Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02403
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Lunedì 1 luglio 2019, seduta n. 200

GAGNARLI, BELLA, CADEDDU, CASSESE, CILLIS, CIMINO, DEL SESTO, GALLINELLA, L’ABBATE, LOMBARDO, MAGLIONE, ALBERTO MANCA, MARZANA, PARENTELA e PIGNATONE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo — Per sapere – premesso che:

il frequente e diffuso ricorso a pratiche commerciali sleali da parte delle imprese contrattualmente più forti è una delle criticità più significative per gli equilibri tra gli operatori delle filiere agroalimentari;

pur essendo il rischio commerciale insito in qualsiasi attività economica, la produzione agricola si caratterizza per l’ulteriore estrema incertezza derivante sia dalla dipendenza da processi biologici e fattori climatici che dalla stagionalità e deperibilità;

con una politica agricola comune sempre più orientata al mercato, la protezione da comportamenti scorretti, quasi sempre imposti dagli operatori di grandi dimensioni, è divenuta essenziale per i produttori primari che da tempo sollecitano interventi da parte delle istituzioni;

alla luce di tali evidenze è stata approvata, nel mese di aprile 2019, la direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare che, tra le altre cose, vieta alcuni comportamenti, quali i pagamenti tardivi per i prodotti alimentari deperibili, la cancellazione degli ordini all’ultimo minuto, le modifiche unilaterali o retroattive ai contratti di fornitura e l’obbligo imposto al fornitore di sostenere le spese relative agli sprechi;

la suddetta direttiva andrebbe recepita nel nostro ordinamento prima possibile, anche al fine di completare l’efficacia di altre misure a cui questo Parlamento sta lavorando, come la regolamentazione della vendita sottocosto e il divieto delle aste a doppio ribasso, ugualmente finalizzate a garantire tutela e protezione ai produttori primari –:

a fronte dell’urgenza di recepire nel nostro ordinamento la direttiva (UE) 2019/633, quali iniziative normative intenda intraprendere per contrastare le pratiche sleali nell’ambito della filiera agricola e alimentare in conformità a quanto indicato in premessa.

Risposta del Sottosegretario On. Alessandra Pesce

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,
ritengo di dover evidenziare, in premessa, che sin dall’inizio del proprio mandato il Ministro ha sempre  ribadito il suo impegno contro le pratiche sleali in quanto rappresentano una grave minaccia per le imprese e i lavoratori agricoli, mettendo a rischio la qualità del cibo e, di conseguenza, la salute.
L’approvazione della nuova Direttiva europea che vieta le pratiche commerciali sleali nella catena alimentare per salvaguardare agricoltori, produttori e cittadini, apre, dopo ben 10 anni,  una nuova pagina di regole volte a tutelare gli agricoltori, le aziende e le cooperative dalle pratiche commerciali sleali della grande distribuzione cosicchè il lavoro degli agricoltori italiani e tutto il sistema agricolo avranno maggiore dignità.
L’Italia, peraltro, ha maturato in questi anni un’esperienza significativa in materia di pratiche commerciali sleali lungo la filiera alimentare. Già a partire dall’articolo 62 del Decreto Legge 24 gennaio 2012, n. 1, ma soprattutto con il suo decreto attuativo – il D.M. 19 ottobre 2012, n. 199 – si è dato forma al concetto di pratica commerciale sleale, recando un primo, puntuale elenco di pratiche non corrette.
L’Ispettorato centrale della tutela della qualità̀ e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, (ICQRF), organo di controllo ufficiale del MIPAAFT, in attuazione del decreto legge n. 51/2015, ha attivato, per esempio, controlli specifici nel biennio 2015-2016 nel settore del latte crudo, per verificare il rispetto dell’articolo 62.
Condotti su forniture di circa 300 allevatori e 12 cooperative, per un totale di oltre mezzo milione di tonnellate di latte ceduto, tali controlli hanno dato risultati degni di nota e comportato attività sanzionatorie le cui risultanze sono state inoltrate all’Autorità Garante per la Concorrenza e del Mercato (AGCM), incaricata dell’irrogazione delle sanzioni previste in materia.
Stante dunque la rilevanza che il MIPAAFT attribuisce alla Direttiva europea e al contrasto alle pratiche sleali di mercato, questa Amministrazione è pienamente impegnata nella predisposizione degli atti necessari per il recepimento della Direttiva UE 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare. Il contrasto a tali pratiche, infatti, è una priorità assoluta per il Ministro Centinaio e per questo Ministero.
Proprio a tale scopo il MIPAAFT ha partecipato in data 27 giugno 2019 alla prima riunione convocata dalla Commissione europea per una condivisione con gli Stati membri di alcuni chiarimenti in materia di applicazione e di interpretazione della Direttiva stessa e per la costituzione di un coordinamento operativo.
L’Italia ha ribadito l’importanza di una piena tutela di tutti gli attori della filiera e confermato l’interesse per un’attuazione piena della norma europea, anche attraverso l’utilizzo della previsione dell’articolo 9 della Direttiva che consente agli Stati membri di rafforzare le misure di attuazione per garantire un più alto livello di tutela, andando anche oltre quanto previsto a livello europeo.
Nelle prossime settimane verranno avviati i dialoghi con i portatori di interesse, in continuità con quanto fatto per condividere lo schema di Direttiva quando stava compiendo il suo iter prima dell’approvazione.
Tale passaggio, necessario per compiere alcune scelte organizzative e attuative di quanto previsto dalla Direttiva citata, è un elemento che può ulteriormente accelerare il recepimento della Direttiva, che può essere raggiunta ben prima della scadenza del 1° maggio 2021 fissata a livello europeo dall’articolo 13 del provvedimento in oggetto.
Continuiamo su questa strada, non solo a tutela del comparto produttivo, ma anche per garantire a tutti consumatori di avere accesso alle eccellenze e ai prodotti di migliore qualità.

 

Fonte: Camera dei Deputati