiva degli spermatozoi e la percentuale di spermatozoi vivi.

Quindici giorni dopo l’IS, i bufali inseminati sono stati inclusi in un gruppo più ampio nel quale erano presenti i tori per l’accoppiamento naturale. La diagnosi di gravidanza è stata effettuata 27 giorni dopo l’IS e confermata a 45 e 90 giorni dopo IS. Le bufale non gravide sono state sottoposte ad esami clinici per diagnosi di gravidanza ogni 15 giorni. Sulla scorta della gravidanza, gli animali sono stati classificati come gravidi alla IS o gravidi al 1°, 2° e 3° ciclo estrale post-inseminazione. Infine, i dati su temperatura e umidità sono stati raccolti il ​​primo giorno del trattamento di sincronizzazione ed il giorno della IS per calcolare il THI e le differenze tra l’iniziale e finale THI (DTHI). Lo schema sperimentale seguito nello studio è riportato in Figura 1.

Figura 1. Trattamento di sincronizzazione e schema sperimentale seguito durante lo studio.

L’analisi statistica è stata eseguita mediante test non parametrici (Pearson e X-quadrato) ed ANOVA. Le bufale sono stati divise in tre classi in base ai giorni di lattazione (GIM): da 50 a 90 GIM (fase catabolica della lattazione; n = 86), da 91 a 150 GIM (prima fase della fase anabolica della lattazione; n = 102), e da 150 a 200 GIM (seconda fase della fase anabolica della lattazione; n = 88). Inoltre, secondo i valori medi di THI (THImean), le bufale sono state suddivise in quattro classi: Classe A (THI < 63), Classe B (THI tra 63,1 e 72), Classe C (THI tra 72,1 e 75), e Classe D (THI > 75,1). In ciascuna categoria è stata valutata l’influenza del BCS, della produzione di latte, dell’area del follicolo al momento della IS e del mese di parto, oltre che dei diversi valori registrati di THI e dei GIM. Infine, mediante test di regressione lineare e regressione logistica multipla è stata valutata la odds ratio per la gravidanza.

Risultati

Alla fine della stagione di monta è stato registrato un tasso di gravidanza complessivo dell’87,7%. In particolare, oltre il 50% e il 35% degli animali sono risultati gravidi dopo IS e entro 3 cicli di estro post-IS, rispettivamente (Tabella 1).

Non sono state registrate differenze nel tasso di gravidanza totale quando le bufale sono state classificate in base ai giorni di lattazione all’inizio del trattamento (88,0, 92,4 e 80,0% di tasso di gravidanza nelle classi I, II e III, rispettivamente). Tuttavia, il numero di bufale gravide alla IS in Classe II (91-150 DIM) tendeva ad essere più alto (p=0,07) rispetto a quelle in classe I (60,4 vs. 48,0 in Classe II e I, rispettivamente). Inoltre, è stato osservato un tasso di gravidanza significativamente (P<0,01) più alto nella Classe II al primo ciclo post-inseminazione, rispetto agli altri (Figura 2). Il BCS è stato significativamente più alto (P<0,01) nelle bufale di Classe II e III rispetto a quelle di Classe I (7,60±0,1, 7,97±0,1 e 8,07 ±0,1 rispettivamente in Classe I, II e III).

Figura 2. Tasso di gravidanza registrato durante lo studio in bufale con diversi giorni di lattazione (Classe I: <90 DIM; Classe II: 91–150 DIM; Classe III: >151 DIM).

Escludendo le bufale gravide alla IS, l’intervallo medio tra la fine del trattamento ed il concepimento è risultato significativamente (p < 0,05) più alto negli animali della classe I rispetto a quelli in Classe II e III (48,2 4,1 giorni in Classe I vs. 27,5 2,4 e 34,6 4,7 giorni in Classi II e III, rispettivamente).

L’area del follicolo registrata alla IS è stato significativamente (p < 0,01) maggiore nelle bufale della Classe II rispetto a quelli delle altre classi (Tabella 3). Sebbene non siano state registrate differenze tra bufale gravide e non gravide all’interno di ogni classe, bufale gravide alla IS hanno presentato follicoli significativamente più grandi (p <0,01) rispetto alle controparti non gravide (Tabella 3).

È stata effettuata un’ulteriore analisi per valutare il tasso di gravidanza negli animali trattati nel corso dell’anno (Figura 3). Poche differenze sono state osservate durante i mesi. Tuttavia, un tasso di gravidanza più alto (P<0,05) è stato registrato nelle bufale trattate a giugno rispetto a quelle trattate a luglio. Allo stesso modo, il tasso di gravidanza alla IS ed al primo ciclo dopo l’inseminazione è stato significativamente (P<0,05) più alto a Giugno rispetto a Maggio (Figura 3).

Il THI medio registrato durante lo studio è stato di 70,2±0,42. Nessuna influenza di THI è stata registrata sul tasso di gravidanza totale. In particolare, quando gli animali sono stati suddivisi nelle quattro classi di THI, sono stati registrati tassi di gravidanza di 43,3, 52,2, 59,7 e 57,5 rispettivamente nelle classi A, B, C e D. Inoltre, l’analisi di regressione lineare multipla ha mostrato solo un’influenza significativa (P<0,01) di BCS a TAI sull’area follicolare (r2 = 0,242), secondo la seguente equazione:

FLarea = -0.299 +(0.255*BCS)

Figura 3. Probabilità di gravidanza registrata in diversi mesi nelle bufale con diversi giorni di lattazione (Classe I: <90 DIM; Classe II: 91-150 DIM; Classe III: >151 DIM) e valori di THI registrati durante lo studio. I valori nelle stesse righe con apici diversi sono significativamente differenti (a,b, P<0.05).

Conclusioni

In conclusione, un trattamento a base di P4 è altamente efficace nel rimuovere la condizione di anaestro nelle bufale, consentendo un tasso di gravidanza superiore all’87% entro il terzo ciclo estrale dopo il trattamento. I GIM non sembrano influenzare il tasso di gravidanza, ad eccezione di un trend per una percentuale maggiore registrata nella Classe II, che rappresenta animali in bilancio energetico positivo (dopo 91 giorni di lattazione). Ciò è probabilmente dovuto sia alle maggiori dimensioni del follicolo preovulatorio che al BCS ottimale. Al contrario, non è stata osservata alcuna influenza di THI sull’efficacia del trattamento di sincronizzazione.

 

 

A cura di Alessio Cotticelli, Roberta Matera & Gianluca Neglia

Il presente articolo è una sinossi di Matera R., Cotticelli A., Salzano A., Piscopo N., Balestrieri A., Campanile G., Neglia G. Influence of days after calving and thermal stress on the efficacy of a progesterone-based treatment to overcome the anoestrus in acyclic Italian Mediterranean Buffalo. Animals 2021; 11: 3166