Il latte A2 sta suscitando molto interesse sia nella comunità scientifica che nell’opinione pubblica. Può essere un modo interessante di riqualificazione del latte bovino, a patto che si utilizzino i giusti argomenti per farlo comprendere meglio ai consumatori. Per questo motivo abbiamo voluto intervistare il Dott. Mario Restano, Direttore Marketing della Centrale del Latte di Torino, industria che è stata tra i primi (settembre 2019) ad immettere sul mercato questa tipologia di prodotto.

1. Perché avete deciso di produrre il latte con la variante A2 della β-caseina? Quale è stata la motivazione tecnico-commerciale che vi ha spinti a fare questa scelta?

Lo scopo generale del progetto LAATTE é stato di mettere a disposizione del mercato un latte innovativo, con un profilo proteico migliorato e ad aumentata digeribilità. Questo latte è destinato a tutti i consumatori con difficoltà nel consumo del latte tradizionale, fornendo loro un prodotto di più facile consumo, senza ricorrere ad interventi tecnologici sul prodotto originale o formulazione, che potrebbero potenzialmente modificarne le caratteristiche qualitative intrinseche, sfruttando invece una selezione naturale dei capi produttori del latte più idonei. Il latte con β-caseina A2 è un prodotto molto interessante anche dal punto di vista commerciale perché poco diffuso nel nostro paese e può rappresentare un’opportunità di crescita nel settore di vendita di latte e derivati, in quanto i consumatori attuali sono attratti da prodotti nuovi, che crescono maggiormente rispetto a quelli tradizionali. Un esempio è dato dal latte ad alta digeribilità.

2. Quando è stato lanciato questo nuovo prodotto? Quale tipologia di referenze distribuite? Siete stati i primi a proporlo sul mercato?

LAATTE Tapporosso, 1° latte fresco con β-caseina esclusivamente A2 in Italia, è stato messo in commercio da settembre 2019 nelle referenze di Alta Qualità e Parzialmente Scremato da 1000 ml, in una confezione che rispetta l’ambiente. Una nuova confezione in «carta brown» più ecologica perché il pacchetto non è sbiancato chimicamente e perché ha un impatto ambientale ridotto.

3. Qual è il prezzo medio di vendita di questo latte e come si colloca sul mercato?

Dal lancio ad oggi, il prezzo promozionale di vendita è 1,85€ al litro e si colloca nella fascia medio alta di prezzo del latte fresco (1,65€ -1,85€) e comunque il prezzo di listino di poco superiore a 2,00€ è in linea con il prezzo del latte ESL ad alta digeribilità senza lattosio (1,90€ – 2,20€).

4. Dalle vostre prime esperienze, avete trovato un riscontro positivo nei consumatori? Se sì, avete idea di quale sia la fascia maggiormente interessata?

Il latte A2 di Centrale del latte di Torino si inserisce tra i latti a maggiore valore aggiunto, in termini di caratteristiche nutrizionali, di sostenibilità o di rapporto con il territorio da cui provengono. Il prodotto è stato valutato positivamente dai consumatori per i benefici avuti in termini di migliorata digeribilità. Tuttavia la difficoltà di comunicazione nel non poter utilizzare claim esplicativi dei suddetti benefici, dovuta alla limitata disponibilità di studi scientifici e al loro riconoscimento da parte delle istituzioni competenti, ha rallentato le vendite e ad oggi si colloca tra i prodotti di nicchia.

La fascia maggiormente interessata è rappresentata dai consumatori che mostrano attenzione a prodotti con caratteristiche specifiche sia in termini qualitativi sia di sensibilità alla sostenibilità ambientale. Infatti, LAATTE TAPPOROSSO, proviene da allevamenti piemontesi in possesso della certificazione sul benessere animale e viene confezionato in una confezione in carta brown, non sbiancata chimicamente.

5) Cosa devono fare gli allevatori per produrre questo latte? Viene pagato loro un prezzo maggiore per il latte alla stalla? Quanti sono gli allevamenti che aderiscono a tale iniziativa?

Differenze tra razze bovine: i processi di selezione naturale prima, e di domesticazione e selezione artificiale poi, hanno creato nel tempo razze e popolazioni che si differenziano tra loro per il patrimonio genetico che codifica la produzione di β-caseina A1 e A2. Il latte convenzionale contiene una miscela di entrambe le varianti genetiche, mentre il latte A2 proviene da bovine geneticamente selezionate per produrre solo A2 β-caseina. In tutte le razze è possibile selezionare una mandria con genotipo A2A2 al 100%.

L’innovazione da introdurre nelle aziende lattiero-casearie che vogliono produrre latte A2 riguarda la riorganizzazione del processo produttivo attraverso l’individuazione delle vacche lattifere che rispondono al patrimonio genotipico A2 e la progressiva sostituzione del capitale bovino restante. Successivamente, la sperimentazione prevede la separazione del latte A2 nella fase di mungitura con prelievi per la misurazione dei parametri chimico fisici del latte A2 e della sua resa nella fase di lavorazione e trasformazione, valutando nel complesso l’economicità dell’innovazione proposta. Il tempo che occorre per avere il capitale bovino con genetica idonea alla produzione di latte A2 si aggira mediamente dai 6 ai 10 anni.

Negli allevamenti da noi selezionati per LAATTE, le vacche hanno unicamente il patrimonio genetico come quello di una volta, per cui la proteina β-caseina è unicamente A2, come era in origine per tutte le bovine. Inoltre, gli allevatori dei 5 allevamenti che hanno aderito al progetto, ricevono un riconoscimento economico per l’investimento e l’impegno a portare a termine il progetto di conversione della loro mandria.

Grazie alla selezione degli allevamenti (tutti Piemontesi), alla collaborazione con gli Allevatori ed ad una accurata gestione del ciclo di produzione, dalla stalla alla confezione finale, La Centrale del Latte d’Italia ha infine ottenuto, per il LAATTE TAPPOROSSO con β-caseina A2, la certificazione di filiera.

 

Per approfondire: Il latte A2: cos’è e quali vantaggi per la salute