LA PREDISPOSIZIONE DELLE VACCHE DA LATTE ALL’ACIDOSI RUMINALE SUBACUTA SI RIFLETTE NELLA PROPORZIONE DEGLI ACIDI GRASSI DEL LATTE, CON C18:1 TRANS-10 COME INDICATORE PRIMARIO E C15:0 E C18:1 TRANS-11 COME INDICATORI SECONDARI

INTRODUZIONE

L’acidosi ruminale subacuta è uno dei più importanti disturbi digestivi negli allevamenti intensivi, con un’incidenza suggerita tra il 19 e 26% all’inizio e metà lattazione (Plaizier et al., 2008). Nonostante l’ottimizzazione delle strategie di formulazione della dieta [ad es., includendo l’indice di struttura (De Brabander et al., 1999) o la fibra fisicamente efficace (Allen, 1997) come caratteristiche del regime alimentare], alcune vacche della mandria ancora soffrono di SARA, fatto che indica l’esistenza di una variazione inter-animale delle problematiche legate ai carboidrati rapidamente fermentabili (RFCH) (Krause e Oetzel, 2006). In realtà, diversi indicatori SARA, come l’indice di pH e acidosi ruminale medio (un indicatore per il livello di gravità di SARA calcolato come l’area sotto la curva del pH < 5,8 divisa per il DMI; Gao e Oba, 2014), hanno mostrato un’elevata varietà all’interno di un gruppo di vacche che ricevono lo stesso trattamento con un’elevata quantità di cereali (Brown et al., 2000; Schlau et al., 2012). Inoltre, un errore standard elevato dei valori medi associati ai parametri di pH durante un test di acidosi ruminale indotta, ha ulteriormente dimostrato l’esistenza di variabilità negli animali (Penner et al., 2007). Una variazione inter-animale della predisposizione a SARA, diminuisce l’efficacia delle strategie di formulazione della dieta basate sulla mandria ed è preoccupante dal punto di vista del benessere degli animali. Oltre a questo, può anche mascherare gli effetti del trattamento durante le prove indotte di SARA. Pertanto, è importante identificare dei biomarcatori che potrebbero distinguere le vacche con diversa suscettibilità alle problematiche SARA prima del verificarsi dei disturbi ruminali.

Precedenti studi del nostro laboratorio hanno indicato che le proporzioni nel grasso del latte di alcuni acidi grassi dispari e con catene ramificate (OBCFA) e di isomeri trans (ad es., C15:0, C18:1 trans-10 e C18:1 trans-11) variano con il pH ruminale (Colman et al., 2010; Fievez et al., 2012). Se questi acidi grassi del latte (FA) sono effettivamente indicatori appropriati per SARA, essi dovrebbero anche permettere di distinguere tra vacche con diversa predisposizione allo sviluppo di SARA quando gli viene somministrata la stessa quantità di carboidrati. Quindi, abbiamo supposto che le vacche differiscano nella predisposizione alle problematiche SARA e che questa differenza può essere monitorata attraverso l’andamento degli FA nel latte. Per studiare queste ipotesi, abbiamo effettuato 2 esperimenti consecutivi in cui, in primo luogo, è stato monitorato settimanalmente l’andamento degli FA nel latte durante le prime 4 settimane di lattazione, in una mandria di 125 vacche per identificare le bovine che potenzialmente potevano avere variazioni nella predisposizione verso lo sviluppo di SARA. Ciò è stato convalidato in un secondo esperimento, durante il quale è stata esposta una selezione di queste vacche ad un protocollo di  SARA indotta.

