I benefici apportati dagli acidi grassi polinsaturi a catena lunga ω-3 (PUFA ω-3 LC), come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), dei quali l’acido α-linolenico (C18:3 ω-3) è il capostipite, sono stati ampiamente documentati in diversi studi e sono legati alla riduzione del rischio di coronaropatie, malattie neurodegenerative e metaboliche (Williams, 2000; Pannier et al., 2010; Wolf et al., 2018; Troesch et al., 2020).
Gli acidi grassi PUFA ω-3 LC vengono definiti essenziali poiché l’organismo non è in grado di produrli e per questo motivo devono necessariamente essere assunti attraverso la dieta (FAO, 2010; Shahidi e Ambigaipalan, 2018; Ponnampalam et al., 2021). In realtà, l’unico acido grasso ω-3 veramente essenziale è il loro precursore. Tuttavia, la capacità dell’organismo di utilizzare il precursore per produrre gli altri ω-3 è piuttosto scarsa ed è quindi preferibile assumerne una buona quantità attraverso la dieta.
Diverse ricerche hanno dimostrato come la concentrazione di PUFA ω-3 LC in alimenti destinati all’alimentazione umana come la carne ovina, può essere aumentata integrando microalghe nella loro dieta (Hopkins et al., 2014; Meale et al., 2014; Vítor et al., 2023). Tuttavia, l’integrazione con microalghe marine risulta spesso costosa a causa della limitata disponibilità.
La Chlorella vulgaris è una microalga d’acqua dolce con un contenuto proteico del 50-60%, il che la rende un alimento potenzialmente interessante come fonte proteica nei mangimi per animali.
I principali acidi grassi presenti nella Chlorella vulgaris sono l’acido palmitico (C16:0), l’acido oleico (C18:1ω-9), l’acido linoleico (C18:2 ω-6) e l’acido α-linolenico, che a seconda delle condizioni di coltivazione rappresentano più dell’80% degli acidi grassi totali (Golmakani et al., 2012; Zhang et al., 2014; Jahromi et al., 2022). La Chlorella vulgaris contiene anche composti bioattivi come carotenoidi, vitamine e minerali, che possono migliorare la salute e le performance di crescita degli animali (Madeira et al., 2017). Diverse prove sperimentali hanno evidenziato come l’integrazione di Chlorella vulgaris può portare ad un aumento delle performance di crescita, della salute intestinale e della resistenza alle ossidazioni in polli, conigli, maiali e pesci (Safi et al., 2014; Madeira et al., 2017; Martins et al., 2021).
Di recente Gadzama e Collaboratori (2024) hanno portato avanti uno studio per valutare l’effetto dell’integrazione di Chlorella vulgaris nelle diete per ovini sulle performance di crescita, sulle caratteristiche della carcassa e sulla qualità della carne.
Tale attività di ricerca non ha evidenziato alcun effetto sulle performance di crescita e sulle caratteristiche della carcassa degli agnelli in seguito all’integrazione di Chlorella vulgaris nella dieta. Ciò potrebbe essere dovuto alla composizione chimica delle diete sperimentali, dieta controllo, dieta ML (0,5 % SS di Chlorella vulgaris) e dieta HL (1 % SS di Chlorella vulgaris), altamente confrontabili nonostante i diversi livelli di inclusione di microalghe, oltre ad un’ingestione di sostanza secca simile da parte degli agnelli dei tre gruppi sperimentali (media 1,23 kg/giorno). Risultati simili sono stati osservati in studi precedenti (Meale et al., 2014; Hopkins et al., 2014) integrando Schizochytrium spp.
Per quanto riguardo il profilo acidico delle carni, Gadzama e Collaboratori (2024) hanno osservato come l’integrazione nella dieta di microalghe allo 0,5 % ha portato ad un aumento dei livelli di C18:3 ω-3, di acido arachidico, di acido caprico e del totale dei PUFA ω-3 LC. Anche altri autori hanno osservato un aumento di PUFA ω-3 LC nella carne di agnelli che avevano ricevuto un’integrazione di microalghe (Meale et al., 2014; Hopkins et al., 2014; Vítor et al., 2023).
Tuttavia, il meccanismo con cui l’integrazione di microalghe ha portato ad un aumento della concentrazione di acido α-linolenico nel muscolo ovino non è completamente chiaro. Secondo gli autori (Gadzama et al., 2024) le microalghe potrebbero esser state facilmente digerite e assorbite dai microrganismi del rumine e dall’epitelio intestinale, fornendo quindi direttamente l’acido α-linolenico (Boeckaert et al., 2008). In secondo luogo, le microalghe potrebbero modulare l’attività e l’espressione genica degli enzimi antiossidanti nel tessuto muscolare, come la glutatione perossidasi (GPX1) e la superossido dismutasi (SOD2), enzimi coinvolti nella protezione dei PUFA dalle ossidazioni (Ponnampalam et al., 2019). Infine, secondo gli autori le microalghe potrebbero aver indotto ad una variazione del metabolismo tissutale, alterando l’azione degli enzimi che operano nei processi di allungamento e desaturazione delle catene idrocarburiche (Scollan et al., 2014).
Gli agnelli del gruppo ML hanno mostrato una maggiore incorporazione di α-linolenico nel tessuto muscolare, il che suggerisce che le microalghe potrebbero aver contribuito a proteggere i PUFA dall’eccessiva bioidrogenazione nel rumine, come in parte evidenziato da precedenti studi (Berthelot et al., 2012; Van Le et al., 2019). Tuttavia, l’inclusione di microalghe non ha portato ad un aumento delle concentrazioni di EPA+DHA nel tessuto muscolare. Secondo gli autori il mancato deposito nei tessuti di EPA e DHA da Chlorella vulgaris potrebbe essere legato al fatto che tali PUFA ω-3 LC sono principalmente presenti nei fosfolipidi, che hanno una biodisponibilità inferiore e possono essere degradati dalle fosfolipasi nell’intestino o nel sangue (Li et al., 2019). Inoltre, come sottolineato da Barros de Medeiros et al. (2021), il contenuto di EPA e DHA può variare in base alle specie di microalghe. Anche il tasso di inclusione e la durata della prova sperimentale potrebbero aver influenzato l’assorbimento di EPA e DHA da microalghe e quindi l’accumulo nei tessuti (Shingfield et al., 2013; Vítor et al., 2021; Fu et al., 2021).
La presente nota è una sintesi del seguente lavoro scientifica, in cui viene riportata tutta la letteratura citata: Gadzama, I.U., Hoffman, L.C., Holman, B.W.B., Chaves, A.V., Meale, S.J. (2024). Effects of supplementing a feedlot diet with microalgae (Chlorella vulgaris) on the performance, carcass traits and meat quality of lambs. Livestock Science 288 (2024) 105552. DOI: 10.1016/j.livsci.2024.105552.
Autori
Giuseppe Conte, Alberto Stanislao Atzori, Fabio Correddu, Luca Cattaneo, Gabriele Rocchetti, Antonio Natalello, Sara Pegolo, Aristide Maggiolino, Antonella Della Malva, Giulia Gislon, Manuel Scerra – Gruppo Editoriale ASPA.