La bassa concentrazione di calcio nel sangue nei primissimi giorni dopo il parto causa molti problemi alle bovine da latte. Queste vacche avranno maggiore probabilità di essere soggette ad infezioni uterine, di presentare una ridotta disponibilità di energia, di avere un aumentato rischio di mastite ed una successiva ridotta fertilità. E’ molto chiara e ampiamente dimostrata la minore attività del sistema immunitario nelle bovine ipo-calcemiche dopo il parto.

Non abbiamo in Italia dati che ci diano un’idea della portata della sindrome ipo-calcemica ma alcuni lavori statunitensi parlano di un’incidenza del 47% nelle pluripare e del 23% nelle primipare.

Se si vuole realmente risolvere il problema si deve ricorrere alla prevenzione. Il primo passaggio fondamentale è quello di misurare i minerali (esame emato-chimico) nel sangue, ed in particolare il calcio, il fosforo, il sodio, il cloro il magnesio e il potassio delle bovine negli ultimi 15 giorni di gravidanza. Questo perché la concentrazione di calcio nel sangue è fortemente condizionata da quella degli altri minerali. In caso di squilibri si analizzano i foraggi destinati alla loro alimentazione e con un buon software si calcolano gli apporti con la dieta procedendo poi a personalizzare l’integrazione minerale. I minerali presenti nei foraggi variano moltissimo da regione a regione e, a volte, da provincia a provincia. Se non si è in grado di trovare foraggi adatti alle bovine d’asciutta, ossia poveri di potassio e fosforo (soprattutto), è possibile aggiungere nella dieta della preparazione al parto quelli che vengono chiamati “sali anionici”, ossia solfati e cloruri che hanno come obiettivo quello di acidificare il sangue e quindi di richiamare calcio dalle ossa e aumentare l’assorbimento intestinale. Qualora si decida di adottare questa soluzione è necessario controllare attentamente l’effettiva ingestione di sostanza secca della razione da preparazione al parto. I sali anionici risultano infatti molto poco appetibili ma se si vuole acidificare veramente il sangue è necessario inserirne un grande quantità. Importante è verificare il livello di Vitamina D della razione. Una quantità adeguata di questa vitamina riduce infatti del 3-7% l’incidenza della sindrome ipo-calcemica.

Se tutto ciò non basta, e in alcuni allevamenti succede, si può ricorrere a boli orali a base di calcio altamente solubile e quindi assimilabile, come il cloruro e il solfato di calcio. Questi boli si somministrano il giorno del parto.  Dalle molte ricerche effettuate l’effetto dei boli di calcio ad alta biodisponibilità ha un effetto molto più marcato sulle pluripare rispetto alle primipare.