ABSTRACT

Lo studio attuale è stato condotto per valutare 2 ipotesi: (1) le vacche differiscono nella predisposizione all’acidosi subacuta (SARA) e (2) il modello degli acidi grassi del latte (FA) può essere usato per differenziare le bovine predisposte da quelle non predisposte. Per questo, sono stati eseguiti 2 esperimenti consecutivi. Durante l’esperimento 1, il profilo di FA del latte è stato determinato su 125 vacche alimentate con una quantità crescente di concentrato durante le prime 4 settimane di lattazione (WIM). Il coefficiente di variazione di vari FA nel latte indicativo per SARA (cioè il rapporto tra C15:0, C18:1 trans-10, C18:2 cis-9, trans-11 e C18:1 trans-10 con C18:1 trans-11) è aumentato, indicando che le vacche hanno reagito in modo diverso all’accumulo di concentrato. Un primo raggruppamento era basato sulla proporzione di grasso C18:1 trans-10 del latte nella terza settimana di lattazione. Sono state confrontate quindici vacche con la percentuale più alta di quest’ultimo FA (HT10) e le loro controparti con basso C18:1 trans-10 e uguale distribuzione dei parti (LT10): il confronto ha rivelato che il contenuto di grassi nel latte e il rapporto grasso-proteine ​​nel latte erano inferiori per il Gruppo HT10. Da ciascuno dei gruppi HT10 e LT10, 5 animali sono stati selezionati per l’esperimento 2.

La sottoselezione del gruppo HT10, denominata HT10s, ha mostrato un’alta percentuale di C18:1 trans-10 a 3 WIM (> 0,31 g/100 g di FA), un livello elevato di C15:0 (in media ≥ 1,18 g/100 g di FA rispetto ai 4 WIM) e una brusca diminuzione di C18:1 trans-11 (Δ ≥ 0,25 g/100 g di FA durante il 4 WIM). Le loro controparti (LT10s) avevano una bassa concentrazione di acido grasso nel latte C18:1 trans-10 a 3 WIM (<0,23 g/100 g di FA), una concentrazione di C15:0 media di 0,99 g/100 g di FA o inferiore, e una concentrazione di C18:1 trans-11 piuttosto stabile. Il gruppo HT10s è stato ipotizzato essere più suscettibile a una problematica SARA, ottenuta aumentando la quantità di carboidrati rapidamente fermentabili nell’esperimento 2. Le vacche HT10 avevano un valore più basso del picco negativo, medio e massimo del pH reticolo-ruminale; un periodo più lungo in cui il pH reticolo-ruminale era inferiore a 6,0; e una maggiore variazione giornaliera del pH reticolo-ruminale rispetto alle vacche LT10. Durante l’esperimento 2, le vacche HT10 e LT10 hanno presentato livelli di FA nel latte indicativi per SARA. Cinque animali, tra cui una LT10 e quattro HT10, hanno manifestato SARA, definito come pH retico-ruminale <6.0 per più di 360 min/g. Questi risultati indicano che è possibile distinguere le bovine con diversa propensione ad una problematica SARA all’interno di un allevamento monitorando la composizione di FA nel latte quando le vacche ricevono la stessa dieta.

 

 

SUSCEPTIBILITY OF DAIRY COWS TO SUBACUTE RUMINAL ACIDOSIS IS REFLECTED IN MILK FATTY ACID PROPORTIONS, WITH C18:1 TRANS-10 AS PRIMARY AND C15:0 AND C18:1 TRANS-11 AS SECONDARY INDICATORS

 

 Jing,* L. Dewanckele,* B. Vlaeminck,*† W. M. Van Straalen,‡ A. Koopmans,‡ and V. Fievez*1

*Laboratory for Animal Nutrition and Animal Product Quality, Department of Animal Sciences and Aquatic Ecology,

Faculty of Bioscience Engineering, and

†Research Group Marine Biology, Department of Biology, Faculty of Sciences, Ghent University, Ghent, Belgium 9000

‡Schothorst Feed Research B.V., PO Box 533, 8200 AM Lelystad, the Netherlands

 

Journal of Dairy Science Vol. 101 No. 11, 2018

doi.org/10.3168/jds.2018-14903