L’aborto negli ovini

L’aborto è una patologia fortemente impattante per l’allevamento ovino e può rappresentare la conseguenza di molteplici cause, sia infettive che di altra natura. Tra quelle di origine infettiva, Chlamydia abortus e Salmonella abortusovis rappresentano le cause principali in quanto sono molto diffuse all’interno delle greggi.

Chlamydia abortus, responsabile dell’Aborto Enzootico Ovino (AEO), è la prima causa di aborto nelle specie ovina in Europa e riveste un potenziale zoonotico rilevante, causa di aborti (2) e polmoniti (3) nell’uomo.

Salmonella abortusovis, responsabile dell’Aborto Paratifoide, è un batterio endemico a livello europeo che colpisce gli ovini (4).

Entrambe le malattie si manifestano con aborti tendenzialmente tardivi (ultimo terzo di gravidanza) che si presentano in maniera massiva nel gregge (>30% degli animali colpiti), natimortalità e nascita di agnelli prematuri, disvitali e deboli che vanno incontro a morte.

L’eliminazione dei microrganismi avviene attraverso i prodotti dell’aborto (feto, placenta e invogli fetali, liquidi vaginali), tuttavia Salmonella abortusovis può essere eliminata anche attraverso le feci, il latte e il colostro fino a 30 giorni dall’evento abortivo. Gli animali infetti con Chlamydia abortus, inoltre, possono trasmettere l’infezione anche nei calori e nei parti successivi.

La presenza di questi patogeni all’interno del gregge può esercitare un danno economico notevole, caratterizzato da interruzioni di gravidanza, riduzione delle nascite, perdita della lattazione, riduzione delle performance negli animali da macello e da rimonta, costo dei trattamenti antibiotici.

A tal proposito, la pratica comune di effettuare un trattamento antibiotico a tappeto sugli animali in gravidanza durante un focolaio abortivo determina un contenimento temporaneo degli aborti (1 settimana circa), ma non arresta l’eliminazione ambientale del batterio, non previene la ricomparsa degli eventi dopo il decimo giorno e contribuisce allo sviluppo di forme di antimicrobico resistenza.

Pertanto, l’approccio corretto alla problematica degli aborti nel gregge prevede l’utilizzo di buone pratiche di biosicurezza in azienda (acquisto di animali con stato sanitario noto, pulizia dei box parto, eliminazione dei residui dell’aborto, isolamento dei soggetti colpiti), associate all’applicazione di un corretto protocollo vaccinale.

INMEVA®: il giusto compromesso per la prevenzione dell’aborto ovino

INMEVA® è un vaccino inattivato, protettivo nei confronti di infezioni da Chlamydia abortus e Salmonella abortusovis per la specie ovina. Il processo di inattivazione di Chlamydia coinvolge solo il DNA, preservando le proteine della membrana esterna e consentendo quindi un’elevata immunità.

Questo prodotto si differenzia da altri vaccini inattivati, convenzionalmente associati ad un alto livello di sicurezza e ad un’efficacia non sempre soddisfacente, vista la comparsa di focolai abortivi descritta in greggi vaccinate (5,6,7).

Infatti, un recente studio (8) pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers, ha valutato l’efficacia di INMEVA® nei confronti di Chlamydia abortus nella specie ovina. I risultati hanno evidenziato una riduzione del 75% dei disturbi riproduttivi e del 55% dell’eliminazione batterica nel gruppo dei soggetti vaccinati rispetto a quello controllo, confermando l’elevata affidabilità del prodotto, ai livelli di un vaccino vivo attenuato.

Normalmente, il protocollo vaccinale con INMEVA® deve essere eseguito prima della monta (2 interventi a distanza di 3 settimane + richiamo annuale) per garantire la massima protezione nel periodo precedente al parto.

Tuttavia, a volte è necessario effettuare vaccinazioni di emergenza per fronteggiare le epidemie, esitando nella necessità di attuare il protocollo durante l’ultimo mese di gravidanza. In questa circostanza, possono sorgere dubbi e preoccupazioni in merito alla sicurezza del vaccino.

In letteratura, infatti, sono stati descritti casi di aborto causati dal ceppo vaccinale in seguito all’utilizzo di vaccini vivi attenuati (9,10,11).

Di recente è stato condotto uno studio (12) volto a valutare la sicurezza di INMEVA® quando somministrato nell’ultimo mese di gravidanza.

Materiali e metodi

Sono state reclutate 57 pecore gravide, divise in 5 gruppi in cui sono stati eseguiti diversi protocolli con INMEVA® o PBS (placebo).

Sono stati raccolti dati relativi a: reazioni nel sito di iniezione, temperatura sistemica e rettale e problemi riproduttivi.

Fig. 1. Protocolli eseguiti in ciascun gruppo di studio.

Risultati ottenuti

Fig. 2. Temperatura rettale delle pecore.

I risultati dello studio sono stati molto positivi. La vaccinazione, indipendentemente dal protocollo, non ha causato reazioni locali o sistemiche visibili.

In tutti i gruppi è stato osservato un aumento della temperatura rettale 24 ore dopo la vaccinazione, ma in tutti i casi questa è tornata nella norma entro le 24 ore successive.

In nessun gruppo sono state osservate reazioni locali o sistemiche visibili.

In alcuni gruppi sono stati osservati alcuni problemi riproduttivi, ma questi non sono stati considerati correlati alla vaccinazione poiché presenti anche nei gruppi di controllo.

Fig. 3. Problemi riproduttivi osservati nello studio.

Alcune pecore dei Gruppi 1 e 4 non hanno partorito, probabilmente a causa del riassorbimento fetale a metà della gravidanza. Pertanto, tali episodi non sono attribuibili al vaccino.

Conclusioni

La vaccinazione con INMEVA® rappresenta una valida strategia per combattere le epidemie di aborto negli ovini, offrendo una protezione affidabile e sicura per le greggi, anche qualora utilizzata nelle fasi finali della gravidanza.

 

Bibliografia

  1. Longbottom, D., Entrican, G., Wheelhouse, N., Brough, H., & Milne, C. (2013). Evaluation of the impact and control of enzootic abortion of ewes. The Veterinary Journal, 195(2), 257-259.
  2. Longbottom, D., & Coulter, L. J. (2003). Animal chlamydioses and zoonotic implications. Journal of comparative pathology, 128(4), 217-244.
  3. Ortega, N., Caro, M. R., Gallego, M. C., Murcia-Belmonte, A., Álvarez, D., Del Río, L., Cuello, F., Buendía, J., & Salinas, J. (2015). Isolation of Chlamydia abortus from a laboratory worker diagnosed with atypical pneumonia. Irish veterinary journal, 69, 1-4.
  4. Amagliani, G., La Guardia, M. E., Dominici, S., Brandi, G., & Omiccioli, E. (2022). Salmonella Abortusovis: An epidemiologically relevant pathogen. Current Microbiology, 79(1), 3.
  5. Linklater, K. A., & Dyson, D. A. (1979). Field studies on enzootic abortion of ewes in south east Scotland. The Veterinary Record, 105(17), 387-389.
  6. Aitken, I. D., Clarkson, M. J., & Linklater, K. (1990). Enzootic abortion of ewes.
  7. Jones, G. E., Jones, K. A., Machell, J., Brebner, J., Anderson, I. E., & How, S. (1995). Efficacy trials with tissue-culture grown, inactivated vaccines against chlamydial abortion in sheep. Vaccine, 13(8), 715-723.
  8. Montbrau, C., Fontseca, M., March, R., Sitja, M., Benavides, J., Ortega, N., Caro, M. R., & Salinas, J. (2020). Evaluation of the efficacy of a new commercially available inactivated vaccine against ovine enzootic abortion. Frontiers in veterinary science, 7, 593.
  9. Caspe, S. G., Livingstone, M., Frew, D., Aitchison, K., Wattegedera, S. R., Entrican, G., Palarea-Albaladejo, J., McNeilly, T. N., Milne, E., Sargison, N. D., Chianini, F., & Longbottom, D. (2020). The 1B vaccine strain of Chlamydia abortus produces placental pathology indistinguishable from a wild type infection. PLoS One, 15(11), e0242526.
  10. Longbottom, D., Sait, M., Livingstone, M., Laroucau, K., Sachse, K., Harris, S. R., Thomson, N. R., & Seth-Smith, H. M. (2018). Genomic evidence that the live Chlamydia abortus vaccine strain 1B is not attenuated and has the potential to cause disease. Vaccine, 36(25), 3593-3598.
  11. Laroucau, K., Aaziz, R., Vorimore, F., Menard, M. F., Longbottom, D., & Denis, G. (2018). Abortion storm induced by the live C. abortus vaccine 1B strain in a vaccinated sheep flock, mimicking a natural wild-type infection. Veterinary microbiology, 225, 31-33.
  12. Agramunt, S. D. S. P., Barril-Basil, I., Baratelli, M., & Núñez, P. (2023). P-044 Vaccination with an inactivated vaccine against abortion during the latest month of pregnancy do not jeopardize the reproductive performances of ewes. Animal-science proceedings, 14(1), 240.